Si è conclusa la festa patronale in onore di San Rocco.
La processione di San Rocco ha portato la statua del santo attraverso le strade e i vicoli tra le preghiere silenziose dei fedeli e il suono cadenzato delle campane. E ora, nella sua chiesetta, il santo ritorna nuovamente, protettore eterno di questa comunità. Ma quest'anno, c'è un'atmosfera diversa, un misto di nostalgia e di dolcezza, che pervade l'aria mentre la festa giunge al termine.
Il simbolo della tradizionale traslazione del Giglio di Grano, rappresentante dell'unità e dell'identità flumerese, ha richiamato devoti da paesi limitrofi, come un richiamo che supera i confini geografici e crea un legame invisibile tra le anime delle diverse comunità. Questo legame si manifestava in ogni sguardo condiviso, in ogni sorriso scambiato durante la festa. Le radici profonde della tradizione si sono intrecciate con il presente, facendo sì che giovani, adulti e anziani condividessero momenti di gioia e di riflessione.
Tanti i ricordi di tempi passati emergono, quando i giovani, che oggi sono genitori o nonni, si sono conosciuti, non attraverso schermi virtuali, ma di persona proprio in occasione della festa del santo patrono. Erano tempi in cui l'innamoramento nasceva da sguardi scambiati al di là delle distanze ravvicinate, da risate condivise e dalla magia di momenti imprevisti. Un ricordo in particolare affiora alla mente: un breve acquazzone improvviso che ha costretto i partecipanti a rifugiarsi nel bar centrale... la "cassetta" di Lucio Dalla... l' "Anno che verrà" e il senso di ottimismo verso il futuro. Tutto questo, apparteneva alla generazioni dalle "ginocchia sbucciate" che attendeva la festa di san Rocco tutto l' anno... che generava nuove connessioni e forgiava storie d'amore e d'amicizia. Mi chiedo quante incontri, quante storie San Rocco ha favorito e benedetto.
Anche quest'anno, come da copione, l'acquazzone ha fatto la sua irruzione come una benedizione divina.
Un' atmosfera unica che ci lascia ora, con la conclusione della festa patronale. Con l'occhio rivolto al futuro, è inevitabile sentire una puntina di malinconia nel cuore, ma è anche un momento di gratitudine per ciò che è stato vissuto. Con uno sguardo sereno verso l'orizzonte, possiamo immaginare il prossimo anno, quando le strade di Flumeri si riempiranno nuovamente di colori, luminari e melodie, quando le risate e i canti si diffonderanno nell'aria, creando nuovi ricordi e rinforzando i legami tra le persone.
Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno contribuito al successo di questa festa: dagli organizzatori e volontari, ai partecipanti e ai devoti, ai musicisti e ai cuochi che hanno reso ogni momento indimenticabile. In particolare, un riconoscimento speciale va a tutti i giovani, alcuni dei quali ancora non maggiorenni, che hanno dimostrato un impegno straordinario e un attaccamento alla loro comunità. Le nuove ve hanno maturato un' esperienza unica , da ripetere negli anni e migliorare imparando dagli errori, è da questi che si impara. Sono loro, i giovani, il futuro di Flumeri, custodi delle tradizioni e portatori di una luce che brilla nella notte. Incoraggiamoli questi ragazzi, che purtroppo come ogni anno, si sono trovati di fronte agli stessi ostacoli da superare, agli impedimenti che sembrano insormontabili e alle polemiche che si accendono come fiammiferi e qualcuno gode alimentandole, ma i veterani sanno che anche questo fa parte del copione e non bisogna arrendersi e risolvere i problemi cercando le soluzioni ai problemi ed impedimenti di vari tipo. In gergo napoletano, non c'è modo migliore per descrivere questo loop di frustrazioni se non con il termine "cazzimma" – una parola che racchiude in sé tutto il senso di impotenza di fronte a speculazioni e intrighi di vario genere. È come se ogni anno ci si ritrova a girare intorno agli stessi mulini a vento, senza che nulla cambi davvero.
Tuttavia, non si può fare altro che continuare ad andare avanti , come per dire " l' erba è blu" Allora, cari giovani, non lasciatevi scoraggiare da ciò che sembra una continua ripetizione di problemi. Mantenete l'ottimismo e la fiducia nel vostro impegno, sapendo che anche di fronte alle sfide più ostinate, c'è sempre la possibilità di fare la differenza.
Così, con occhi lucidi ma il cuore riscaldato dai ricordi, diciamo ciao a questa festa patronale, con la consapevolezza che il suo spirito resterà vivo nei nostri cuori. L'appuntamento è già fissato per l'anno prossimo, quando ci riuniremo di nuovo sotto il cielo di Flumeri per celebrare la bellezza della tradizione, dell'amicizia e dell'amore che continua a unire le anime in un abbraccio caloroso e immortale.
Concludo alla maniera di don Claudio: << Un applauso forte... Viva san Rocco, viva san Rocco... >>.
F.A.
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