Oggi, Papa Francesco ci ricorda le lacrime di Gesù ed invoca la Spirito Santo, il Consolatore, che, come promesso da Gesù , non ci lascia mai soli in ogni situazione della vita , nei momenti di tristezza , nella sofferenza , nell’ angoscia, nel dolore, ognuno cerca una parola di consolazione.
Sentiamo
forte il bisogno che qualcuno ci stia vicino e provi compassione per noi.
Sperimentiamo che cosa significhi essere disorientati, confusi, colpiti nel
profondo come mai avevamo pensato. La mente si riempie di domande, ma le
risposte non arrivano.
Il Papa a
sempre ribadito che le lacrime
che vengono versate, anche in questo momento a causa del coronavirus, lacrime
di medici, infermieri, di governanti, di
sacerdoti , di anziani, di mamme e papà,
di bambini, anche se non troviamo un senso a questa sofferenza , abbiamo la certezza è che Gesù non ci lascia
soli, che lui stesso sa cosa significhi piangere.
Papa
Francesco ci ha ricordato una delle
pagine più commoventi del Vangelo, quando Gesù
piange per la morte di Lazzaro. Le lacrime di Gesù, hanno sconcertato tanti
teologi nel corso dei secoli, ma soprattutto hanno lavato
tante anime, hanno lenito tante ferite. Anche Gesù ha sperimentato nella sua
persona la paura della sofferenza e della morte, la delusione e lo sconforto
per il tradimento di Giuda e di Pietro, il dolore per la morte dell’amico
Lazzaro. Ma
se Gesù piange, anche in altre occasioni, Papa rancesco , ci ha detto: «anch’io
posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l’antidoto
contro la sofferenza . Quel pianto insegna a fare mio
il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di
quanti vivono nelle situazioni più critiche[ in questa pandemia[ . [Pensiamo alla
tristezza di quanti non possono più ricevere le
terapie di cui necessitano per le loro malattie, tutto è fermo.[ Il pianto di Gesù non può
rimanere senza risposta da parte di chi crede in Lui. Come Lui consola, così
noi siamo chiamati a consolare».
Ed è la preghiera, la vera
medicina per la nostra sofferenza. Come Gesù che invoca il Padre, anche noi,
nella preghiera, possiamo sentire la presenza di Dio accanto a noi. La tenerezza del suo sguardo ci
consola, la forza della sua parola ci sostiene, infondendo speranza.
Non possiamo che essere grati a Sua Santità Papa Bergoglio, al Vescovo Ecc. Sergio Melillo, a Don Claudio Lettieri che ci fanno sentire la loro presenza attraverso la
benedizione, i messaggi, la catechesi, la funzioni liturgiche a distanza.
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