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Perché è difficile parlare della Trinità?
Santissima Trinità:
significato e rappresentazione iconografica
Indice
1 La Santissima Trinità nel Credo
2 Quali sono le tre Persone che compongono la
Santissima Trinità?
3 La Santissima Trinità nella Sacre Scritture
4 La Trinità di Rublev: storia e significato
dell’icona
Per la sua importanza basilare nell’atto
di credere di ogni cristiano, il dogma della Santissima
Trinità meriterebbe un approfondimento
teologico molto lungo e articolato.
Tentiamo spiegarlo in modo semplice attraverso le
parole di una preghiera che tutti conosciamo e impariamo fin da bambini:
il Credo.
La Santissima Trinità nel Credo
Questo mistero centrale della
fede e della vita cristiana è stato affermato fin dal primo Concilio di Nicea,
nel 325 d.C, e inserito nel Credo niceno-costantinopolitano redatto
successivamente al Concilio. In tale documento-preghiera, che aveva lo scopo di
appianare le numerose dispute che dividevano la chiesa del tempo, l’unicità
di Dio viene affermata come primo articolo della
professione di fede:
Credo in un
solo Dio,
Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
e, in un secondo articolo,
viene riconosciuta e dichiarata la divinità di Gesù Cristo figlio
di Dio:
Credo
in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli.
E di seguito:
Dio
da Dio,
Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
È proprio in questa preghiera che che si
riassume il mistero della Santissima Trinità: Dio è uno solo, la sua
sostanza divina è unica, e tuttavia in questa sostanza unica coesistono tre
“persone” distinte. Per definire queste tre persone è stato usato il
termine greco “ipòstasi”, col significato teologico di persona, accompagnandolo al concetto di “ousia”, sostanza, per
definire che nella Trinità convivono un’ousia e tre hipostasis,
una sostanza e tre persone.
Quali sono le tre Persone che compongono
la Santissima Trinità?
Due le abbiamo già nominate citando
il Credo: Dio Padre, creatore del cielo e della terra, e Gesù
Cristo suo Figlio, Salvatore del mondo.
La terza Persona della Santissima
Trinità è lo Spirito Santo, inviato da Dio Padre nel nome di Cristo.
Citando ancora il Credo:
Credo
nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
dove il verbo procedere è
usato nell’accezione di derivare. Dunque lo Spirito Santo deriva dal Padre e dal
Figlio, è fatto della loro stessa sostanza. L’ultima definizione “e dal
Figlio”, resa con l’espressione latina filioque, venne aggiunta proprio in
occasione della redazione del Credo
Niceno-Costantinopolitano, e fu una delle principali cause del Grande
Scisma d’Oriente del 1054, perché il patriarca di Costantinopoli di allora la
considerò un’eresia.
La Santissima Trinità nella Sacre
Scritture
Nell’Antico Testamento non si
parla di Trinità. Dio è uno e unico, e dalla vitalità e
pienezza del Suo Spirito deriva la spiritualità degli uomini. Ci sono
naturalmente degli accenni che preparano l’avvento del Messia, o dello Spirito Santo,
o ancora brani che differenziano in qualche modo le manifestazioni di Dio,
parlando per esempio di “riflesso della luce perenne, uno specchio
senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà” (Sap 7,26).
Ma, in generale, i libri del Vecchio Testamento conservano l’unicità della
Persona e della Sostanza di Dio, anche per evitare di cadere nel rischio di
politeismo.
È nel Nuovo Testamento che
la Trinità incontra la sua rivelazione, quando
il Verbo si fa carne in Gesù (Gv 1,14) e,
successivamente alla morte e resurrezione di quest’ultimo, con la discesa dello
Spirito Santo.
Nei Vangeli Gesù e Dio Padre sono
indicati come una cosa sola:
“Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30)
“Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono
con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre.
Come puoi dire: Mostraci il Padre?” (Gv
14,9)
e tuttavia distinti:
“Tutto mi è stato dato dal Padre mio;
nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il
Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.” (Mt 11,27)
Gesù si rivolge a Dio Padre come ad
altro da sé, in molti passi, ma, nello stesso tempo, tutta la sua esperienza,
la sua stessa sostanza, rimanda a Dio.
Il Battesimo di Gesù mostra un passaggio
importante, perché la voce di Dio scende dal Cielo per riconoscere in lui il
Figlio prediletto:
“E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i
cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una
voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto»” (Mc 1,10-11)
Ci sono anche accenni alla venuta dello
Spirito Santo, come dono di Dio, emanazione del suo Amore che si manifesterà
attraverso Suo Figlio, al momento della sua glorificazione:
“Nell’ultimo giorno, il grande giorno
della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a
me e beva, chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva
sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che
avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito,
perché Gesù non era stato ancora glorificato.” (Gv 7,37-39)
Alcuni passi del Nuovo Testamento
menzionano in maniera esplicita le tre persone della Santissima Trinità:
- quando
Gesù ordina di battezzare tutte le nazioni “nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19);
- nel
riferimento di San Paolo alle tre persone come fondamento della
diversità dei ministeri nella Chiesa, pur nell’unità di Dio: “Vi
sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità
di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni,
ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti” (1Cor 12,4-6);
- nella
formula di saluto al termine della seconda lettera ai Corinzi: “La
grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello
Spirito Santo siano con tutti voi.” (2Cor 13,13)
E qui, come detto, ci fermiamo,
consapevoli di non poter esaurire un argomento così variegato e profondo in un
unico articolo. Ricordiamo che la Chiesa cattolica festeggia
la SS. Trinità nella domenica successiva alla Pentecoste, nella
celebrazione definita appunto Solennità della Santissima Trinità.
Le Icone Sacre: la guida completa
Icone sacre. Il solo menzionarle evoca suggestioni esotiche e affascinanti un
modo di vivere la religione…
La Trinità di Rublev: storia e significato
dell’icona
Il dogma della Santissima Trinità
ricorre spesso nella storia dell’arte, com’è inevitabile vista la sua
importanza, sebbene non sia stato facile per i grandi artisti del passato
tradurne il profondo mistero.
In particolare abbiamo parlato in un
precedente articolo dedicato alle Icone Russe più famose di un’icona realizzata intorno al 1422 e oggi custodita
alla Galleria Statale Tretjakov, a Mosca: “La Trinità” di Andrej Rublev.
Icone russe famose: le 5 icone più importanti
Le icone russe famose sono esempi folgoranti di un’arte antica di una
tradizione millenaria…
In questa icona, una delle più
belle mai dipinte in Russia, il grande pittore russo Andrej Rublev scelse
di raffigurare la Santissima Trinità in un modo diverso dal solito,
dipingendo tre angeli che
rappresentano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. I tre angeli, probabilmente
arcangeli, cinti da aureole e con ali dorate, sono seduti intorno a
un tavolo, su cui è posata una coppa, simbolo del sacrificio di
Cristo. Il tavolo è quello di Abramo, che ricevette la visita
di tre viandanti (Genesi 18) che annunciarono a lui e a sua moglie Sara la
nascita del figlio Isacco. Per questo motivo l’icona è nota anche come Ospitalità
di Abramo. Il committente, il capo spirituale del monastero della
Trinità di San Sergio, aveva chiesto al pittore una rappresentazione
della Trinità che esprimesse il profondo senso di unità simboleggiato
da questo dogma nell’ambito della Chiesa. I tre angeli hanno
volti praticamente identici, dimostrazione del loro essere una
cosa sola, senza ordine, senza gerarchia.
I colori ricorrenti, che
nell’iconografia russa rivestono grande importanza simbolica sono:
- oro: simbolo di regalità, riveste l’angelo di sinistra, che
rappresenterebbe Dio;
- rosso: simbolo del sacrificio, riveste l’angelo centrale (Gesù);
- verde: simbolo della vita, riveste l’angelo a destra (lo Spirito Santo)
Inoltre tutte le figure indossano
dettagli blu, colore che simboleggia la vita eterna. Nel 1551,
nell’ambito del Concilio dei cento capitoli, quest’opera venne definita l’icona
delle icone, e ancora oggi essa rimane uno degli esempi più alti
dell’arte delle icone sacre in virtù della spiritualità e dell’armonia
ultraterrene che sa comunicare.
https://www.holyart.it/blog/articoli-religiosi/santissima-trinita-significato-e-rappresentazione-iconografica/
F.A.
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