Saper differenziare le modalità di relazioni per recuperare i rapporti personali, senza
demonizzare l’utilizzo dei social, ma rendendo i giovani più consapevoli della
diversità di significato e di valore.
NOTA
In tempi normali si chiedeva ai ragazzi di raccontare gli
incontri della settimana , ma al tempo del “coronavirus” gli incontri sono stati, mi auguro, soli virtuali,
magari sulle piattaforme didattiche. Lo scopo era quello di mettere ordine nelle relazioni vissute.
ATTIVITÀ :
compilare una tabella, un l’elenco anche
raggruppando le persone per gruppi es. compagni di scuola, amici dell’oratorio,
famigliari ecc…e i contesti nei quali si svolgono le relazioni.
CHI HO INCONTRATO
|
DOVE ( QUALI SOCIAL)
|
Successivamente l’educatore
chiede di aggiungere la terza colonna (Perché?), proponendo una breve
riflessione sulla libertà o meno di scelta della compagnia in determinate
situazioni.
Infine è aggiunta la quarta colonna,
nella quale i ragazzi dovranno fare uno sforzo per descrivere il modo in cui si
relazionano con le diverse persone: è importante capire lo stato d’animo, il
comportamento e i sentimenti che caratterizzano questa fase.
CHI
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DOVE
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PERCHÉ
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COME
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A questo punto dare ad ogni
ragazzo un evidenziatore o un pennarello chiedendo che segni quali di queste
relazioni vive sui social (FB, twitter, whatsApp, Instagram ecc…) aprendo un
confronto: Che differenza c’è fra quelli vissuti sui social e quelli di
persona? Nella colonna “Come” metteresti qualcosa di diverso? Si può recuperare
la lista dell’incontro precedente (A quale delle persone elencate diresti...)
per segnare quali aspetti della loro vita condividono sui social e quali
direttamente con le persone.
Ascolto della canzone “SIAMO L’ESERCITO DEL SELFIE” Takagi & Ketra
Condividere in piccoli gruppi un’analisi del testo della canzone per esprimere
cosa ne pensano. Creare possibilmente un dibattito fra coloro che sono
pienamente d’accordo con la canzone e chi non la condivide, cercando di far
emergere le motivazioni vere, anche attraverso esempi concreti della loro vita.
IPERCONNESSI E BISOGNOSI DI LEGAMI
Quali relazioni tra gli adolescenti di oggi?
L'adolescenza è quella fase della
vita in cui un soggetto progetta il proprio futuro. Non più bambini, non ancora
adulti, in adolescenza ragazzi e ragazze devono scoprire chi è l'individuo
unico e speciale da "mettere a punto" e definire attraverso le
proprie competenze ed esperienze; le stesse che in età adulta permetteranno
loro di abitare la vita, conquistare il territorio delle relazioni ed esplorare
il mondo. Se l'età adulta porta alla stabilizzazione della propria identità,
l'adolescenza (quella fascia d'età compresa tra i 13 e i 19 anni) si connota
per la straordinaria instabilità di chi la vive. […] In questo scenario di
mutevolezza e instabilità costanti, c'è una dimensione che rimane stabile
durante l'intera adolescenza: il bisogno di nuovi contatti e relazioni.
L'adolescente vive una necessità improrogabile di confrontarsi con gli altri,
con un mondo di persone che non abitano in casa e di cui non può fare a meno.
Oggi questa esigenza si esprime anche attraverso nuovi strumenti, i social
network, a portata di mano degli adolescenti grazie agli smartphone. Che cosa
significa costruire legami sociali nell'epoca della familiarità con il mondo
del web? In che modo la realtà virtuale incide sull'evoluzione e sulla maturità
dei ragazzi?
Il bisogno di socializzazione La
socializzazione è per eccellenza la sfida evolutiva dell'adolescente. Essa
diventa necessaria perché è solo attraverso l'incontro con gli altri che il
giovane può "sganciarsi" dai legami protettivi che gli vengono
offerti in famiglia. Senza la socializzazione, infatti, rischierebbe di
rimanere per sempre il cucciolo di mamma e papà, pronti a proteggerlo per
evitargli fallimenti e pericoli. L'adolescente vuole imparare a fare da solo,
eventualmente in compagnia dei coetanei. Lo sanno bene i genitori, che spesso
soffrono di questo distacco emotivo dal figlio adolescente il quale, ogni
giorno, è seriamente impegnato a far comprendere loro che le sue nuove regole di
vita, seppur negoziate in famiglia, devono essere tali da permettergli dl
garantirsi visibilità e popolarità all'interno del gruppo dei pari. […]
Sociali o social?
Se quanto scritto fin qui vale
per l'adolescenza di cinquant'anni fa così come per quella contemporanea, oggi
c'è però un nuovo elemento che contamina ogni aspetto della vita sociale dei
giovanissimi: il loro forte coinvolgimento, attraverso le tecnologie, a
giocarsi parte di questi processi anche nella dimensione della virtualità, a
instaurare nuove relazioni nel mondo dei social network, a esplorare e
moltiplicare identità personali (o esperimenti di esse) attraverso la plurima
rappresentazione di sé nel mondo di Facebook oppure all'interno della
popolazione degli Youtubers, ovverosia adolescenti che producono video per la
piattaforma di Youtube, che quasi sempre hanno per protagonisti se stessi e
altri coetanei. Colpiscono la velocità e l'intensità con cui la vita dei
ragazzi, nell'arco di un decennio, si è spostata dalla vita reale a quella on
line, cambiando atteggiamenti e abitudini degli adolescenti, rivoluzionandone
stili comunicazionali e relazionali e trasformando, in qualche modo, anche
importanti dimensioni quali-quantitative associate ai loro bisogni e contesti
di crescita. […] L'estrema familiarità con il mondo web ha comportato una
crescente socializzazione all'interno di piattaforme digitali e attraverso
"app" che permettono di mettersi in contatto contemporaneamente con
un numero pressoché illimitato di persone. Nel 2014, sempre in base alla
ricerca della SIP, 1'81% degli adolescenti aveva un proprio account su
Whatsapp, il 42% era un membro attivo di Instagram e il 30% dei maschi e il 37%
delle femmine risultava iscritto ad Ask, un social network che permette di
comunicare mantenendo il proprio anonimato, chiedendo agli altri iscritti
qualsiasi cosa, opportunità da alcuni utilizzata in modo alquanto maldestro,
tanto da far giungere sulle prime pagine dei giornali episodi molto gravi di
cyberbullismo.
Aspetti positivi e negativi della socializzazione on line
Ciò che colpisce non sono semplicemente
gli alti tassi con cui gli adolescenti oggi si giocano parte della vita nella
dimensione virtuale dell'on line, ma l'arco di tempo in cui questi numeri sono
stati raggiunti. La digitalizzazione globale e la virtualizzazione
dell'esistenza hanno comportato una trasformazione antropologica molto rapida,
interessando in modo particolare i giovanissimi proprio nei loro processi di
socializzazione, tanto da lasciare noi adulti spesso "sprovvisti" di
competenze adeguate per sostenerne la crescita. […] Il bisogno di
socializzazione dell'adolescente, portato nel mondo web, ha così permesso ai
ragazzi di viverne in modo intenso e significativo tutti gli aspetti positivi.
Oggi possono rimanere in contatto in tempo reale senza più limitazioni
geografiche o problemi di costi […]
Ma proprio questa straordinaria
velocità di contatto e accessibilità senza limiti ha comportato anche la presa
di coscienza di molti aspetti negativi, francamente problematici, connessi alla
socializzazione virtuale. Il primo aspetto problematico è rappresentato dal
bisogno di essere visti, fino a sconfinare nel narcisismo quasi patologico,
tratto assai frequente nel nostro contesto socioculturale, fortemente connotato
dal bisogno di visibilità pubblica di ognuno di noi, tanto che alcuni autori
definiscono la contemporaneità "l'era del narcisismo" (cfr Cesareo e
Vaccarini 2012; Twenge e Campbell 2009). Un altro problema frequente è dovuto
all'attitudine di molte ragazze a trovarsi coinvolte nel fenomeno del sexting,
termine inglese nato dalla crasi delle parole sex e texting, che sta a
significare l'atto di condividere messaggi, immagini o video dal contenuto
connotato sessualmente in modo più o meno esplicito (cfr Pellai, Erba et al.
2015).
Virtuali si diventa?
Sexting e cyberbullismo rappresentano gli
aspetti estremi di fenomeni di socializzazione virtuale, che avvenendo in
contesti non reali rischiano di lasciare i ragazzi sprovvisti di competenze
pro-sociali, necessarie per vivere legami e affetti nel mondo reale. In questo
senso il fenomeno più eclatante è quello che è stato descritto in Giappone e
che ha per protagonisti i cosiddetti hikikomori (cfr Ricci 2008), adolescenti e
giovani uomini, che «volontariamente rinunciano ad avere una vita nel mondo reale
e per tempi lunghissimi – si parla di mesi se non addirittura di anni – si
recludono volontariamente tra le quattro pareti della propria camera da letto.
Nessuna attività sociale, professionale, di studio, nessun incontro con persone
reali: tutto quello che succede in questo carcere domestico auto-imposto passa
attraverso il computer e la navigazione on line» (Pellai 2010, 143). Il rischio
di crescere socializzando intensamente nel mondo on line a discapito del mondo
reale comporta una progressiva incapacità di apprendere e strutturare
competenze pro-sociali che poi devono essere messe in gioco e servono per tutta
la vita. . Tale rischio è stato evidenziato da più ricerche, basate anche su
evidenze emerse nell'ambito di analisi svolte da ricercatori delle neuroscienze
(cfr Richards, McGee et al. 2010; Lee, Chang et al. 2014), rispetto alle quali
il neuropsichiatra tedesco Manfred Spitzer fornisce questa sintesi
preoccupante: «Gli studi più recenti dimostrano che le aree del cervello
responsabili del comportamento sociale non si sviluppano in maniera normale
(nella socializzazione on line). Le conseguenze sono difficilmente prevedibili,
ma devono comunque farci pensare. I giovani sanno sempre meno come comportarsi,
che cosa possono permettersi e che cosa vogliono.
La falsa socializzazione che sta in un click
Nella socializzazione virtuale
viene a mancare proprio tutto questo, perché agli adolescenti risulta molto
facile, perché gratifica il loro cervello emotivo, così capace di prendere il
controllo di tutte le situazioni, e non costringe il cervello cognitivo a fare
fatica, a sottoporsi a sfide impegnative che comportano la messa in gioco e
l'assunzione del rischio di fallimento, elemento che non può non connotare la
vita dell'adolescente. Perché senza rischio non può esserci crescita. E in effetti
il mondo on line è una dimensione di socializzazione dove non si rischia
niente, dove si può (apparentemente) fingere di essere tutto e il contrario di
tutto, senza dover poi sostenere la sfida e il confronto, che nella realtà
risultano inevitabili. Nel web socializzare comincia con un click e con lo
stesso click si può spegnere tutto e fermare tutto, quando la richiesta
dell'altro si presenta troppo impegnativa. La socializzazione veloce, basata su
brevi frammenti di frase, non comporta un reale incontro e confronto con
l'altro, ma semplicemente la creazione di un contatto, che può rimanere tale
per sempre. Un contatto in cui due o più persone possono rimanere legate da un
filo leggero, che può essere spezzato o reso invisibile di fronte alla prima frustrazione.
È questo l'aspetto che rischia di fare male nella socializzazione on line cui
tantissimi adolescenti sono oggi dediti in modo intenso, a volte addirittura
totalmente pervasivo. […]
Stralcio di articolo di Alberto Pellai, psicoterapeuta,
Note di Pastorale Giovanile.
option=com_content&view=article&id=12334%3Aiperconnessi-e-bisognosi-dilegami-quali-relazioni-tra-gli-adolescenti-di-oggi&catid=468%
3Aadolescenti&Itemid=1
MOSTRARE IL VIDEO
“HIKIKOMORI: MILIONI DI GIOVANI
ISOLATI NEL MONDO”
Lasciare che i ragazzi si
esprimano liberamente su quanto il video suscita in loro. Aprire un confronto
sui possibili rischi di situazioni simili nella loro realtà.
GLI INCONTRI DI DIO NELL’A.T.
Dio si manifesta all’uomo tramite
diverse modalità (preghiera, sogni, avvenimenti…) cercando sempre un contatto
personale, un rapporto vero con la persona a cui si rivolge. Proviamo a cercare
nell’Antico Testamento alcuni episodi nei quali Dio si è messo in relazione con
le persone (diamo agli adolescenti una Bibbia e lasciamo uno spazio di tempo
perché possano cercare degli esempi). Se trovano troppa difficoltà nella
ricerca possiamo assegnare dei brani diversi a ciascuno di loro o a dei gruppi
di ragazzi perché li cerchino e li leggano insieme per un confronto poi assembleare.
(v. incontro di Dio con Adamo, con Abramo, con Mosè, con Elia, con i profeti o
altri personaggi…).
Ø Come agisce Dio?
Ø Qual è lo scopo della relazione tra Dio e
l’uomo cercato?
Ø Come si sente la persona che entra in
contatto con Dio?
Sulla base di questi esempi
provare a elencare le caratteristiche delle relazioni reali che Dio instaura
con le persone: coinvolgimento personale, verità della relazione, fiducia
reciproca, conseguenze concrete nella storia personale, cambiamento, missione
ecc...
PREGHIERA
Dio dell’incontro e
della relazione, vieni ad incontrarci.
Dio di Adamo ed Eva,
vieni ad incontrarci.
Dio di Abramo, Isacco
e Giacobbe, vieni ad incontrarci.
Dio di Mosé, di
Giosué, di Rut, di Ester…
vieni ad incontrarci.
Dio di Isaia, di
Geremia, di Elia, di Ezechiele…
vieni ad incontrarci.
Dio dei volti e delle
storie, Dio delle vicende e dei sogni,
vieni ad incontrarci.
Dio della parola e
dei segni, vieni ad incontrarci.
Dio della mia vita e
di ogni vita, vieni ad incontrarmi!
(la preghiera può
continuare spontanea
perché ciascuno possa
pronunciare il nome di alcune persone
e tutti rispondono:
vieni ad incontrarci!)
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