lunedì 20 aprile 2020

REALI O VIRTUALI?

FINALITA’ EDUCATIVA
Saper differenziare le modalità di relazioni per  recuperare i rapporti personali, senza demonizzare l’utilizzo dei social, ma rendendo i giovani  più consapevoli della diversità di significato e di valore.


NOTA
In tempi normali si chiedeva ai ragazzi di raccontare gli incontri della  settimana , ma al tempo del “coronavirus”  gli incontri sono stati, mi auguro, soli virtuali, magari sulle piattaforme didattiche. Lo scopo era quello di  mettere ordine nelle relazioni vissute.

ATTIVITÀ : compilare una tabella, un  l’elenco anche raggruppando le persone per gruppi es. compagni di scuola, amici dell’oratorio, famigliari ecc…e i contesti nei quali si svolgono le relazioni.

CHI HO INCONTRATO
DOVE ( QUALI SOCIAL)

















Successivamente l’educatore chiede di aggiungere la terza colonna (Perché?), proponendo una breve riflessione sulla libertà o meno di scelta della compagnia in determinate situazioni.
Infine è aggiunta la quarta colonna, nella quale i ragazzi dovranno fare uno sforzo per descrivere il modo in cui si relazionano con le diverse persone: è importante capire lo stato d’animo, il comportamento e i sentimenti che caratterizzano questa fase.

CHI
DOVE
PERCHÉ
COME

























A questo punto dare ad ogni ragazzo un evidenziatore o un pennarello chiedendo che segni quali di queste relazioni vive sui social (FB, twitter, whatsApp, Instagram ecc…) aprendo un confronto: Che differenza c’è fra quelli vissuti sui social e quelli di persona? Nella colonna “Come” metteresti qualcosa di diverso? Si può recuperare la lista dell’incontro precedente (A quale delle persone elencate diresti...) per segnare quali aspetti della loro vita condividono sui social e quali direttamente con le persone.

Ascolto della canzone “SIAMO L’ESERCITO DEL SELFIE” Takagi & Ketra
Condividere in piccoli gruppi un’analisi del testo della canzone per esprimere cosa ne pensano. Creare possibilmente un dibattito fra coloro che sono pienamente d’accordo con la canzone e chi non la condivide, cercando di far emergere le motivazioni vere, anche attraverso esempi concreti della loro vita.
IPERCONNESSI E BISOGNOSI DI LEGAMI
Quali relazioni tra gli adolescenti di oggi?
L'adolescenza è quella fase della vita in cui un soggetto progetta il proprio futuro. Non più bambini, non ancora adulti, in adolescenza ragazzi e ragazze devono scoprire chi è l'individuo unico e speciale da "mettere a punto" e definire attraverso le proprie competenze ed esperienze; le stesse che in età adulta permetteranno loro di abitare la vita, conquistare il territorio delle relazioni ed esplorare il mondo. Se l'età adulta porta alla stabilizzazione della propria identità, l'adolescenza (quella fascia d'età compresa tra i 13 e i 19 anni) si connota per la straordinaria instabilità di chi la vive. […] In questo scenario di mutevolezza e instabilità costanti, c'è una dimensione che rimane stabile durante l'intera adolescenza: il bisogno di nuovi contatti e relazioni. L'adolescente vive una necessità improrogabile di confrontarsi con gli altri, con un mondo di persone che non abitano in casa e di cui non può fare a meno. Oggi questa esigenza si esprime anche attraverso nuovi strumenti, i social network, a portata di mano degli adolescenti grazie agli smartphone. Che cosa significa costruire legami sociali nell'epoca della familiarità con il mondo del web? In che modo la realtà virtuale incide sull'evoluzione e sulla maturità dei ragazzi?
Il bisogno di socializzazione La socializzazione è per eccellenza la sfida evolutiva dell'adolescente. Essa diventa necessaria perché è solo attraverso l'incontro con gli altri che il giovane può "sganciarsi" dai legami protettivi che gli vengono offerti in famiglia. Senza la socializzazione, infatti, rischierebbe di rimanere per sempre il cucciolo di mamma e papà, pronti a proteggerlo per evitargli fallimenti e pericoli. L'adolescente vuole imparare a fare da solo, eventualmente in compagnia dei coetanei. Lo sanno bene i genitori, che spesso soffrono di questo distacco emotivo dal figlio adolescente il quale, ogni giorno, è seriamente impegnato a far comprendere loro che le sue nuove regole di vita, seppur negoziate in famiglia, devono essere tali da permettergli dl garantirsi visibilità e popolarità all'interno del gruppo dei pari. […]
Sociali o social?
Se quanto scritto fin qui vale per l'adolescenza di cinquant'anni fa così come per quella contemporanea, oggi c'è però un nuovo elemento che contamina ogni aspetto della vita sociale dei giovanissimi: il loro forte coinvolgimento, attraverso le tecnologie, a giocarsi parte di questi processi anche nella dimensione della virtualità, a instaurare nuove relazioni nel mondo dei social network, a esplorare e moltiplicare identità personali (o esperimenti di esse) attraverso la plurima rappresentazione di sé nel mondo di Facebook oppure all'interno della popolazione degli Youtubers, ovverosia adolescenti che producono video per la piattaforma di Youtube, che quasi sempre hanno per protagonisti se stessi e altri coetanei. Colpiscono la velocità e l'intensità con cui la vita dei ragazzi, nell'arco di un decennio, si è spostata dalla vita reale a quella on line, cambiando atteggiamenti e abitudini degli adolescenti, rivoluzionandone stili comunicazionali e relazionali e trasformando, in qualche modo, anche importanti dimensioni quali-quantitative associate ai loro bisogni e contesti di crescita. […] L'estrema familiarità con il mondo web ha comportato una crescente socializzazione all'interno di piattaforme digitali e attraverso "app" che permettono di mettersi in contatto contemporaneamente con un numero pressoché illimitato di persone. Nel 2014, sempre in base alla ricerca della SIP, 1'81% degli adolescenti aveva un proprio account su Whatsapp, il 42% era un membro attivo di Instagram e il 30% dei maschi e il 37% delle femmine risultava iscritto ad Ask, un social network che permette di comunicare mantenendo il proprio anonimato, chiedendo agli altri iscritti qualsiasi cosa, opportunità da alcuni utilizzata in modo alquanto maldestro, tanto da far giungere sulle prime pagine dei giornali episodi molto gravi di cyberbullismo.
Aspetti positivi e negativi della socializzazione on line
Ciò che colpisce non sono semplicemente gli alti tassi con cui gli adolescenti oggi si giocano parte della vita nella dimensione virtuale dell'on line, ma l'arco di tempo in cui questi numeri sono stati raggiunti. La digitalizzazione globale e la virtualizzazione dell'esistenza hanno comportato una trasformazione antropologica molto rapida, interessando in modo particolare i giovanissimi proprio nei loro processi di socializzazione, tanto da lasciare noi adulti spesso "sprovvisti" di competenze adeguate per sostenerne la crescita. […] Il bisogno di socializzazione dell'adolescente, portato nel mondo web, ha così permesso ai ragazzi di viverne in modo intenso e significativo tutti gli aspetti positivi. Oggi possono rimanere in contatto in tempo reale senza più limitazioni geografiche o problemi di costi […]
Ma proprio questa straordinaria velocità di contatto e accessibilità senza limiti ha comportato anche la presa di coscienza di molti aspetti negativi, francamente problematici, connessi alla socializzazione virtuale. Il primo aspetto problematico è rappresentato dal bisogno di essere visti, fino a sconfinare nel narcisismo quasi patologico, tratto assai frequente nel nostro contesto socioculturale, fortemente connotato dal bisogno di visibilità pubblica di ognuno di noi, tanto che alcuni autori definiscono la contemporaneità "l'era del narcisismo" (cfr Cesareo e Vaccarini 2012; Twenge e Campbell 2009). Un altro problema frequente è dovuto all'attitudine di molte ragazze a trovarsi coinvolte nel fenomeno del sexting, termine inglese nato dalla crasi delle parole sex e texting, che sta a significare l'atto di condividere messaggi, immagini o video dal contenuto connotato sessualmente in modo più o meno esplicito (cfr Pellai, Erba et al. 2015).
Virtuali si diventa?
 Sexting e cyberbullismo rappresentano gli aspetti estremi di fenomeni di socializzazione virtuale, che avvenendo in contesti non reali rischiano di lasciare i ragazzi sprovvisti di competenze pro-sociali, necessarie per vivere legami e affetti nel mondo reale. In questo senso il fenomeno più eclatante è quello che è stato descritto in Giappone e che ha per protagonisti i cosiddetti hikikomori (cfr Ricci 2008), adolescenti e giovani uomini, che «volontariamente rinunciano ad avere una vita nel mondo reale e per tempi lunghissimi – si parla di mesi se non addirittura di anni – si recludono volontariamente tra le quattro pareti della propria camera da letto. Nessuna attività sociale, professionale, di studio, nessun incontro con persone reali: tutto quello che succede in questo carcere domestico auto-imposto passa attraverso il computer e la navigazione on line» (Pellai 2010, 143). Il rischio di crescere socializzando intensamente nel mondo on line a discapito del mondo reale comporta una progressiva incapacità di apprendere e strutturare competenze pro-sociali che poi devono essere messe in gioco e servono per tutta la vita. . Tale rischio è stato evidenziato da più ricerche, basate anche su evidenze emerse nell'ambito di analisi svolte da ricercatori delle neuroscienze (cfr Richards, McGee et al. 2010; Lee, Chang et al. 2014), rispetto alle quali il neuropsichiatra tedesco Manfred Spitzer fornisce questa sintesi preoccupante: «Gli studi più recenti dimostrano che le aree del cervello responsabili del comportamento sociale non si sviluppano in maniera normale (nella socializzazione on line). Le conseguenze sono difficilmente prevedibili, ma devono comunque farci pensare. I giovani sanno sempre meno come comportarsi, che cosa possono permettersi e che cosa vogliono.
La falsa socializzazione che sta in un click
Nella socializzazione virtuale viene a mancare proprio tutto questo, perché agli adolescenti risulta molto facile, perché gratifica il loro cervello emotivo, così capace di prendere il controllo di tutte le situazioni, e non costringe il cervello cognitivo a fare fatica, a sottoporsi a sfide impegnative che comportano la messa in gioco e l'assunzione del rischio di fallimento, elemento che non può non connotare la vita dell'adolescente. Perché senza rischio non può esserci crescita. E in effetti il mondo on line è una dimensione di socializzazione dove non si rischia niente, dove si può (apparentemente) fingere di essere tutto e il contrario di tutto, senza dover poi sostenere la sfida e il confronto, che nella realtà risultano inevitabili. Nel web socializzare comincia con un click e con lo stesso click si può spegnere tutto e fermare tutto, quando la richiesta dell'altro si presenta troppo impegnativa. La socializzazione veloce, basata su brevi frammenti di frase, non comporta un reale incontro e confronto con l'altro, ma semplicemente la creazione di un contatto, che può rimanere tale per sempre. Un contatto in cui due o più persone possono rimanere legate da un filo leggero, che può essere spezzato o reso invisibile di fronte alla prima frustrazione. È questo l'aspetto che rischia di fare male nella socializzazione on line cui tantissimi adolescenti sono oggi dediti in modo intenso, a volte addirittura totalmente pervasivo. […]
Stralcio di articolo di Alberto Pellai, psicoterapeuta,
Note di Pastorale Giovanile.
option=com_content&view=article&id=12334%3Aiperconnessi-e-bisognosi-dilegami-quali-relazioni-tra-gli-adolescenti-di-oggi&catid=468%
3Aadolescenti&Itemid=1

MOSTRARE IL VIDEO
“HIKIKOMORI: MILIONI DI GIOVANI ISOLATI NEL MONDO”
Lasciare che i ragazzi si esprimano liberamente su quanto il video suscita in loro. Aprire un confronto sui possibili rischi di situazioni simili nella loro realtà.
GLI INCONTRI DI DIO NELL’A.T.
Dio si manifesta all’uomo tramite diverse modalità (preghiera, sogni, avvenimenti…) cercando sempre un contatto personale, un rapporto vero con la persona a cui si rivolge. Proviamo a cercare nell’Antico Testamento alcuni episodi nei quali Dio si è messo in relazione con le persone (diamo agli adolescenti una Bibbia e lasciamo uno spazio di tempo perché possano cercare degli esempi). Se trovano troppa difficoltà nella ricerca possiamo assegnare dei brani diversi a ciascuno di loro o a dei gruppi di ragazzi perché li cerchino e li leggano insieme per un confronto poi assembleare. (v. incontro di Dio con Adamo, con Abramo, con Mosè, con Elia, con i profeti o altri personaggi…).
Ø  Come agisce Dio?
Ø  Qual è lo scopo della relazione tra Dio e l’uomo cercato?
Ø  Come si sente la persona che entra in contatto con Dio?
Sulla base di questi esempi provare a elencare le caratteristiche delle relazioni reali che Dio instaura con le persone: coinvolgimento personale, verità della relazione, fiducia reciproca, conseguenze concrete nella storia personale, cambiamento, missione ecc...

PREGHIERA
Dio dell’incontro e della relazione, vieni ad incontrarci.
Dio di Adamo ed Eva, vieni ad incontrarci.
Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, vieni ad incontrarci.
Dio di Mosé, di Giosué, di Rut, di Ester…
vieni ad incontrarci.
Dio di Isaia, di Geremia, di Elia, di Ezechiele…
vieni ad incontrarci.
Dio dei volti e delle storie, Dio delle vicende e dei sogni,
vieni ad incontrarci.
Dio della parola e dei segni, vieni ad incontrarci.
Dio della mia vita e di ogni vita, vieni ad incontrarmi!
(la preghiera può continuare spontanea
perché ciascuno possa pronunciare il nome di alcune persone
e tutti rispondono: vieni ad incontrarci!)

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