venerdì 18 agosto 2023

Lettera di Sua Ecc. Melillo Congresso Eucaristico Dioceano

 Eccellenza Reverendissima Vescovo Sergio Melillo,

 Con gratitudine e profonda gioia, desidero esprimere il mio più sincero apprezzamento per le parole ispirate e luminose contenute nel testo che ha condiviso con noi. La Sua guida pastorale e la Sua visione illuminata sono state un faro di luce e speranza per la nostra comunità, e attraverso questo testo, ha ulteriormente arricchito il nostro cammino di fede.

 Il Suo discorso, rivolto ai presbiteri, diaconi, consacrati/e, fedeli laici, donne e uomini di buona volontà, risplende di una profonda comprensione dell'importanza dell'Eucaristia nella nostra vita personale e comunitaria. Le Sue parole ci hanno accompagnato attraverso un percorso pastorale di riflessione e ascolto, guidandoci a riscoprire l'essenza di questo sacramento di amore e condivisione.

 Le Sue immagini evocative, come quella dei discepoli di Emmaus, ci hanno spinto a percorrere il nostro pellegrinaggio spirituale con cuori aperti, alla ricerca di un profondo legame con il mistero dell'Eucarestia. La Sua analisi dell'approccio di Gesù alla condivisione e alla fraternità ci ha spinti a superare gli ostacoli dell'indifferenza e dell'egoismo, ad essere donatori generosi e ad abbracciare il modello di vita basato sul dono.

La Sua chiamata a condividere il pane con il prossimo risuona con una profonda verità evangelica, riflettendo la compassione e la generosità di Cristo. Le Sue parole ci hanno ispirato a riconoscere il nostro prossimo in ogni persona in cerca di dignità, lavoro, accoglienza e testimonianza.

Eccellenza, il Suo messaggio di educazione all'arte dell'ospitalità e dell'attesa è un richiamo prezioso a diventare veri testimoni dell'amore di Cristo. Le Sue parole, permeate di saggezza e compassione, ci incoraggiano a crescere come comunità fraterna e ad abbracciare la benedizione dell'adempimento attraverso l'attesa fiduciosa. Il Suo invito a continuare il cammino da fratelli, diffondendo il messaggio del Vangelo e condividendo il Pane di Vita, risuona come una chiamata appassionata a perseverare nella nostra missione di annuncio e comunione.

 In occasione del Congresso Eucaristico Diocesano, porgo i miei migliori auguri per il Suo ministero e per l'ulteriore arricchimento spirituale che ci donerà attraverso il Suo insegnamento e la Sua guida. Che la Sua luce e la Sua saggezza continuino a illuminare il nostro cammino di fede e a ispirare il nostro impegno verso l'amore e la condivisione.

 Con sincero apprezzamento F.A.

Mons. Sergio Melillo

Vescovo di Ariano Irpino Lacedonia

 

Ariano Irpino, 15 agosto 2023

*Assunzione della Beata Vergine Maria

 

CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO

Chiesa: casa ospitale dal profumo di pane

«Date loro voi stessi da mangiare» (Luca 9,13)

17-24 SETTEMBRE 2023

 

Carissimi presbiteri, diaconi, consacrati/e, fedeli laici, donne e uomini di buona volontà,

«grazia a voi e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo» (2Tess. 1,1).

Siamo ormai giunti, a seguito di un itinerario pastorale durato tre anni e, in comunione con il cammino sinodale, alla celebrazione del Congresso Eucaristico Diocesano, un tempo di ascolto, confronto e soprattutto utile a ricentrare la vita personale e comunitaria intorno all’Eucarestia, mistero di fede e di amore. Ad irradiare il nostro peregrinare, l’immagine dei discepoli di Emmaus che, guidati da una Parola viva e dinamica, che si rivela nella storia dell’umanità, ci ha condotti fin qui, in un tempo inquieto.

Questo cammino si è contraddistinto da una sincera riflessione, nelle comunità, fra la nostra gente. Sul calar della sera, mentre il giorno cede il passo al tramonto e le “aspettative” umane sembrano smarrirsi, siamo chiamati a volgere lo sguardo in Alto e saper prendere il largo, proprio come insegna il Vangelo. I discepoli ci educano che non possiamo rimanere intrappolati nel deserto, ma dobbiamo agire hic et nunc; non possiamo cristallizzarci in schemi “pastorali” ormai datati. Non possiamo rimandare alla luce del giorno, perché è nella sera che il bisogno del prossimo diventa evidente; proprio quando quando chi non ha cibo, un tetto o un lavoro dignitoso diventa più visibile nella sua vulnerabilità. È fra le tenebre che noi credenti siamo chiamati a portare la luce del Risorto.

Dietro una logica dell’indifferenza, Gesù insegna a donarsi, a “spezzarsi” - come pane - per l’altro, a condividere, in stile sinodale e fraterno. La comunità Eucaristica va oltre gli steccati delle parrocchie che, talvolta, tentano di imprigionare l’umano. Evitiamo il rischio di confinare nell’incompiutezza il sacramento dell’Eucarestia!

Ricordiamo come Gesù si rivolge ai discepoli, in relazione alla folla, quando dice: «non occorre che se ne vadano; date loro voi stessi da mangiare» (Mc 6, 36). Gesù sembra invitare a una


trasformazione nell’approccio, dall’acquisire al condividere, dall'egoismo alla generosità, dalla divisione alla fraternità, nel donare la vita con scelte vocazionali.

Il gesto di prendere cinque pani e due pesci, benedirli e distribuirli richiama al dono dell’Eucaristia, che diventa un Pane di comunione e condivisione. Questo riferimento è una testimonianza della volontà di Gesù di guidarci verso un modello di vita basato sul dono, piuttosto che sull’esigenze del “mercato”. Lo stesso atto di spezzare il pane e condividerlo, riflette la logica del donarsi. È questo lo stile che dobbiamo adottare nelle nostre parrocchie, nel presbiterio, nelle comunità religiose, nelle aggregazioni laicali, nelle famiglie, nella società.

Durante il triennio pastorale, nel cammino sinodale, ci siamo chiesti: con chi condividere il nostro pane? Chi è il mio prossimo? Da tali quesiti abbiamo capito che il prossimo è il giovane in cerca di un’occupazione dignitosa, la persona che migra in cerca di un presente da vivere o l’ammalato che vuole offrire la sua testimonianza. Solo se cristiani autentici, possiamo vivere e cantare l’Alleluia della Pasqua, nella consapevolezza che nei momenti di fragilità la Grazia di Dio abita in noi.

Cari fratelli e sorelle, educhiamoci all’arte dell’ospitalità, quella dell’attesa e della carità, riconoscendo che sono parte della nostra vocazione; Bonhoeffer dice che «chi non conosce l’aspra beatitudine dell’attesa, che è mancanza di ciò che si spera, non sperimenterà mai, nella sua interezza, la benedizione dell’adempimento».

Come Chiesa siamo una comunità “chiamata”, ciascuno di noi con le sue debolezze, limitazioni, ma anche desideri e talenti. Questa “vocazione” ci riguarda così come siamo, riconoscendo però che ciascuno ha un posto nel Cuore di Dio.

In conclusione, riflettiamo sulla fede in Gesù Cristo che continua a farsi pane per noi e ci accompagna per sempre. Egli cammina con noi: il suo amore è presente per confortarci e asciugare le nostre lacrime.

Vi incoraggio a continuare il cammino da fratelli, abbracciando la compassione verso il prossimo e il profondo significato della comunione.

Possa la grazia di Dio continuare a guidarci sulla strada irta ed entusiasmante dell’umano per annunciare il Vangelo e condividere il Pane di Vita.

Buon congresso eucaristico!

 

X Sergio Melillo



Nessun commento:

Posta un commento

LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 31 luglio 2022

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde Antifona d'ingresso O Dio,...