Il cuore di tutto, secondo il Papa, è l'amore. Gesù ci ha
insegnato il "grande comandamento": amare Dio con tutto il cuore,
con tutta l'anima e con tutta la mente, e amare il prossimo come se stessi.
Questi due comandamenti rappresentano la base della fede cristiana, da cui
tutto comincia e a cui tutto ritorna.
Il Santo Padre ci invita a riflettere su due verbi
fondamentali: adorare e servire. L'adorazione è vista come la prima
risposta all'amore sorprendente e gratuito di Dio. In un mondo che sembra aver
perso l'abitudine dell'adorazione, il Papa ci ricorda l'importanza di
riconoscere che solo Dio è il Signore e che le nostre vite dipendono dalla
tenerezza del suo amore. L'adorazione ci libera dagli idoli che spesso ci
ingannano e ci aiuta ad accogliere l'agire imprevedibile di Dio nella nostra
vita. Questo atteggiamento di stupore e adorazione dovrebbe essere centrale
nella vita della Chiesa.
Il secondo verbo, servire, è altrettanto importante.
Il Papa sottolinea che l'amore per Dio e l'amore per il prossimo sono
strettamente legati. Non può esistere un'autentica esperienza religiosa che
ignora le necessità del mondo. La Chiesa deve essere una Chiesa del servizio,
che non richiede una "pagella di buona condotta", ma che accoglie,
serve, ama e perdona. Questa visione riflette il Vangelo, mettendo Dio al primo
posto e insieme a Lui i poveri e i deboli.
Il Papa chiude l'omelia esprimendo gratitudine per
l'Assemblea Sinodale e facendo l'auspicio che la Chiesa possa crescere
nell'adorazione di Dio e nel servizio al prossimo. Invita tutti a continuare
con gioia la missione di portare la gioia del Vangelo a tutti.
F.A.
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