domenica 29 marzo 2020

LA DOMENICA DEL PIANTO

      
Oggi, Papa Francesco ci ricorda le lacrime di Gesù ed invoca la Spirito Santo, il Consolatore, che, come promesso da Gesù , non ci lascia mai soli in ogni situazione della vita , nei momenti di tristezza , nella sofferenza , nell’ angoscia, nel dolore, ognuno cerca una parola di consolazione.
Sentiamo forte il bisogno che qualcuno ci stia vicino e provi compassione per noi. Sperimentiamo che cosa significhi essere disorientati, confusi, colpiti nel profondo come mai avevamo pensato. La mente si riempie di domande, ma le risposte non arrivano.
Il Papa a sempre ribadito che le lacrime che vengono versate, anche in questo momento  a causa del coronavirus, lacrime di medici, infermieri, di  governanti, di  sacerdoti , di anziani, di mamme e papà, di bambini, anche se non troviamo un senso a questa sofferenza ,  abbiamo la certezza è che Gesù non ci lascia soli, che lui stesso sa cosa significhi piangere.
Papa Francesco  ci ha ricordato una delle pagine più commoventi del Vangelo, quando Gesù piange per la morte di Lazzaro. Le lacrime di Gesù, hanno sconcertato tanti teologi nel corso dei secoli, ma soprattutto hanno lavato tante anime, hanno lenito tante ferite. Anche Gesù ha sperimentato nella sua persona la paura della sofferenza e della morte, la delusione e lo sconforto per il tradimento di Giuda e di Pietro, il dolore per la morte dell’amico Lazzaro. Ma se Gesù piange, anche in altre occasioni,  Papa rancesco , ci ha detto:  «anch’io posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l’antidoto contro  la sofferenza . Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più critiche[ in questa pandemia[ .  [Pensiamo alla tristezza  di quanti  non possono  più ricevere   le terapie di cui necessitano per le loro malattie, tutto è fermo.[  Il pianto di Gesù non può rimanere senza risposta da parte di chi crede in Lui. Come Lui consola, così noi siamo chiamati a consolare».
Ed è la preghiera, la vera medicina per la nostra sofferenza. Come Gesù che invoca il Padre, anche noi, nella preghiera, possiamo sentire la presenza di Dio accanto a noi. La tenerezza del suo sguardo ci consola, la forza della sua parola ci sostiene, infondendo speranza.
Non possiamo che essere grati a  Sua Santità Papa Bergoglio, al Vescovo Ecc.  Sergio Melillo, a Don Claudio Lettieri  che ci  fanno sentire la loro presenza attraverso la benedizione, i messaggi, la catechesi, la funzioni liturgiche a distanza. 


Parroco Lettieri Don Claudio

 

Nato a Monteverde (AV) il 13/11/1968

  • Presbiterato: 06/07/1996
  • Direttore dell'Ufficio Missionario Diocesano
  • Assistente Diocesano Ragazzi dell'Azione Cattolica Italiana
  • Parroco di S. Maria Assunta e San Nicola in Flumeri(AV)

Per un certo periodo a don Claudio è stata affidata la bellissima comunità di Trevico,  sede dell'antica cattedrale, "scrigno di fede di arte e di cultura", perché possa continuare a camminare incontro a Cristo, nostro Maestro e Signore. Gratitudine e commozione da parte del neo amministratore che si è sentito onorato di poter guidare, l'antica comunità trevicana. 

"Con animo di Pastore - scrive il Vescovo nella lettera di presentazione del nuovo amministratore - sono vicino alla comunità parrocchiale Santa Maria Assunta di Trevico, sapendo che il Vescovo deve sempre favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana perseguendo l'ideale delle prime comunità cristiane, nelle quali i credenti avevano un cuor solo e un'anima sola. Perciò a volte si porrà davanti per indicare la strada per non spegnere la speranza del popolo, altre volte sarà in mezzo a loro con la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro a loro, nel sogno missionario di andare incontro a tutti".



giovedì 26 marzo 2020

INDULGENZA PLENARIA




Domani,27 marzo 2020, sarà un giorno particolare. Un  venerdì di Quaresima pieno  di dolore per le vittime del Covid 19, triste  per il grande  numeri del contagiati in tutto il  mondo. Però è viva anche la   speranza che si alimenta con la preghiera. 
In questo “Venerdì della misericordia”  i vescovi che ne hanno la possibilità sono invitati a recarsi da soli a un Cimitero della loro diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione. La finalità  è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questi giorni nonché di esprimere anche in questo modo la partecipazione della Chiesa alla sofferenza  di chi è nel dolore .
Per ciò è molto importante  il gesto di Papa Francesco che  presiederà un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota, per implorare  il Signore di ascoltare le preghiere di tutte le persone.
 La preghiera prevede anche l’adorazione del Santissimo Sacramento, con il quale al termine Papa Bergoglio  impartirà la Benedizione Urbi et Orbi, con la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. Quest’ultima eccezionalmente “cambia” alla luce dei tempi particolari che viviamo.
 L’indulgenza consiste nella la cancellazione, della pena temporale dovuta per i peccati già confessati e perdonati sacramentalmente. 
L’assoluzione sacramentale cancella i peccati, mentre l'indulgenza cancella la pena temporale, che non significa terrena, ma con una durata di tempo non senza fine: terrena, oppure da scontare in Purgatorio..
L' indulgenza, di norma, si ottiene con la Confessione sacramentale ,  la comunione eucaristica e la preghiera 
 Però in questi tempi di criticità la Chiesa offre  la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria ai malati di coronavirus, agli operatori sanitari, ai familiari e a quanti, con modalità differenti si prendono cura di chi sta male. E proprio in virtù della situazione attuale stabilisce condizioni particolari, che ad esempio non prevedono la presenza fisica alle celebrazioni, salvo poi provvedere appena possibile. 
L’Indulgenza plenaria si può ottenere anche da parte di chi, in punto di morte, sia impossibilitato a ricevere il Sacramento dell' Unzione degli infermi o il Viatico, «purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera». In questo caso è raccomandato l’uso del crocifisso e della croce.
Inoltre, proprio in virtù della drammatica eccezionalità che viviamo, la Penitenzieria apostolica va oltre e concede la possibilità di ottenere l'Indulgenza plenaria anche «a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l'adorazione eucaristica o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz'ora, o la recita del Santo Rosario o dell'inno Akàtistos alla Madre di Dio, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, o dell'ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio o altre forme proprie delle rispettive tradizioni orientali di appartenenze per implorare la cessazione dell'epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna a quanti il Signore ha chiamato a sé».
Inoltre   la Penitenzieria apostolica, apre in via del tutto eccezionale la possibilità dell’assoluzione collettiva che spetta al pastore della Chiesa locale «e relativamente al livello di contagio pandemico» determinare «i casi di grave necessità nei quali sia lecito impartire l’assoluzione collettiva: ad esempio all’ingresso dei reparti ospedalieri, ove si trovino ricoverati i fedeli contagiati in pericolo di morte, adoperando nei limiti del possibile e con le opportune precauzioni i mezzi di amplificazione della voce, perché l’assoluzione sia udita».
Quando  «i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali».


mercoledì 25 marzo 2020

INVITO DI PAPA FRANCESCO



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25  marzo, le Chiese cristiane 
invitate dal Papa alla preghiera 

Fratelli, figli dello stesso Padre 
“In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo. Invito tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo,Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato”.
Con queste parole, pronunciate all’ Angelus di domenica scorsa, Papa Francesco invita tutti a rinnovare tale preghiera “parecchie volte al giorno, ma, tutti insieme, a recitare il Padre Nostro mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno, tutti insieme.
“Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione
del Verbo – ha concluso il Santo Padre – possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto”.
Le motivazioni della scelta di Papa Francesco di chiedere a tutti i cristiani del mondo di riunirsi in un’unica preghiera si radica nel Vangelo stesso. Di fronte all’ impotenza, all’ incapacità e al disorientamento sperimentati dagli Apostoli, Gesù risponde loro: “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera” (Mc 9,29).
La preghiera del Padre Nostro è la preghiera di Gesù, l’ Abbà del Figlio, l’espressione della sua intima comunione d’amore con il Padre. Il cristiano vive in questa relazione: animato dalla presenza del Consolatore, impara a vedere e interpretare la realtà con gli occhi della fede; facendo sue le parole di Gesù, esprime il riconoscimento della signoria di Dio sulle vicissitudini della storia e confida nel suo andare verso il compimento definitivo del Regno. Chiede - a livello personale e comunitario - il nutrimento necessario, il perdono dei peccati, la liberazione dal male che minaccia la salvezza.
La valenza ecumenica della preghiera - a maggior ragione della preghiera di Gesù - risuona già nelle parole di San Cipriano: “Per noi (il Padre Nostro) è una preghiera pubblica e comune; quando preghiamo, non preghiamo per uno soltanto, ma per tutto il popolo, perché tutto il popolo è uno. Il Dio della pace e il maestro della concordia, che ha insegnato l’unità, ha voluto che uno pregasse per tutti, come Lui ha portato tutti in uno”.
Da questa fede nasce la speranza, che si fa servizio e ha la forma dell’unità.
Come sottolinea la Conferenza delle Chiese europee, per i cristiani “vivere l’unità è ancora più importante nei momenti di crisi per favorire la cooperazione e per testimoniare l’amore di Dio per tutti con la preghiera e con l’azione”.
L’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso rilancia l’invito del Santo Padre, chiedendo – dove possibile – di estenderlo ai fratelli e alle sorelle delle altre Chiese cristiane che vivono sul territorio, oltre che ai membri delle Commissioni ecumeniche e a quanti operano per l’unità della Chiesa.



(La Segreteria Genera)

AMICIZIA- PAPA FEANCESCO
























martedì 24 marzo 2020

OMELIA DI PAPA FRANCESCO

Il discorso pronunciato da Bergoglio nell'omelia del 23 marzo 2020.


" Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la  sicurezza nella fase della paura, l'amore nella discordia. Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti. Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell'anonimato. Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare dentro se stessi. Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici é non avere paura dei propri sentimenti ed essere in grado di parlare di te. Sta nel coraggio di sentire un "no" e ritrovare fiducia nei confronti delle critiche, anche quando sono ingiustificate. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono. Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori". È avere il coraggio di dire "Mi dispiace". È avere la sensibilità di dire "Ho bisogno di te". È avere la capacità di dire "Ti amo". Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità ... che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza. E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza. Non mollare mai ... Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile."



martedì 17 marzo 2020

LA FORZA DELLA PREGHIERA

 


Signore nostro e Dio nostro,

per il tuo amore e per la tua misericordia,

guarisci i tuoi figli dal coronavisus ,

 e da tutti i mali che la scienza non riesce a curare.

 Fa’ che con il tuo aiuto si scoprano i rimedi,

aiuta e sostieni tutti,

quanti si adoperano per fronteggiare questa pandemia.

Signore, è un'esperienza dura

una realtà difficile da accettare, fa toccare con mano,

la fragilità e la precarietà della nostra vita.

Adesso guardiamo con occhi diversi quello che abbiamo

e che non ci appartiene,

è un tuo dono.

Signore abbiamo scoperto

 cosa vuol dire dipendere,

aver bisogno di tutto,

e di tutti, non poter far nulla da soli.

 Stiamo provando la solitudine, l'angoscia...

ma anche l'affetto,

 l'amicizia di tante persone.

 Signore, sostieni tutti gli operatori che si prendono,

 cura dei malati di coronavirus,

 sostienili   con la tua forza.

Illumina quanti si impegnano,

quanti cercano di alleviare le malattie,

e ogni sofferenza,

dai fiducia ad ogni attesa.

Signore benedici le menti, le mani e i cuori

di quanti si accostano alle infermità;

fa' che non considerino le persone come casi da studiare,

o un numero da sbrigare,

ma vedano un volto,

comprendano le ansie,

e portino alla luce le risorse interiori.

Signore ti preghiamo per quanti sono presi da se stessi,

e non hanno tempo di ascoltare;

fa' che scoprano che la saggezza risiede nell'umiltà

e che la guarigione cammina in compagnia della bontà.

 Ti preghiamo per coloro che sono stanchi,

stanchi di veder soffrire e di dover capire,

perché non si arrendano dinanzi alle difficoltà,

Signore fa’ che si sappia rinnovare la motivazione

per sostenere i sofferenti

 carichi di speranza.

  Signore, anche se è difficile,

ti diciamo: Sia fatta la Tua Volontà.

Amen.
( io)



domenica 15 marzo 2020

Preghiera per il coronavirus





PREGHIERA PER I MOMENTI DIFFICILI


Signore, Gesù Cristo, hai percorso città e villaggi “curando ogni malattia e infermità.”
Al tuo comando, i malati erano guariti.
Vieni ora in nostro aiuto, nel corso della pandemia da coronavirus, affinché possiamo sperimentare il tuo amore che guarisce.
Guarisci coloro che sono ammalati per il virus.
Possano riacquistare forza e salute grazie ad assistenza sanitaria qualitativa.
Guariscici dalla nostra paura, che impedisce alle nazioni di lavorare insieme e ai vicini di aiutarsi reciprocamente.
Guariscici dal nostro orgoglio, che può farci presumere invulnerabilità rispetto ad una malattia che non conosce confini.
Signore, Gesù Cristo, hai percorso città e villaggi “curando ogni malattia e infermità.”
Al tuo comando, i malati erano guariti.
Vieni ora in nostro aiuto, nel corso della pandemia da coronavirus, affinché possiamo sperimentare il tuo amore che guarisce.
Signore, Gesù Cristo, guaritore di tutti, resta al nostro fianco in questo tempo di incertezza e di dolore.
Sii accanto a coloro che ci hanno lasciati a causa del virus. Possano riposare con te, nella tua pace eterna.
Sii accanto alle famiglie dei malati e delle vittime. Nella loro preoccupazione e sofferenza, difendili dalla malattia e dalla disperazione. Possano fare esperienza della tua pace.
Sii accanto ai medici, agli infermieri, ai ricercatori e a tutti i professionisti della salute che, correndo rischi per sé, cercano di curare ed aiutare le persone colpite. Possano conoscere la tua protezione e la tua pace.
Sii accanto ai leader di tutte le nazioni. Concedi loro lungimiranza per agire con carità e vera sollecitudine per il benessere delle persone che sono chiamati a servire. Dà loro saggezza per investire in soluzioni a lungo termine, che aiutino a prepararsi ad eventuali future epidemie o a prevenirle. Possano essere abitati dalla tua pace, mentre lavorano insieme, per conseguirla sulla terra.
Che siamo a casa o all'estero, circondati da molte persone che soffrono per questa malattia o solo da poche, Signore, Gesù Cristo, resta con noi, mentre resistiamo e piangiamo, mentre perseveriamo e ci prepariamo. Al posto della nostra ansia, donaci la tua pace.
Signore, Gesù Cristo, guariscici.

dal sito:




sabato 14 marzo 2020

MESSAGGIO DI DON CLAUDIO LETTIERI


"E' il momento di dimostrare il nostro valore e oggi è il momento di lottare . Andrà tutto bene!!! " ( don Claudio) 


 https://www.youtube.com/watch?v=Xj8L0NVpTCo&feature=youtu.be


  




Via Crucis e celebrazione



Don Claudio Lettieri, parroco di Flumeri e Trevico, si è attivato per essere vicino a tutta la comunità parrocchiale. Questa  sera alle ore 17:30 la prima Via  Crucis e la celebrazione eucaristica dalla chiesa San Maria Assunta e San Rocco di Flumeri.





Papa Francesco, omelia a Santa Marta del 12 marzo 2020








mercoledì 11 marzo 2020

COMUNIONE SPIRITUALE IN TEMPO DI CORONAVIRUS



base a quanto decretato, per tutelare la salute, le messe sono celebrate in forma privata già da alcuni giorni. Ad ogni celebrazione saremo uniti al Signore nella preghiera per superare questo difficile momento.
Qualche proposta e chiarimento:



Preghiera per la comunione spirituale

  
Gesù mio, 
io credo che sei realmente presente 
nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa 
e ti desidero nell' anima mia. 

Poiché ora non posso riceverti 
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente 
nel mio cuore.

Come già venuto, 
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai 
a separare da te.

Eterno Padre, io ti offro
il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
 in sconto dei miei peccati, 
in suffragio delle anime del purgatorio 
e per i bisogni della Santa Chiesa.


Comunione spirituale -Cos'è- come si fa

Cos'è ?
Scrive sant'Alfonso Maria de' Liguori nel suo Visite al Santissimo Sacramento e a Maria santissima a proposito della Comunione spirituale:

La Comunione spirituale consiste, secondo san Tommaso, in un desiderio ardente di ricevere Gesù sacramentato ed in un abbraccio amoroso come già fosse ricevuto.



Quanto poi siano gradite a Dio queste comunioni spirituali e quante grazie egli per mezzo loro dispensi, il Signore lo diede ad intendere a quella sua serva suor Paola Maresca fondatrice del monastero di Santa Caterina da Siena in Napoli, quando le fece vedere, come si narra nella sua vita, due vasi preziosi, uno d'oro e l'altro d'argento; e le disse che in quello d'oro Egli conservava le sue Comunioni sacramentali, e in quello d'argento le sue Comunioni spirituali.



Sopra tutto basta sapere che il Concilio di Trento molto loda la Comunione spirituale ed anima i fedeli a praticarla. Perciò tutte le anime devote sogliono spesso praticare questo santo esercizio della Comunione spirituale.

Si esorta dunque chi desidera avanzarsi nell'amore di Gesù Cristo fare la Comunione spirituale almeno una volta in ogni visita al Santissimo Sacramento ed in ogni Messa che si sente.
Con Comunione spirituale si intende una preghiera mediante la quale il fedele esprime il desiderio di unirsi a Cristo e di ricevere Gesù-Eucaristia, pur senza prendere materialmente la Comunione sacramentale, cioè l'Eucaristia in vero Corpo e vero Sangue di Cristo, nell'ostia consacrata.
Per quanto gli effetti della Comunione spirituale siano abbondanti, non giungono ad eguagliare quelli della Comunione sacramentale, come la visione riferita da sant'Alfonso chiarisce in modo esemplare.

Perché e quando si fa?
Alla base della scelta di fare la Comunione spirituale può esserci l'impossibilità - materiale o morale - da parte del fedele di ricevere la Comunione sacramentale. Rispetto alla Comunione sacramentale, infatti, la Comunione spirituale può essere fatta ogni volta che il fedele lo voglia e in qualsiasi momento della giornata o luogo.
La Comunione spirituale è fra le pratiche ascetiche più fruttuose, diffuse ed antiche, come testimoniato da molti santi e da esperienze mistiche. Fra i santi più noti legati alla pratica della Comunione spirituale si annoverano Tommaso d'Aquino, Alfonso Maria de' Liguori, Caterina da Siena, Margherita Maria Alacoque, Francesco di Sales e Josemaría Escrivá.

La Comunione spirituale rende superflua la Comunione sacramentale?
Assolutamente no. La Comunione sacramentale è e rimane aspirazione e desiderio di ogni uomo. Scrive san Tommaso d'Aquino:
Tuttavia non è inutile la Comunione sacramentale; perché questa produce l'effetto del Sacramento più perfettamente del solo desiderio [che è proprio della Comunione spirituale, Ndr]
Summa Theologiae, III, q. 80, art. 1, ad 3.
Si può fare la Comunione spirituale quando si è in peccato mortale?
A differenza della Comunione sacramentale, la Comunione spirituale può essere fatta anche se non si è pienamente in grazia di Dio. Scrive P. Angelo Bellon op, docente di teologia morale e curatore del servizio "Un sacerdote risponde" su AmiciDomenicani.it:
Per goderne tutti i frutti, è necessario essere in grazia di Dio. Il proposito di andarsi a confessare, unito al pentimento dei peccati commessi, può essere già un segno che la grazia di Dio ci ha raggiunti, sebbene non si sia ancora fatta la confessione sacramentale. In ogni caso, non è mai sbagliato farla. Il Signore vede il desiderio dell'anima.
È pratica buona e consigliata anche pregare per la Comunione spirituale mentre ci si prepara a ricevere con il dovuto fervore e la giusta disposizione la Comunione sacramentale.

Dove si riceve la Comunione spirituale?
Rispetto alla Comunione sacramentale, la Comunione spirituale ha la caratteristica di poter essere fatta ogni qualvolta il fedele lo voglia e in qualsiasi luogo o momento della giornata. Ciò detto, si deve prestare attenzione a non svalutare o svilire la Comunione spirituale, che è comunque vera Comunione. Scrive di nuovo P. Angelo Bellon op:

La Comunione spirituale può essere fatta ovunque, anche se per godere frutti più abbondanti è necessario un certo raccoglimento e stabilire una vera comunione di pensieri e di affetti col Signore. È vero che si può fare anche in un istante e quante volte si vuole, ma in ogni caso deve essere vera Comunione, vale a dire fusione del nostro io con [il] Suo, dei nostri pensieri e dei nostri affetti con i Suoi. Deve essere un momento santificante e non un fatto magico.



Ottimo metodo di fare la Comunione spirituale è quello di unirla all'ascolto della Parola del Signore, e cioè nella meditazione. Ma nella meditazione e soprattutto nella contemplazione si attua la Comunione spirituale senza esprimere delle formule particolari. La si vive senza pensare di porre l'atto. Molti fanno la Comunione spirituale quando ricevono la benedizione eucaristica.
Ottima occasione per una Comunione spirituale è ovviamente anche un momento di Adorazione Eucaristica fatta seriamente, anche online tramite webcam in diretta.
Cosa dire, come pregare?
Il Cristianesimo non è religione di "formule magiche". Non esiste perciò uno speciale "insieme di parole" che possa darci garanzia di ottenere la Comunione spirituale. Esistono diverse formule verbali di Comunione spirituale che devono però essere accolte come spunto di riflessione personale e veicolo del desiderio di unirsi a Cristo e di ricevere Gesù-Eucaristia. Per questo non c'è formula che dia più garanzie di un'altra, anzi spesso domandando con parole proprie o con elevazioni del cuore o della mente si ottengono i maggiori effetti spirituali, che sempre dipendono anche dalle disposizioni interiori.
Fra le formule più diffuse:

Gesù mio, credo che Tu sei nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell'anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

(breve pausa in cui unirsi a Gesù)

Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te; non permettere che io mi abbia mai a separare da Te.
Fonte:



martedì 10 marzo 2020

LE FASI DELL' AMORE


FINALITA' EDUCATIVA

 Educare  a distinguere tra infatuazione e innamoramento. 




LE FASI DELL’AMORE
  

L’amore ha diversi spetti e non tutto ciò che sentiamo e viviamo può essere definito precisamente come tale. Il percorso dell’amore attraversa generalmente alcune fasi:

              Infatuazione               Innamoramento                        Amore 

L' infatuazione e l' innamoramento si  differenziano per intensità e per esito del sentimento. Se poi confondiamo innamoramento e amore non riusciamo a crescere nella pienezza di un rapporto perché l’impegno che presumono è essenzialmente diverso. Cerchiamo di comprendere insieme la differenza delle tre fasi. 


L’infatuazione è caratterizzata dall’attrazione, da una serie di emozioni che si vorrebbe non finissero mai, una sorta di stato alterato di coscienza, di cuore che batte forte, siamo nella fase del corteggiamento. Il partner è idealizzato e  appare solo con pregi, senza difetti . L’infatuazione, o cotta, è anche il momento in cui si tende a mostrare la parte migliore di sé per impressionare positivamente l’altro. Gli stati mentali sono quelli dell' insonnia, mancanza di appetito, sensazione di possedere energia inesauribile, e tutto ciò è dovuto alla produzione di sostanze ormonali nel nostro corpo. La conseguenza di questo stato febbrile è che esso si consuma abbastanza rapidamente, anche se all’ inizio, travolti dal desiderio e dalla ricerca dell’appagamento, non ce ne rendiamo conto.  Questa fase sembra confusa , come se procedessimo al buio . Spesso quando si è infatuati non si pensa alle conseguenze: ciò che abbiamo in mente è la soddisfazione del desiderio più immediato. Questo stato di cose ovviamente non può andare troppo per le lunghe. Può finire tutto oppure evolvere in un rapporto che richiede impegno e che in qualche modo ridefinisce le distanze tra i partner, che iniziano a pianificare una vita insieme, ma rispettando ciascuno il proprio ambito. 
Cos’è l’innamoramento La seconda fase è quella dell’innamoramento o dell’amore romantico, in cui, pur permanendo le sensazioni di eccitazione tipiche della fase di infatuazione, la passione lascia il posto alla tenerezza e lo stare insieme diventa ricerca e costruzione di intimità A differenza dell’infatuazione, che è dominata soprattutto dall’emotività, l’innamoramento mette in campo sentimenti più profondi come la fiducia, la lealtà, la fedeltà, il desiderio di sacrificarsi o fare qualcosa per un’altra persona, nonché la capacità di affrontare i problemi secondo la logica del compromesso, dando al partner la possibilità di esprimersi e di essere ascoltato. Gli innamorati tendono ad isolarsi ed iniziano a mettere in atto tutta una serie di comportamenti teneri: tenersi per mano, abbracci teneri, il baby talk (particolare modalità di parlare che proprio per il tono di voce particolarmente dolce e l’utilizzo di diminutivi ricorda quello tra madre e bambino). E se nella fase dell’infatuazione la tendenza è quella di mostrare il lato migliore di sé, quando ci si innamora si inizia a condividere con il proprio partner anche le emozioni negative, la delusione di un rapporto precedente, la sfiducia, la rabbia. La relazione inizia a stabilizzarsi e l’altro diventa una sorta di “rifugio emotivo”, grazie ad una forte intesa che fa percepire l’altro come l’anima gemella, la persona che permette di fantasticare un futuro fatto di cose insieme tutte perfette: bambini perfetti, un’intesa perfetta, frequentazioni perfette, senza litigi e con aspettative totalmente rosee. “Se l’innamoramento è vissuto nella verità, è un vero e proprio inizio di immersione nel mistero. Avviene la scoperta dell’unicità irripetibile di una persona: è irripetibile, è unica perché ha in sé una preziosità da meritare che io istituisca con essa un rapporto del tutto speciale. Avviene la scoperta della preziosità della persona che si impone con la sua presenza, nella sua mascolinità\femminilità. È l’unicità di quella persona – donna\uomo che viene vissuta nell’esperienza dell’amore umano. Avviene l’evento più grande. Questa persona – donna\uomo è tale che "devo", "non posso non", "voglio" essere suo\a per sempre. Esiste un solo modo – uno solo! – di appartenenza fra due persone: il dono di se stessi. Che cosa è donato? Se stessi: il corpo e nel e mediante il corpo la persona tutta. Appunto: se stessi. Ho detto: "devo", "non posso non", "voglio" donare me stesso. Quando una scelta è la sintesi del dovere, della necessità, della volontà è il vertice della libertà. Il massimo della libertà coincide col massimo dono di se stessi. Una persona poco libera è incapace di donarsi. L’immersione è avvenuta. Che cosa abbiamo trovato dentro al mistero dell’amore? La capacità di realizzarsi nel dono definitivo di se stesso\a; la capacità intima della libertà; la nostra verità più profonda: persone capaci di donarsi” (Card. Cafarra). E qui entriamo nella terza fase.


 L’innamoramento  o dell’amore romantico, la passione lascia il posto alla tenerezza e lo stare insieme diventa ricerca e costruzione di intimità . A differenza dell’infatuazione, che è dominata soprattutto dall’ emotività, l’innamoramento mette in campo sentimenti più profondi come la fiducia, la lealtà, la fedeltà, il desiderio di sacrificarsi o fare qualcosa per un’altra persona, nonché la capacità di affrontare i problemi secondo la logica del compromesso, dando al partner la possibilità di esprimersi e di essere ascoltato. Gli innamorati tendono ad isolarsi ed iniziano a mettere in atto tutta una serie di comportamenti teneri.  E se nella fase dell’infatuazione la tendenza è quella di mostrare il lato migliore di sé, quando ci si innamora si inizia a condividere con il proprio partner anche le emozioni negative, la delusione di un rapporto precedente, la sfiducia, la rabbia. La relazione inizia a stabilizzarsi e l’altro diventa una sorta di “rifugio emotivo”, grazie ad una forte intesa che fa percepire l’altro come l’anima gemella, la persona che permette di fantasticare un futuro fatto di cose insieme tutte perfette: bambini perfetti, un’intesa perfetta, frequentazioni perfette, senza litigi e con aspettative totalmente rosee. “Se l’innamoramento è vissuto nella verità, è un vero e proprio inizio di immersione nel mistero. Avviene la scoperta dell’unicità irripetibile di una persona: è irripetibile, è unica perché ha in sé una preziosità da meritare che io istituisca con essa un rapporto del tutto speciale. Avviene la scoperta della preziosità della persona che si impone con la sua presenza, nella sua mascolinità\femminilità. È l’unicità di quella persona – donna\uomo che viene vissuta nell’esperienza dell’amore umano. Avviene l’evento più grande. Questa persona – donna\uomo è tale che "devo", "non posso non", "voglio" essere suo\a per sempre. Esiste un solo modo – uno solo! – di appartenenza fra due persone: il dono di se stessi. Che cosa è donato? Se stessi: il corpo e nel e mediante il corpo la persona tutta. Appunto: se stessi. Ho detto: "devo", "non posso non", "voglio" donare me stesso. Quando una scelta è la sintesi del dovere, della necessità, della volontà è il vertice della libertà. Il massimo della libertà coincide col massimo dono di se stessi. Una persona poco libera è incapace di donarsi. L’immersione è avvenuta. Che cosa abbiamo trovato dentro al mistero dell’amore? La capacità di realizzarsi nel dono definitivo di se stesso\a; la capacità intima della libertà; la nostra verità più profonda: persone capaci di donarsi” (Card. Cafarra). 



L’amore . Si arriva all'amore profondo attraverso il superamento dell'innamoramento. Comincia a chiamarsi amore l'esperienza dell'incontro personale vissuto come amicizia, che porta con sé la sensazione di sentirsi bene. Si prova la gioia di condividere i propri interessi fondamentali, di consultarsi su ciò che si vive e si sceglie, di entrare insieme in un comune impegno. L'incontro si fa profondo e per questo il desiderio sessuale tace: si stabilisce sempre più un equilibrio fra eros e tenerezza, fra eros e agape (amore soprannaturale, carità). Il problema centrale è scoprire l’altro nella sua specificità personale, l'altro che esiste fuori di se stessi come realtà misteriosa, ricca, inaccessibile, almeno in parte, che richiede meraviglia, accettazione, pazienza. Allora nasce la capacità di ascoltarsi, di raccontarsi la propria vita, dicendo cose mai dette a nessuno. Quando l'amore procede verso il progetto di vita matrimoniale, i due vivono a questo punto l'esperienza del fidanzamento, che è il tempo in cui ci si conosce, ci si cerca, ci si scopre, ci si rispetta.  L’esperienza di amore apre poi all'esperienza religiosa con Dio, di cui l'amore umano è sempre segno! 
Preghiera

Dio della tenerezza e dell’amore,
 noi ci affidiamo a te
nella confusione dei nostri sentimenti.
Prendi tu, fra le tue mani, il nostro giovane cuore,
 indirizzalo verso la strada dell’amore
con la pazienza di chi sa
che nulla può essere affrettato
e nulla può essere vissuto in superficie
nel mistero grande dell’amore umano.
Dio della bontà e della misericordia
 purifica il nostro cuore,
colmalo di sapienza e di luce,
infiammalo di purezza e di entusiasmo.
Non permettere che ci lasciamo bruciare
dalla fretta e dalla passione.
Dio della vita e della comunione
allarga il nostro cuore
 verso la meta dell’amore vero
e concedici di scegliere la strada
 che tu hai pensato per noi!



LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 31 luglio 2022

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde Antifona d'ingresso O Dio,...