domenica 29 novembre 2020

RITIRO DI AVVENTO. Gesù: uomo dell' incontro.

 


INTRODUZIONE

 Quante volte abbiamo ricevuto da FB messaggi di questo tipo:

“Ciao, voglio  stringere amicizia con te. Clicca su conferma amicizia”.

È esperienza comune che alla vista del messaggio e della foto del profilo si apre davanti un orizzonte di ricordi, di immagini, di sguardi, di parole, di vita vissuta con questa persona. Cosa ha spinto il ragazzo  a chiedere l’amicizia su FB? E cosa ci permette di cliccare su accetta? Qualcosa di molto semplice. Un qualsiasi incontro avvenuto in diversi modi, in qualche parte del mondo, in un preciso momento vicino o lontano che sia, che ha dato il via ad una relazione. Magari è un compagno di scuola, un amico conosciuto la sera prima per caso, o forse una persona che non si vede da tanti anni incontrata un’estate in un bar o ad un campo estivo. Forse un parente, e forse, perché no, qualcuno con il quale mi sono scontrato e che mai avrei pensato avrebbe chiesto la mia amicizia. Al cuore della relazione, l’incontro Diverse persone, diversi modi di incontrare, diverse amicizie. Per ognuna, alla base c’è sempre e solo una cosa: l’incontro. Proprio questo! In un preciso istante della mia vita, per cause sempre diverse, ho incontrato qualcuno. Qualcuno è entrato nel mio mondo e lo ha abitato. Poco importa se per tanto o poco tempo, se in modo profondo o superficiale. Se in modo piacevole o non piacevole. In qualche modo abita in me. Gesù uomo della relazione allora non può che essere anche l’uomo dell’incontro. L’attività di Gesù viene raccontata nei vangeli attraverso il racconto di incontri. Una quantità smisurata di persone, individualmente o nella collettività, si trovano faccia a faccia con lui. Gesù continuamente incontra, raggiunge, è raggiunto, è incontrato. Stringe relazioni. E la relazione con gli uomini e le donne che incrocia trasforma la loro vita. Questi incontri non sono mai uguali e da essi nascono, con le diverse persone, relazioni che non possono omologarsi ad una soltanto. Diverse persone, diversi incontri e relazioni… È interessante notare che Gesù, nei vari incontri, non è mai uguale. Non mostra gli stessi comportamenti con tutti. Non ha gli stessi tratti esteriori. Pur rimanendo autenticamente se stesso, gli incontri variano con il variare delle persone che incontra e delle circostanze in cui avviene l’incontro. Gesù incontra tutti. Tutte le categorie di persone; da quelle escluse dalla socialità del tempo (pensiamo per esempio ai lebbrosi e ai pubblicani), ai malati nel corpo e nello spirito, fino alle alte cariche politiche e religiose. Ma l’incontro non è mai lo stesso. Non si comporta con un peccatore come fa solitamente con un fariseo. Così come non parla con i dottori della legge come invece fa con i suoi apostoli e con coloro che lo seguono da vicino. Non sempre è dolce e ha parole consolanti, non è sempre accomodante, non tratta tutti allo stesso modo. È chiaro che nella diversità delle relazioni il punto finale che vuole raggiungere è sempre uno: la pienezza della vita della persona che incontra. Fosse anche a costo della propria vita. La donazione è sempre totale, ma la modalità è di volta in volta differente. La relazione con persone diverse implica un incontro e una relazione diversa. In fondo è così anche per noi. Non incontriamo allo stesso modo un parente e un amico; il professore di latino e il funzionario della posta, una ragazza o un ragazzo che ci piace e il padrone di casa a cui devo pagare l’affitto. Questi incontri hanno diverse profondità, diversi toni e colori. E così devono restare. Guai se tutti gli incontri fossero uguali, se non sapessimo cogliere la differenza delle relazioni. Cosa potrebbe succedere per esempio se pensassimo di poterci comportare con il preside della scuola che frequentiamo come se fosse un amico d’infanzia? Una tragedia! E non sarebbe meno tragico e pesante il contrario: incontrare un amico come si incontra il preside! Le relazioni allora sono diverse, devono essere diverse! Imparare a fare delle differenze è un principio fondamentale per poter vivere nella società, pur rimanendo se stessi. Chi non lo sa fare, o chi non lo vuole fare, anche per motivi ideologici (e falsi) di autenticità, è un disadattato, incapace di vivere. In fondo, uno incapace di entrare in relazione se non con una sola tipologia di persone. È difficile dare una lista completa delle categorie di persone incontrate da Gesù. Possiamo provarne a vederne solo alcuni esempi

Attività

Formiamo dei  gruppi e affidiamo a ciascun gruppo uno dei seguenti brani evangelici:

Discepoli di Emmaus Lc 24

La Samaritana Gv.4,1-42

Il giovane ricco Mc 10, 17-22

 Ogni gruppo  ha il compito di analizzare il tipo di incontro che Gesù vive con queste persone:

¨ Come è avvenuto?

¨ Come si pongono i protagonisti nei confronti di Gesù?

¨ Cosa fa Gesù?

¨ Cosa produce l’incontro?

OBIETTIVO:

Nella condivisione di gruppo aiutare a far emergere quanto espresso nei commenti di seguito riportati.

 

GLI INCONGRI CON GESù

Un incontro che scuote e infiamma .

Prima di tutto il racconto dei discepoli di Emmaus (Lc 24). Gesù si fa vicino ai due che ritornano delusi nel luogo da dove erano partiti. Semplicemente cammina con loro, ascoltando ciò che hanno da dire. Gesù incontra, fa il primo passo. Non aspetta di essere cercato. Cleopa e il personaggio di cui non viene detto il nome pensavano a Gesù come a uno sconfitto, sconvolti dalla sua morte, non potevano che essere tristi. L’incontro con lui è inaspettato, e non immediatamente comprensibile. A volte è necessario del tempo per comprendere di aver incontrato il Signore. Non sempre si intuisce subito che egli mi ha incontrato. È necessario ricordare la gioia vissuta, i passi di uno sconosciuto accanto ai miei, i suoi gesti, l’amore ricevuto, le sue parole che mi hanno incendiato il cuore prima di poter dire “il Signore è vivo e l’ho incontrato”. Ad ogni modo, lui fa il primo passo. È interessante notare che le parole di Gesù in questo racconto infiammano i cuori dei due, ma partono da un rimprovero: “Lenti di cuore!”. L’incontro non è ornato da fiocchetti rosa. Forse, i due discepoli si saranno sentiti urtati dal fatto che uno sconosciuto si sia rivolto a loro in questi termini. L’incontro è forte, vuole scuotere. Gesù raggiunge il punto focale, il cuore di chi ha di fronte. Tocca il nucleo vitale. Va dritto all’essenziale. E, a volte, fa male. Per questo, l’incontro con lui, se gli si dà il permesso di essere toccati, porta sempre ad una trasformazione intima, ad un capovolgimento della vita che va sempre nella direzione di una pienezza maggiore e di una relazione più viva con lui.

 

Un incontro tra amanti .

In un altro testo (Gv.4,1-42), Gesù, in viaggio verso Gerusalemme, passa per la Samaria e incontra una donna al pozzo. A mezzogiorno. L’ora inconsueta per andare a raccogliere l’acqua fa pensare che sia una donna particolare. Molte sono le interpretazioni che si possono dare sulla sua identità. Sicuramente era una donna che non voleva incontrare nessuno per strada. O, forse, voleva incontrare qualcuno senza essere vista. Gesù la aspetta seduto sul pozzo. L’incontro, anche qui, è inaspettato. Quante volte abbiamo incontrato il Signore della vita proprio quando eravamo in cerca di altro che dissetasse la nostra sete? Quante volte siamo andati all’incontro in Parrocchia pensando solo di divertirci un po’ con gli amici e poi, invece, abbiamo trovato, negli amici, il Signore che ci aspettava? La donna, come ciascuno di noi, in cerca di acqua per dissetarsi, trova al pozzo la fonte della vita. Incontro inaspettato e relazione inaspettata. “Dammi da bere”, dice Gesù alla donna. Non è più l’incontro di uno sconosciuto con due delusi. È l’incontro fra due assetati. Il Signore entra in relazione in modo autentico, senza maschere. Gesù non ha bisogno di nascondere la sua sete. E la sete condivisa sarà il punto d’incontro e il punto di partenza per una profondità e una intimità sempre crescente. L’incontro sembra tra due amanti. Il pozzo, per tradizione luogo di corteggiamento, diventa il luogo dove Gesù incontra la sua amata e la donna il suo amato. I toni sono misteriosi, il non detto spinge la comunicazione sempre avanti e invita a scendere sempre più in profondità, finché la donna chiederà a Gesù di essere dissetata dell’acqua che solo lui può dare. Gesù ha occhi e attenzioni solo per lei. Nel dialogo egli conosce e si fa conoscere sempre più a fondo. Come nel racconto dei due di Emmaus, anche qui l’incontro termina con il ritorno in città della donna che annuncia “quest’uomo mi ha detto tutto ciò che ho fatto”.

Un incontro rispettoso, ma sconvolgente.

 L’incontro non è solo cercato da Gesù. Infatti, a volte, è incontrato da qualcuno che vuole parlare con lui, chiedergli guarigione, aiuto, consiglio, o semplicemente da qualcuno desideroso di conoscerlo e seguirlo. Nel vangelo di Marco (10, 17-22) troviamo la figura di un giovane che raggiunge Gesù per chiedergli: “Cosa devo fare per avere la vita?”. Gesù è il maestro, considerato come un rabbì, è avvicinato per ottenere un consiglio prezioso. L’incontro sarà ancora una volta differente. La relazione che inizia tra i due è molto diversa da quella con la donna di Samaria. Gesù con il giovane è tutto, tranne che accomodante e comprensivo. Lo rimanda in primo luogo a ciò che egli è, alla sua identità di ebreo. Conosce la strada della vita indicata dai comandamenti. Il Signore Gesù che si mostra per ciò che è, rispetta profondamente l’identità di chi lo incontra, dando estremo valore alla storia di ogni singolo. Ma il giovane è in ricerca. Non si accontenta di rispettare i vari comandamenti. Cerca di più. E forse ha visto in Gesù quel “di più” che inseguiva. Egli non solo viene rimandato alla sua identità, ma anche alla sua libertà di mettere in atto ciò che serve per dare spazio ai suoi desideri più profondi. Il rispetto è totale. Quanto siamo lontani da un Dio che si comporta come il genio della lampada! Il Dio di “esprimi un desiderio e io lo esaudirò”! Mai il Signore agisce in te, senza la tua libertà. Mai sfonda a calci la porta del tuo cuore. E mai usa strategie di adescamento per avere seguaci dalla sua parte. Non utilizza spot pubblicitari per farti consumare i suoi prodotti senza che tu lo voglia. È immediato, schietto, vero. L’incontro con Gesù per questo giovane è uno shock! Anche i discepoli che hanno assistito al dialogo sono spaventati. Il giovane esce dall’incontro triste. Anche in questo caso Gesù tocca un punto centrale. Lo incontra nel suo punto vitale. Il giovane è in crisi; è messo a contatto con qualcosa di molto profondo che ha bisogno di essere preso in considerazione, nel tempo. Il giovane voleva una risposta facile, veloce. Ora si trova a fare i conti con “la” domanda della sua vita. Non sappiamo come termina la storia: alla fine cosa avrà deciso? Mi piace pensare che un giorno, dopo quel primo incontro, sia tornato da Gesù e con le mani vuote bene in vista e gli abbia detto sorridente: “Ho venduto tutto, vorrei seguirti Signore”.

ATTIVITà

Dopo la riflessione di gruppo,

RISPONDERE alle seguenti domande .

Come definiresti il tuo incontro con Gesù?

Quando hai avuto un incontro personale con lui?

Cosa è successo e cosa è cambiato nella tua vita?

 Ti capita di cercare l’incontro con Lui?

Oppure aspetti sempre di essere incontrato?

Scrivi una preghiera che esprima il tuo desiderio o la tua difficoltà nell’incontro con Gesù.

 

Proposta di DESERTO

L’ esperienza del deserto, per aiutare i ragazzi a stare da soli per favorire l’incontro con Gesù attraverso la Sua Parola, ed educarli così alla preghiera personale.

Ad ogni ragazzo viene consegnata la scheda con l’invito a rispondere per iscritto alle domande. 

 Prima di iniziare è bene stabilire alcune piccole regole:

¨ È tempo da vivere da soli, senza parlare o tanto meno chiacchierare con altri. Non lasciarsi distrarre!.

¨ Ciascuno cerchi di essere concentrato.

 ¨ È un’occasione per stare cuore a cuore con Gesù. Non è un momento di sola lettura o studio, ma di incontro nella preghiera. Non avere fretta di rispondere alle domande ma cercare di creare un rapporto vivo con Gesù fatto di sguardo, di silenzio, di invocazione del cuore, ecc...

UN UOMO CHE INCONTRA PERSONE DIVERSE (LC 10,25-36)

La vita di ogni persona è costellata di relazioni, di incontri. E gli incontri cambiano la vita. Ma possono essere diversi. Alcuni portano alla vita, altri invece non fanno altro che, in qualche modo, toglierla. Il brano per la preghiera che proponiamo è una parabola. Un racconto che Gesù narra ad un dottore della legge. Il discorso inizia da una domanda molto semplice: «Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù tra le altre cose risponde: «...e amerai il prossimo tuo come te stesso». Da qui nasce la domanda: «E chi è il mio prossimo?», con la successiva risposta di Gesù attraverso la parabola nota a tutti come “il buon Samaritano”. Alla fine del racconto il dottore della legge comprenderà che il prossimo è la persona che è capace di fermarsi e di prendersi cura di un altro... questo prossimo in realtà è Gesù, l’uomo dell’incontro.

Dal Vangelo secondo Luca (10,25-36) 25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». 29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».

PROPOSTA di un metodo per pregare con questo brano:

* Prima di tutto fermati in silenzio per un minuto, respira lentamente pensando che incontrerai il Signore e che lui aspetta di incontrare te.

* Fai un segno di croce e affida tutto ciò che sei a lui, la tua memoria, la tua intelligenza, la tua volontà, le tue capacità.

* Chiedi la grazia di poter aprire il tuo cuore Lui, per poterlo incontrare intimamente.

* Leggi il testo lentamente fermandoti nei punti in cui trovi gusto, in cui senti che la tua vita viene toccata; non avere fretta: non è il molto sapere che sazia l’anima, ma il sentire e gustare internamente.

E chi è il mio prossimo? La domanda viene rivolta a Gesù da un dottore della legge non per cercare di capire, ma per giustificarsi. Prima vuole metterlo alla prova facendo una domanda che sembra la più intelligente di tutte (cosa devo fare per avere la vita eterna?) e ora si vuole giustificare con un'altra domanda che suppone una divisione tra le persone. Come se ci potessero essere persone che si possano non amare! Gesù racconta la parabola non per dire chi è il prossimo, ma per insegnare che è necessario farsi prossimi, vicini. Il prossimo sei tu nella misura in cui sei capace di avvicinarti ad un altro, chiunque egli sia.

Þ Fermati un istante e prova a riportare alla memoria tutte le persone che incontri quotidianamente, conosciute e sconosciute.

Un uomo...incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Il primo incontro dell’uomo che scende da Gerusalemme a Gerico è devastante. Gerico, città sotto il livello del mare, è simbolicamente utilizzata per indicare la direzione del cammino dell’uomo. Lascia Gerusalemme, città di Dio, e si incammina verso il basso, luogo pericoloso dove gli incontri con i briganti sono all’ordine del giorno. In questo cammino viene raggiunto da persone che entrano in relazione per togliere tutto. Prima di tutto spogliano, tolgono la dignità. Poi percuotono, colpiscono, fanno male. E poi se ne vanno lasciando che incontrano mezzo morto. Sono incontri particolari che spesso promettono relazioni leggere, sembrano gratuite, ma alla fine lasciano in solitudine con la propria amarezza. Non viene detto che rubano qualcosa. Il loro gusto è solo quello di un divertimento per lo sfinimento altrui.

Þ Rifletti se per caso ti trovi a vivere incontri o relazioni di questo tipo: leggere ma in fondo devastanti.

Per caso, un sacerdote...e anche un levita. Dopo i briganti è il turno di altri due tipi di persone: un sacerdote e un levita. Il custode della legge e l’addetto al culto. Entrambi sono in realtà due non incontri. Entrambi rimangono lontani. Il sacerdote e il levita quando lo vedono passano oltre, dall’altra parte. L’incontro è solamente visivo, ma non c’è incontro di sguardi. La strada percorsa è la stessa! Entrambi discendono. Ma l’incontro non c’è. È evitato. Passano oltre. Letteralmente deviarono oltre. La persona diventa un ostacolo che fa cambiare strada come se fosse un impiccio. Chissà cosa avevano nel cuore e cosa ha spinto i due a non fermarsi. Forse la paura di essere contaminati nella loro purità rituale? Forse la paura legittima di incappare essi stessi nei briganti? O forse più semplicemente per il timore di perdere tempo prezioso, oppure per timore di non essere accolti. Possono essere tanti i motivi che spingono a non incontrare. Di fatto la nostra vita vede molti di questi incontri. Quante figure ci passano accanto senza vedere. E da quante persone siamo incontrati ed è sempre un andare oltre. Un deviare con il timore di essere conosciuti in profondità, di essere svelati.

Þ Rifletti se per caso ti trovi a vivere incontri o relazioni di questo tipo: formali e in fondo senza alcun interesse. Cosa ti ostacola nel fermarti per incontrare profondamente.?

Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. L’ultimo incontro dell’uomo è con un Samaritano. I samaritani, popolo idolatra, votato agli dei degli Assiri, non potevano entrare a contatto con i giudei. E proprio il Samaritano, è colui che si fa vicino. È Gesù, il “sempre in viaggio”, sempre in ricerca di chi è perduto. Contrariamente agli altri passa accanto senza deviare oltre, lo vede e ha compassione. Gesù è capace di patire con lui. Il suo cuore si muove come le viscere di una madre per i propri figli.

 Þ Prova a sentire e gustare il Signore che in questo momento vuole fermarsi, aprire il suo cuore a te e prendersi cura di te.

Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; il modo di prendersi cura di quest’uomo samaritano è molto concreto. Non solo passa accanto sentendo compassione, ma si fa ulteriormente vicino. Per lui chi è a terra non è un ostacolo al proprio percorso ma è lo scopo del suo cammino, del suo viaggio. Il suo farsi vicino è capace di fasciare le ferite. Mentre il primo incontro produce ferite, questo le fascia. Se la ferita fa perdere il sangue segno della vita, la fasciatura permette di rivivere. Ed essa è compiuta con olio e vino. Segni della Parola e dello Spirito che ridona la gioia. È un prendersi cura che è totale umanità contro una totale disumanità dei briganti. È la parola che cura la nostra incapacità di comunicare. È lo spirito che disseta la nostra aridità. poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Non si accontenta di un pronto intervento che rimane confinato a qualche minuto. Il suo prendersi cura è per la vita, per il presente e per il futuro. poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Non si accontenta di un pronto intervento che rimane confinato a qualche minuto. Il suo prendersi cura è per la vita, per il presente e per il futuro. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui. Infine il suo prendersi cura passa per un rimetterci di persona e per una consegna libera. È capace di dare del suo senza legare, ma lasciando che altri possano collaborare alla sua cura. Le sue attenzioni passano anche per le mani di altri. Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso». Questo è ciò che dovremmo fare, a imitazione del Samaritano, di Gesù. Da qui passa la risposta per la vita. Vuoi la vita eterna? Accogli e gusta la cura di Dio per la tua vita, vivi l’incontro liberante con lui e sii vicino prendendoti cura dei tuoi fratelli come ha fatto lui con te.

Þ Ripercorri le azioni di Gesù: le riconosci nella tua vita?

 Þ E tu come le vivi nei confronti degli altri?

Fermati ancora qualche minuto per parlare con il Signore, da amico ad amico su ciò che colpisce maggiormente la tua vita. Prega con il Padre Nostro e esci lentamente dalla preghiera. Scrivi un commento di poche righe su quanto ti ha colpito di più di questo Vangelo e mettilo sul gruppo whastapp a cui appartieni o invialo alle persone che stanno facendo con te questo ritiro.

RITIRO di AVVENTO Gesù: l’uomo dell’incontro

 

RITIRO di AVVENTO Gesù: l’uomo dell’incontro

INTRODUZIONE

 Quante volte abbiamo ricevuto da FB messaggi di questo tipo:

“Ciao, voglio  stringere amicizia con te. Clicca su conferma amicizia”.

È esperienza comune che alla vista del messaggio e della foto del profilo si apre davanti un orizzonte di ricordi, di immagini, di sguardi, di parole, di vita vissuta con questa persona. Cosa ha spinto il ragazzo  a chiedere l’amicizia su FB? E cosa ci permette di cliccare su accetta? Qualcosa di molto semplice. Un qualsiasi incontro avvenuto in diversi modi, in qualche parte del mondo, in un preciso momento vicino o lontano che sia, che ha dato il via ad una relazione. Magari è un compagno di scuola, un amico conosciuto la sera prima per caso, o forse una persona che non si vede da tanti anni incontrata un’estate in un bar o ad un campo estivo. Forse un parente, e forse, perché no, qualcuno con il quale mi sono scontrato e che mai avrei pensato avrebbe chiesto la mia amicizia. Al cuore della relazione, l’incontro Diverse persone, diversi modi di incontrare, diverse amicizie. Per ognuna, alla base c’è sempre e solo una cosa: l’incontro. Proprio questo! In un preciso istante della mia vita, per cause sempre diverse, ho incontrato qualcuno. Qualcuno è entrato nel mio mondo e lo ha abitato. Poco importa se per tanto o poco tempo, se in modo profondo o superficiale. Se in modo piacevole o non piacevole. In qualche modo abita in me. Gesù uomo della relazione allora non può che essere anche l’uomo dell’incontro. L’attività di Gesù viene raccontata nei vangeli attraverso il racconto di incontri. Una quantità smisurata di persone, individualmente o nella collettività, si trovano faccia a faccia con lui. Gesù continuamente incontra, raggiunge, è raggiunto, è incontrato. Stringe relazioni. E la relazione con gli uomini e le donne che incrocia trasforma la loro vita. Questi incontri non sono mai uguali e da essi nascono, con le diverse persone, relazioni che non possono omologarsi ad una soltanto. Diverse persone, diversi incontri e relazioni… È interessante notare che Gesù, nei vari incontri, non è mai uguale. Non mostra gli stessi comportamenti con tutti. Non ha gli stessi tratti esteriori. Pur rimanendo autenticamente se stesso, gli incontri variano con il variare delle persone che incontra e delle circostanze in cui avviene l’incontro. Gesù incontra tutti. Tutte le categorie di persone; da quelle escluse dalla socialità del tempo (pensiamo per esempio ai lebbrosi e ai pubblicani), ai malati nel corpo e nello spirito, fino alle alte cariche politiche e religiose. Ma l’incontro non è mai lo stesso. Non si comporta con un peccatore come fa solitamente con un fariseo. Così come non parla con i dottori della legge come invece fa con i suoi apostoli e con coloro che lo seguono da vicino. Non sempre è dolce e ha parole consolanti, non è sempre accomodante, non tratta tutti allo stesso modo. È chiaro che nella diversità delle relazioni il punto finale che vuole raggiungere è sempre uno: la pienezza della vita della persona che incontra. Fosse anche a costo della propria vita. La donazione è sempre totale, ma la modalità è di volta in volta differente. La relazione con persone diverse implica un incontro e una relazione diversa. In fondo è così anche per noi. Non incontriamo allo stesso modo un parente e un amico; il professore di latino e il funzionario della posta, una ragazza o un ragazzo che ci piace e il padrone di casa a cui devo pagare l’affitto. Questi incontri hanno diverse profondità, diversi toni e colori. E così devono restare. Guai se tutti gli incontri fossero uguali, se non sapessimo cogliere la differenza delle relazioni. Cosa potrebbe succedere per esempio se pensassimo di poterci comportare con il preside della scuola che frequentiamo come se fosse un amico d’infanzia? Una tragedia! E non sarebbe meno tragico e pesante il contrario: incontrare un amico come si incontra il preside! Le relazioni allora sono diverse, devono essere diverse! Imparare a fare delle differenze è un principio fondamentale per poter vivere nella società, pur rimanendo se stessi. Chi non lo sa fare, o chi non lo vuole fare, anche per motivi ideologici (e falsi) di autenticità, è un disadattato, incapace di vivere. In fondo, uno incapace di entrare in relazione se non con una sola tipologia di persone. È difficile dare una lista completa delle categorie di persone incontrate da Gesù. Possiamo provarne a vederne solo alcuni esempi

Attività

Formiamo dei  gruppi e affidiamo a ciascun gruppo uno dei seguenti brani evangelici:

Discepoli di Emmaus Lc 24

La Samaritana Gv.4,1-42

Il giovane ricco Mc 10, 17-22

 Ogni gruppo  ha il compito di analizzare il tipo di incontro che Gesù vive con queste persone:

¨ Come è avvenuto?

¨ Come si pongono i protagonisti nei confronti di Gesù?

¨ Cosa fa Gesù?

¨ Cosa produce l’incontro?

OBIETTIVO:

Nella condivisione di gruppo aiutare a far emergere quanto espresso nei commenti di seguito riportati.

 

GLI INCONGRI CON GESù

Un incontro che scuote e infiamma .

Prima di tutto il racconto dei discepoli di Emmaus (Lc 24). Gesù si fa vicino ai due che ritornano delusi nel luogo da dove erano partiti. Semplicemente cammina con loro, ascoltando ciò che hanno da dire. Gesù incontra, fa il primo passo. Non aspetta di essere cercato. Cleopa e il personaggio di cui non viene detto il nome pensavano a Gesù come a uno sconfitto, sconvolti dalla sua morte, non potevano che essere tristi. L’incontro con lui è inaspettato, e non immediatamente comprensibile. A volte è necessario del tempo per comprendere di aver incontrato il Signore. Non sempre si intuisce subito che egli mi ha incontrato. È necessario ricordare la gioia vissuta, i passi di uno sconosciuto accanto ai miei, i suoi gesti, l’amore ricevuto, le sue parole che mi hanno incendiato il cuore prima di poter dire “il Signore è vivo e l’ho incontrato”. Ad ogni modo, lui fa il primo passo. È interessante notare che le parole di Gesù in questo racconto infiammano i cuori dei due, ma partono da un rimprovero: “Lenti di cuore!”. L’incontro non è ornato da fiocchetti rosa. Forse, i due discepoli si saranno sentiti urtati dal fatto che uno sconosciuto si sia rivolto a loro in questi termini. L’incontro è forte, vuole scuotere. Gesù raggiunge il punto focale, il cuore di chi ha di fronte. Tocca il nucleo vitale. Va dritto all’essenziale. E, a volte, fa male. Per questo, l’incontro con lui, se gli si dà il permesso di essere toccati, porta sempre ad una trasformazione intima, ad un capovolgimento della vita che va sempre nella direzione di una pienezza maggiore e di una relazione più viva con lui.

 

Un incontro tra amanti .

In un altro testo (Gv.4,1-42), Gesù, in viaggio verso Gerusalemme, passa per la Samaria e incontra una donna al pozzo. A mezzogiorno. L’ora inconsueta per andare a raccogliere l’acqua fa pensare che sia una donna particolare. Molte sono le interpretazioni che si possono dare sulla sua identità. Sicuramente era una donna che non voleva incontrare nessuno per strada. O, forse, voleva incontrare qualcuno senza essere vista. Gesù la aspetta seduto sul pozzo. L’incontro, anche qui, è inaspettato. Quante volte abbiamo incontrato il Signore della vita proprio quando eravamo in cerca di altro che dissetasse la nostra sete? Quante volte siamo andati all’incontro in Parrocchia pensando solo di divertirci un po’ con gli amici e poi, invece, abbiamo trovato, negli amici, il Signore che ci aspettava? La donna, come ciascuno di noi, in cerca di acqua per dissetarsi, trova al pozzo la fonte della vita. Incontro inaspettato e relazione inaspettata. “Dammi da bere”, dice Gesù alla donna. Non è più l’incontro di uno sconosciuto con due delusi. È l’incontro fra due assetati. Il Signore entra in relazione in modo autentico, senza maschere. Gesù non ha bisogno di nascondere la sua sete. E la sete condivisa sarà il punto d’incontro e il punto di partenza per una profondità e una intimità sempre crescente. L’incontro sembra tra due amanti. Il pozzo, per tradizione luogo di corteggiamento, diventa il luogo dove Gesù incontra la sua amata e la donna il suo amato. I toni sono misteriosi, il non detto spinge la comunicazione sempre avanti e invita a scendere sempre più in profondità, finché la donna chiederà a Gesù di essere dissetata dell’acqua che solo lui può dare. Gesù ha occhi e attenzioni solo per lei. Nel dialogo egli conosce e si fa conoscere sempre più a fondo. Come nel racconto dei due di Emmaus, anche qui l’incontro termina con il ritorno in città della donna che annuncia “quest’uomo mi ha detto tutto ciò che ho fatto”.

Un incontro rispettoso, ma sconvolgente.

 L’incontro non è solo cercato da Gesù. Infatti, a volte, è incontrato da qualcuno che vuole parlare con lui, chiedergli guarigione, aiuto, consiglio, o semplicemente da qualcuno desideroso di conoscerlo e seguirlo. Nel vangelo di Marco (10, 17-22) troviamo la figura di un giovane che raggiunge Gesù per chiedergli: “Cosa devo fare per avere la vita?”. Gesù è il maestro, considerato come un rabbì, è avvicinato per ottenere un consiglio prezioso. L’incontro sarà ancora una volta differente. La relazione che inizia tra i due è molto diversa da quella con la donna di Samaria. Gesù con il giovane è tutto, tranne che accomodante e comprensivo. Lo rimanda in primo luogo a ciò che egli è, alla sua identità di ebreo. Conosce la strada della vita indicata dai comandamenti. Il Signore Gesù che si mostra per ciò che è, rispetta profondamente l’identità di chi lo incontra, dando estremo valore alla storia di ogni singolo. Ma il giovane è in ricerca. Non si accontenta di rispettare i vari comandamenti. Cerca di più. E forse ha visto in Gesù quel “di più” che inseguiva. Egli non solo viene rimandato alla sua identità, ma anche alla sua libertà di mettere in atto ciò che serve per dare spazio ai suoi desideri più profondi. Il rispetto è totale. Quanto siamo lontani da un Dio che si comporta come il genio della lampada! Il Dio di “esprimi un desiderio e io lo esaudirò”! Mai il Signore agisce in te, senza la tua libertà. Mai sfonda a calci la porta del tuo cuore. E mai usa strategie di adescamento per avere seguaci dalla sua parte. Non utilizza spot pubblicitari per farti consumare i suoi prodotti senza che tu lo voglia. È immediato, schietto, vero. L’incontro con Gesù per questo giovane è uno shock! Anche i discepoli che hanno assistito al dialogo sono spaventati. Il giovane esce dall’incontro triste. Anche in questo caso Gesù tocca un punto centrale. Lo incontra nel suo punto vitale. Il giovane è in crisi; è messo a contatto con qualcosa di molto profondo che ha bisogno di essere preso in considerazione, nel tempo. Il giovane voleva una risposta facile, veloce. Ora si trova a fare i conti con “la” domanda della sua vita. Non sappiamo come termina la storia: alla fine cosa avrà deciso? Mi piace pensare che un giorno, dopo quel primo incontro, sia tornato da Gesù e con le mani vuote bene in vista e gli abbia detto sorridente: “Ho venduto tutto, vorrei seguirti Signore”.

ATTIVITà

Dopo la riflessione di gruppo,

RISPONDERE alle seguenti domande .

Come definiresti il tuo incontro con Gesù?

Quando hai avuto un incontro personale con lui?

Cosa è successo e cosa è cambiato nella tua vita?

 Ti capita di cercare l’incontro con Lui?

Oppure aspetti sempre di essere incontrato?

Scrivi una preghiera che esprima il tuo desiderio o la tua difficoltà nell’incontro con Gesù.

 

Proposta di DESERTO

L’ esperienza del deserto, per aiutare i ragazzi a stare da soli per favorire l’incontro con Gesù attraverso la Sua Parola, ed educarli così alla preghiera personale.

Ad ogni ragazzo viene consegnata la scheda con l’invito a rispondere per iscritto alle domande.  

 Prima di iniziare è bene stabilire alcune piccole regole:

¨ È tempo da vivere da soli, senza parlare o tanto meno chiacchierare con altri. Non lasciarsi distrarre!.

¨ Ciascuno cerchi di essere concentrato.

 ¨ È un’occasione per stare cuore a cuore con Gesù. Non è un momento di sola lettura o studio, ma di incontro nella preghiera. Non avere fretta di rispondere alle domande ma cercare di creare un rapporto vivo con Gesù fatto di sguardo, di silenzio, di invocazione del cuore, ecc...

UN UOMO CHE INCONTRA PERSONE DIVERSE (LC 10,25-36)

La vita di ogni persona è costellata di relazioni, di incontri. E gli incontri cambiano la vita. Ma possono essere diversi. Alcuni portano alla vita, altri invece non fanno altro che, in qualche modo, toglierla. Il brano per la preghiera che proponiamo è una parabola. Un racconto che Gesù narra ad un dottore della legge. Il discorso inizia da una domanda molto semplice: «Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù tra le altre cose risponde: «...e amerai il prossimo tuo come te stesso». Da qui nasce la domanda: «E chi è il mio prossimo?», con la successiva risposta di Gesù attraverso la parabola nota a tutti come “il buon Samaritano”. Alla fine del racconto il dottore della legge comprenderà che il prossimo è la persona che è capace di fermarsi e di prendersi cura di un altro... questo prossimo in realtà è Gesù, l’uomo dell’incontro.

Dal Vangelo secondo Luca (10,25-36) 25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». 29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».

PROPOSTA di un metodo per pregare con questo brano:

* Prima di tutto fermati in silenzio per un minuto, respira lentamente pensando che incontrerai il Signore e che lui aspetta di incontrare te.

* Fai un segno di croce e affida tutto ciò che sei a lui, la tua memoria, la tua intelligenza, la tua volontà, le tue capacità.

* Chiedi la grazia di poter aprire il tuo cuore Lui, per poterlo incontrare intimamente.

* Leggi il testo lentamente fermandoti nei punti in cui trovi gusto, in cui senti che la tua vita viene toccata; non avere fretta: non è il molto sapere che sazia l’anima, ma il sentire e gustare internamente.

E chi è il mio prossimo? La domanda viene rivolta a Gesù da un dottore della legge non per cercare di capire, ma per giustificarsi. Prima vuole metterlo alla prova facendo una domanda che sembra la più intelligente di tutte (cosa devo fare per avere la vita eterna?) e ora si vuole giustificare con un'altra domanda che suppone una divisione tra le persone. Come se ci potessero essere persone che si possano non amare! Gesù racconta la parabola non per dire chi è il prossimo, ma per insegnare che è necessario farsi prossimi, vicini. Il prossimo sei tu nella misura in cui sei capace di avvicinarti ad un altro, chiunque egli sia.

Þ Fermati un istante e prova a riportare alla memoria tutte le persone che incontri quotidianamente, conosciute e sconosciute.

Un uomo...incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Il primo incontro dell’uomo che scende da Gerusalemme a Gerico è devastante. Gerico, città sotto il livello del mare, è simbolicamente utilizzata per indicare la direzione del cammino dell’uomo. Lascia Gerusalemme, città di Dio, e si incammina verso il basso, luogo pericoloso dove gli incontri con i briganti sono all’ordine del giorno. In questo cammino viene raggiunto da persone che entrano in relazione per togliere tutto. Prima di tutto spogliano, tolgono la dignità. Poi percuotono, colpiscono, fanno male. E poi se ne vanno lasciando che incontrano mezzo morto. Sono incontri particolari che spesso promettono relazioni leggere, sembrano gratuite, ma alla fine lasciano in solitudine con la propria amarezza. Non viene detto che rubano qualcosa. Il loro gusto è solo quello di un divertimento per lo sfinimento altrui.

Þ Rifletti se per caso ti trovi a vivere incontri o relazioni di questo tipo: leggere ma in fondo devastanti.

Per caso, un sacerdote...e anche un levita. Dopo i briganti è il turno di altri due tipi di persone: un sacerdote e un levita. Il custode della legge e l’addetto al culto. Entrambi sono in realtà due non incontri. Entrambi rimangono lontani. Il sacerdote e il levita quando lo vedono passano oltre, dall’altra parte. L’incontro è solamente visivo, ma non c’è incontro di sguardi. La strada percorsa è la stessa! Entrambi discendono. Ma l’incontro non c’è. È evitato. Passano oltre. Letteralmente deviarono oltre. La persona diventa un ostacolo che fa cambiare strada come se fosse un impiccio. Chissà cosa avevano nel cuore e cosa ha spinto i due a non fermarsi. Forse la paura di essere contaminati nella loro purità rituale? Forse la paura legittima di incappare essi stessi nei briganti? O forse più semplicemente per il timore di perdere tempo prezioso, oppure per timore di non essere accolti. Possono essere tanti i motivi che spingono a non incontrare. Di fatto la nostra vita vede molti di questi incontri. Quante figure ci passano accanto senza vedere. E da quante persone siamo incontrati ed è sempre un andare oltre. Un deviare con il timore di essere conosciuti in profondità, di essere svelati.

Þ Rifletti se per caso ti trovi a vivere incontri o relazioni di questo tipo: formali e in fondo senza alcun interesse. Cosa ti ostacola nel fermarti per incontrare profondamente.?

Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. L’ultimo incontro dell’uomo è con un Samaritano. I samaritani, popolo idolatra, votato agli dei degli Assiri, non potevano entrare a contatto con i giudei. E proprio il Samaritano, è colui che si fa vicino. È Gesù, il “sempre in viaggio”, sempre in ricerca di chi è perduto. Contrariamente agli altri passa accanto senza deviare oltre, lo vede e ha compassione. Gesù è capace di patire con lui. Il suo cuore si muove come le viscere di una madre per i propri figli.

 Þ Prova a sentire e gustare il Signore che in questo momento vuole fermarsi, aprire il suo cuore a te e prendersi cura di te.

Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; il modo di prendersi cura di quest’uomo samaritano è molto concreto. Non solo passa accanto sentendo compassione, ma si fa ulteriormente vicino. Per lui chi è a terra non è un ostacolo al proprio percorso ma è lo scopo del suo cammino, del suo viaggio. Il suo farsi vicino è capace di fasciare le ferite. Mentre il primo incontro produce ferite, questo le fascia. Se la ferita fa perdere il sangue segno della vita, la fasciatura permette di rivivere. Ed essa è compiuta con olio e vino. Segni della Parola e dello Spirito che ridona la gioia. È un prendersi cura che è totale umanità contro una totale disumanità dei briganti. È la parola che cura la nostra incapacità di comunicare. È lo spirito che disseta la nostra aridità. poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Non si accontenta di un pronto intervento che rimane confinato a qualche minuto. Il suo prendersi cura è per la vita, per il presente e per il futuro. poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Non si accontenta di un pronto intervento che rimane confinato a qualche minuto. Il suo prendersi cura è per la vita, per il presente e per il futuro. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui. Infine il suo prendersi cura passa per un rimetterci di persona e per una consegna libera. È capace di dare del suo senza legare, ma lasciando che altri possano collaborare alla sua cura. Le sue attenzioni passano anche per le mani di altri. Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso». Questo è ciò che dovremmo fare, a imitazione del Samaritano, di Gesù. Da qui passa la risposta per la vita. Vuoi la vita eterna? Accogli e gusta la cura di Dio per la tua vita, vivi l’incontro liberante con lui e sii vicino prendendoti cura dei tuoi fratelli come ha fatto lui con te.

Þ Ripercorri le azioni di Gesù: le riconosci nella tua vita?

 Þ E tu come le vivi nei confronti degli altri?

Fermati ancora qualche minuto per parlare con il Signore, da amico ad amico su ciò che colpisce maggiormente la tua vita. Prega con il Padre Nostro e esci lentamente dalla preghiera. Scrivi un commento di poche righe su quanto ti ha colpito di più di questo Vangelo e mettilo sul gruppo whastapp a cui appartieni o invialo alle persone che stanno facendo con te questo ritiro.

 

sabato 28 novembre 2020

LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 29 novembre 2020

 



  I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
A te, Signore, elevo l’anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso. (Sal 25,1-3)

Non si dice il Gloria.

Colletta
O Dio, nostro Padre,
suscita in noi la volontà di andare incontro
con le buone opere al tuo Cristo che viene,
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria
a possedere il regno dei cieli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
.

PRIMA LETTURA (Is 63,16-17.19; 64,2-7)
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Dal libro del profeta Isaìa

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)
Rit: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,3-9)
Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Sal 84,8)
Alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia.

VANGELO (Mc 13,33-37)
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Ci facciamo voce di tutta la creazione, che attende con impazienza la venuta del Signore, e imploriamo con insistenza la sua misericordia.
Lo invochiamo dicendo: Vieni, Signore Gesù.

1. Per la santa Chiesa di Dio, perché riconosca sempre la visita del Signore e sia memoria vivente del suo amore, preghiamo.
2. Per gli uomini del nostro tempo, perché sappiano vivere con sapienza il presente, prestando attenzione al passaggio di Dio nella nostra vita, preghiamo.
3. Per coloro che sono ciechi di fronte ai dolori delle persone che vivono accanto a loro, perché sappiano ritrovare speranza e pienezza di vita nell'amore e nella solidarietà, preghiamo.
4. Per gli oppressi, i perseguitati, per coloro che non hanno patria, perché trovino nei credenti dei difensori della dignità e della libertà dell'uomo, preghiamo.
5. Per la nostra comunità, perché il Signore ci trovi vigilanti nell'attesa, in una concreta testimonianza di fiducia nelle persone e di fedeltà ai nostri impegni, preghiamo.

O Dio, nostro Padre e redentore, che hai cura di tutti i tuoi figli, esaudisci le nostre preghiere. Concedi che il corso degli eventi nel mondo sia guidato nella pace, secondo la tua volontà, e che la Chiesa conosca la gioia di servirti con serenità e vigilanza. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino,
dono della tua benevolenza,
e fa’ che l’umile espressione della nostra fede
sia per noi pegno di salvezza eterna.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELL’AVVENTO I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Al suo primo avvento
nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.
E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo...

Antifona di comunione
Il Signore elargirà il suo bene
e la nostra terra produrrà il suo frutto. (Sal 85,13)

Oppure:
“State attenti, vegliate, perché
non sapete il momento e l’ora”,
dice il Signore. (cf. Mc 13,33)

Preghiera dopo la comunione
La partecipazione a questo sacramento,
che a noi pellegrini sulla terra
rivela il senso cristiano della vita,
ci sostenga, Signore, nel nostro cammino
e ci guidi ai beni eterni.
Per Cristo nostro Signore.

domenica 22 novembre 2020

LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 22- novembre 2020

 


XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
     Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
L’Agnello immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza
e sapienza e forza e onore:
a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno. (Ap 5,12; 1,6)

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto rinnovare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


PRIMA LETTURA (Ez 34,11-12.15-17)
Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.

Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)
Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA (1Cor 15,20-26.28)
Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mc 11,9.10)
Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.

VANGELO (Mt 25,31-46)
Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, chiediamo al Padre di renderci servi impegnati e gioiosi del suo Regno, che si manifesterà nella sua pienezza con l’avvento di Gesù nella gloria.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa sia segno credibile della signoria di Cristo sul mondo e dell’azione dello Spirito nella storia, verso la manifestazione piena del Regno. Preghiamo.
2. Perché i cristiani sappiano vedere il volto di Cristo nei poveri, negli affamati, negli emarginati. Preghiamo.
3. Perché in coloro che vivono in Paesi travagliati dalla guerra e dalla violenza non venga mai meno la speranza nel Regno di Dio, in cui avranno stabile dimora la giustizia e la pace. Preghiamo.
4. Per i religiosi, le religiose e le persone consacrate, perché il Signore Gesù sia l’unico re della loro vita. Preghiamo.
5. Perché la nostra comunità sappia onorare con la carità fraterna la divina sovranità di Cristo. Preghiamo.

O Padre, che hai inaugurato il tuo Regno di amore con la risurrezione di Cristo, rendici operai appassionati e sinceri, affinché la regalità del tuo Figlio venga riconosciuta in ogni angolo della terra. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Accetta, o Padre,
questo sacrificio di riconciliazione,
e per i meriti del Cristo tuo Figlio
concedi a tutti i popoli il dono dell’unità e della pace.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

PREFAZIO
Cristo sacerdote e re dell’universo.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu con olio di esultanza
hai consacrato Sacerdote eterno
e Re dell’universo il tuo unico Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, sacrificando se stesso
immacolata vittima di pace sull’altare della Croce,
operò il mistero dell’umana redenzione;
assoggettate al suo potere tutte le creature,
offrì alla tua maestà infinita
il regno eterno e universale:
regno di verità e di vita,
regno di santità e di grazia,
regno di giustizia, di amore e di pace.
E noi,
uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo...

Antifona di comunione
Re in eterno siede il Signore:
benedirà il suo popolo nella pace. (Sal 29,10-11)

Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti
con il pane della vita immortale,
fa’ che obbediamo con gioia
a Cristo, Re dell’universo,
per vivere senza fine con lui
nel suo regno glorioso.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

 

domenica 15 novembre 2020

LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 15 novembre 2020

 

  XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Dice il Signore:
“Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi”.(Ger 29,11.12.14)

Colletta
Il tuo aiuto, Signore,
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,
perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene,
possiamo avere felicità piena e duratura.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Pr 31,10-13.19-20.30-31)
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.

Dal libro dei Proverbi

Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA (1Ts 5,1-6)
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 15,4.5)
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.

VANGELO (Mt 25,14-30)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli
Consapevoli della fiducia che il Signore ha riposto in noi, ma anche della nostra fragilità e dell’incapacità a far fruttificare i doni che ci ha affidato, chiediamogli di aiutarci ad essere come lui ci vuole.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore

1. Perché la Chiesa ami ogni uomo con il cuore di Cristo e annunci il Vangelo sino ai confini del mondo. Preghiamo.
2. Perché chi è impegnato nelle strutture politiche e sociali si apra al contributo di tutti, collaborando con gli uomini di buona volontà per il bene comune. Preghiamo.
3. Perché coloro che hanno udito la chiamata del Signore la accolgano e la custodiscano nel cuore, per donarsi agli uomini secondo i disegni di Dio. Preghiamo.
4. Per i giovani che sprecano i loro talenti nell’edonismo e nel disimpegno, perché il Signore li renda consapevoli del fatto che la loro esistenza è preziosa ed è un dono da far fruttificare. Preghiamo.
5. Perché nella nostra comunità vengano valorizzati i doni di tutti i suoi membri e si viva nella gioia della comunione fraterna. Preghiamo.

Ascolta le nostre preghiere, o Padre, e sostienici con il tuo aiuto, perché ogni nostra azione abbia in te il suo inizio e in te il suo compimento. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Quest’offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente,
ci ottenga la grazia di servirti fedelmente
e ci prepari il frutto di un’eternità beata.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza. (Sal 73,28)

Preghiera dopo la comunione
O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento,
ascolta la nostra umile preghiera:
il memoriale, che Cristo tuo Figlio
ci ha comandato di celebrare,
ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.

domenica 8 novembre 2020

LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 8 novembre 2020

 




    XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

 

Antifona d'ingresso
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l’orecchio alla mia preghiera. (Sal 88,3)

 

Colletta
Dio grande e misericordioso,
allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


PRIMA LETTURA (Sap 6,12-16)
La sapienza si lascia trovare da quelli che la cercano.

 

Dal libro della Sapienza

La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.

Parola di Dio

 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 62)
Rit: Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

 

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

 

SECONDA LETTURA (1Ts 4,13-18)
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

Parola di Dio.


Canto al Vangelo (Mt 24,42.44)
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.

 

VANGELO (Mt 25,1-13)
Ecco lo sposo! Andategli incontro!

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Parola del Signore

 

Preghiera sulle offerte
Volgi il tuo sguardo, o Padre,
alle offerte della tua Chiesa,
e fa’ che partecipiamo con fede
alla passione gloriosa del tuo Figlio,
che ora celebriamo nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.

 

Antifona di comunione
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla;
in pascoli di erbe fresche mi fa riposare,
d acque tranquille mi conduce. (Sal 23,1-2)

Preghiera dopo la comunione
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre;
la forza dello Spirito Santo,
che ci hai comunicato in questi sacramenti,
rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.

 

 

LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 31 luglio 2022

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde Antifona d'ingresso O Dio,...