Dal Vangelo secondo Luca Lc 17,7-10
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad
arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni
subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare,
strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo
mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha
eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello
che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto
dovevamo fare”».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Come possiamo capire se abbiamo veramente fede, cioè se la nostra fede, pur minuscola, è genuina, pura, schietta? Ce lo spiega Gesù indicando qual è la misura della fede: il servizio. E lo fa con una parabola che al primo impatto risulta un po’ sconcertante, perché presenta la figura di un padrone prepotente e indifferente. Ma proprio questo modo di fare del padrone fa risaltare quello che è il vero centro della parabola, cioè l’atteggiamento di disponibilità del servo. Gesù vuole dire che così è l’uomo di fede nei confronti di Dio: si rimette completamente alla sua volontà, senza calcoli o pretese. Servi inutili, cioè senza pretese di essere ringraziati, senza rivendicazioni. “Siamo servi inutili” è un’espressione di umiltà, disponibilità che tanto fa bene alla Chiesa e richiama l’atteggiamento giusto per operare in essa: il servizio umile, di cui ci ha dato l’esempio Gesù, lavando i piedi ai discepoli. (Angelus, 6 ottobre 2019).
RIFLESSIONE:
Le parole del Santo Padre sottolineano che la fede autentica si manifesta
attraverso il servizio umile e disinteressato, senza aspettarsi gratitudine o
ricompense. Questo insegnamento ci
invita a mettere al centro la volontà di Dio e il bene degli altri, piuttosto
che cercare il nostro vantaggio personale.
F.A.
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