RITIRO di AVVENTO Gesù: l’uomo dell’incontro
INTRODUZIONE
Quante volte abbiamo
ricevuto da FB messaggi di questo tipo:
“Ciao, voglio stringere amicizia con te. Clicca su conferma
amicizia”.
È esperienza comune che alla vista del messaggio e della
foto del profilo si apre davanti un orizzonte di ricordi, di immagini, di
sguardi, di parole, di vita vissuta con questa persona. Cosa ha spinto il
ragazzo a chiedere l’amicizia su FB? E
cosa ci permette di cliccare su accetta? Qualcosa di molto semplice. Un
qualsiasi incontro avvenuto in diversi modi, in qualche parte del mondo, in un
preciso momento vicino o lontano che sia, che ha dato il via ad una relazione.
Magari è un compagno di scuola, un amico conosciuto la sera prima per caso, o
forse una persona che non si vede da tanti anni incontrata un’estate in un bar
o ad un campo estivo. Forse un parente, e forse, perché no, qualcuno con il
quale mi sono scontrato e che mai avrei pensato avrebbe chiesto la mia
amicizia. Al cuore della relazione, l’incontro Diverse persone, diversi modi di
incontrare, diverse amicizie. Per ognuna, alla base c’è sempre e solo una cosa:
l’incontro. Proprio questo! In un preciso istante della mia vita, per cause
sempre diverse, ho incontrato qualcuno. Qualcuno è entrato nel mio mondo e lo
ha abitato. Poco importa se per tanto o poco tempo, se in modo profondo o
superficiale. Se in modo piacevole o non piacevole. In qualche modo abita in
me. Gesù uomo della relazione allora non può che essere anche l’uomo
dell’incontro. L’attività di Gesù viene raccontata nei vangeli attraverso il
racconto di incontri. Una quantità smisurata di persone, individualmente o
nella collettività, si trovano faccia a faccia con lui. Gesù continuamente
incontra, raggiunge, è raggiunto, è incontrato. Stringe relazioni. E la
relazione con gli uomini e le donne che incrocia trasforma la loro vita. Questi
incontri non sono mai uguali e da essi nascono, con le diverse persone,
relazioni che non possono omologarsi ad una soltanto. Diverse persone, diversi
incontri e relazioni… È interessante notare che Gesù, nei vari incontri, non è
mai uguale. Non mostra gli stessi comportamenti con tutti. Non ha gli stessi
tratti esteriori. Pur rimanendo autenticamente se stesso, gli incontri variano
con il variare delle persone che incontra e delle circostanze in cui avviene
l’incontro. Gesù incontra tutti. Tutte le categorie di persone; da quelle
escluse dalla socialità del tempo (pensiamo per esempio ai lebbrosi e ai
pubblicani), ai malati nel corpo e nello spirito, fino alle alte cariche
politiche e religiose. Ma l’incontro non è mai lo stesso. Non si comporta con
un peccatore come fa solitamente con un fariseo. Così come non parla con i
dottori della legge come invece fa con i suoi apostoli e con coloro che lo
seguono da vicino. Non sempre è dolce e ha parole consolanti, non è sempre
accomodante, non tratta tutti allo stesso modo. È chiaro che nella diversità
delle relazioni il punto finale che vuole raggiungere è sempre uno: la pienezza
della vita della persona che incontra. Fosse anche a costo della propria vita.
La donazione è sempre totale, ma la modalità è di volta in volta differente. La
relazione con persone diverse implica un incontro e una relazione diversa. In
fondo è così anche per noi. Non incontriamo allo stesso modo un parente e un
amico; il professore di latino e il funzionario della posta, una ragazza o un
ragazzo che ci piace e il padrone di casa a cui devo pagare l’affitto. Questi
incontri hanno diverse profondità, diversi toni e colori. E così devono
restare. Guai se tutti gli incontri fossero uguali, se non sapessimo cogliere
la differenza delle relazioni. Cosa potrebbe succedere per esempio se
pensassimo di poterci comportare con il preside della scuola che frequentiamo
come se fosse un amico d’infanzia? Una tragedia! E non sarebbe meno tragico e
pesante il contrario: incontrare un amico come si incontra il preside! Le
relazioni allora sono diverse, devono essere diverse! Imparare a fare delle
differenze è un principio fondamentale per poter vivere nella società, pur rimanendo
se stessi. Chi non lo sa fare, o chi non lo vuole fare, anche per motivi
ideologici (e falsi) di autenticità, è un disadattato, incapace di vivere. In
fondo, uno incapace di entrare in relazione se non con una sola tipologia di
persone. È difficile dare una lista completa delle categorie di persone
incontrate da Gesù. Possiamo provarne a vederne solo alcuni esempi
Attività
Formiamo dei gruppi e
affidiamo a ciascun gruppo uno dei seguenti brani evangelici:
Discepoli di Emmaus Lc 24
La Samaritana Gv.4,1-42
Il giovane ricco Mc 10, 17-22
Ogni gruppo ha il compito di analizzare il tipo di
incontro che Gesù vive con queste persone:
¨ Come
è avvenuto?
¨ Come
si pongono i protagonisti nei confronti di Gesù?
¨ Cosa
fa Gesù?
¨ Cosa
produce l’incontro?
OBIETTIVO:
Nella condivisione di gruppo aiutare a far emergere quanto
espresso nei commenti di seguito riportati.
GLI INCONGRI CON GESù
Un incontro che
scuote e infiamma .
Prima di tutto il racconto dei discepoli di Emmaus (Lc 24).
Gesù si fa vicino ai due che ritornano delusi nel luogo da dove erano partiti.
Semplicemente cammina con loro, ascoltando ciò che hanno da dire. Gesù
incontra, fa il primo passo. Non aspetta di essere cercato. Cleopa e il
personaggio di cui non viene detto il nome pensavano a Gesù come a uno
sconfitto, sconvolti dalla sua morte, non potevano che essere tristi.
L’incontro con lui è inaspettato, e non immediatamente comprensibile. A volte è
necessario del tempo per comprendere di aver incontrato il Signore. Non sempre
si intuisce subito che egli mi ha incontrato. È necessario ricordare la gioia
vissuta, i passi di uno sconosciuto accanto ai miei, i suoi gesti, l’amore
ricevuto, le sue parole che mi hanno incendiato il cuore prima di poter dire
“il Signore è vivo e l’ho incontrato”. Ad ogni modo, lui fa il primo passo. È
interessante notare che le parole di Gesù in questo racconto infiammano i cuori
dei due, ma partono da un rimprovero: “Lenti di cuore!”. L’incontro non è
ornato da fiocchetti rosa. Forse, i due discepoli si saranno sentiti urtati dal
fatto che uno sconosciuto si sia rivolto a loro in questi termini. L’incontro è
forte, vuole scuotere. Gesù raggiunge il punto focale, il cuore di chi ha di
fronte. Tocca il nucleo vitale. Va dritto all’essenziale. E, a volte, fa male.
Per questo, l’incontro con lui, se gli si dà il permesso di essere toccati,
porta sempre ad una trasformazione intima, ad un capovolgimento della vita che
va sempre nella direzione di una pienezza maggiore e di una relazione più viva
con lui.
Un incontro tra
amanti .
In un altro testo (Gv.4,1-42), Gesù, in viaggio verso
Gerusalemme, passa per la Samaria e incontra una donna al pozzo. A mezzogiorno.
L’ora inconsueta per andare a raccogliere l’acqua fa pensare che sia una donna
particolare. Molte sono le interpretazioni che si possono dare sulla sua
identità. Sicuramente era una donna che non voleva incontrare nessuno per
strada. O, forse, voleva incontrare qualcuno senza essere vista. Gesù la
aspetta seduto sul pozzo. L’incontro, anche qui, è inaspettato. Quante volte
abbiamo incontrato il Signore della vita proprio quando eravamo in cerca di
altro che dissetasse la nostra sete? Quante volte siamo andati all’incontro in
Parrocchia pensando solo di divertirci un po’ con gli amici e poi, invece,
abbiamo trovato, negli amici, il Signore che ci aspettava? La donna, come
ciascuno di noi, in cerca di acqua per dissetarsi, trova al pozzo la fonte
della vita. Incontro inaspettato e relazione inaspettata. “Dammi da bere”, dice
Gesù alla donna. Non è più l’incontro di uno sconosciuto con due delusi. È
l’incontro fra due assetati. Il Signore entra in relazione in modo autentico,
senza maschere. Gesù non ha bisogno di nascondere la sua sete. E la sete
condivisa sarà il punto d’incontro e il punto di partenza per una profondità e
una intimità sempre crescente. L’incontro sembra tra due amanti. Il pozzo, per
tradizione luogo di corteggiamento, diventa il luogo dove Gesù incontra la sua
amata e la donna il suo amato. I toni sono misteriosi, il non detto spinge la comunicazione
sempre avanti e invita a scendere sempre più in profondità, finché la donna
chiederà a Gesù di essere dissetata dell’acqua che solo lui può dare. Gesù ha
occhi e attenzioni solo per lei. Nel dialogo egli conosce e si fa conoscere
sempre più a fondo. Come nel racconto dei due di Emmaus, anche qui l’incontro
termina con il ritorno in città della donna che annuncia “quest’uomo mi ha
detto tutto ciò che ho fatto”.
Un incontro
rispettoso, ma sconvolgente.
L’incontro non è solo
cercato da Gesù. Infatti, a volte, è incontrato da qualcuno che vuole parlare
con lui, chiedergli guarigione, aiuto, consiglio, o semplicemente da qualcuno
desideroso di conoscerlo e seguirlo. Nel vangelo di Marco (10, 17-22) troviamo
la figura di un giovane che raggiunge Gesù per chiedergli: “Cosa devo fare per
avere la vita?”. Gesù è il maestro, considerato come un rabbì, è avvicinato per
ottenere un consiglio prezioso. L’incontro sarà ancora una volta differente. La
relazione che inizia tra i due è molto diversa da quella con la donna di
Samaria. Gesù con il giovane è tutto, tranne che accomodante e comprensivo. Lo
rimanda in primo luogo a ciò che egli è, alla sua identità di ebreo. Conosce la
strada della vita indicata dai comandamenti. Il Signore Gesù che si mostra per
ciò che è, rispetta profondamente l’identità di chi lo incontra, dando estremo
valore alla storia di ogni singolo. Ma il giovane è in ricerca. Non si
accontenta di rispettare i vari comandamenti. Cerca di più. E forse ha visto in
Gesù quel “di più” che inseguiva. Egli non solo viene rimandato alla sua
identità, ma anche alla sua libertà di mettere in atto ciò che serve per dare spazio
ai suoi desideri più profondi. Il rispetto è totale. Quanto siamo lontani da un
Dio che si comporta come il genio della lampada! Il Dio di “esprimi un
desiderio e io lo esaudirò”! Mai il Signore agisce in te, senza la tua libertà.
Mai sfonda a calci la porta del tuo cuore. E mai usa strategie di adescamento
per avere seguaci dalla sua parte. Non utilizza spot pubblicitari per farti
consumare i suoi prodotti senza che tu lo voglia. È immediato, schietto, vero.
L’incontro con Gesù per questo giovane è uno shock! Anche i discepoli che hanno
assistito al dialogo sono spaventati. Il giovane esce dall’incontro triste.
Anche in questo caso Gesù tocca un punto centrale. Lo incontra nel suo punto
vitale. Il giovane è in crisi; è messo a contatto con qualcosa di molto
profondo che ha bisogno di essere preso in considerazione, nel tempo. Il
giovane voleva una risposta facile, veloce. Ora si trova a fare i conti con
“la” domanda della sua vita. Non sappiamo come termina la storia: alla fine
cosa avrà deciso? Mi piace pensare che un giorno, dopo quel primo incontro, sia
tornato da Gesù e con le mani vuote bene in vista e gli abbia detto sorridente:
“Ho venduto tutto, vorrei seguirti Signore”.
ATTIVITà
Dopo la riflessione di gruppo,
RISPONDERE alle seguenti domande .
Come definiresti il tuo incontro con Gesù?
Quando hai avuto un incontro personale con lui?
Cosa è successo e cosa è cambiato nella tua vita?
Ti capita di cercare
l’incontro con Lui?
Oppure aspetti sempre di essere incontrato?
Scrivi una preghiera che esprima il tuo desiderio o la tua
difficoltà nell’incontro con Gesù.
Proposta di DESERTO
L’ esperienza del deserto, per aiutare i ragazzi a stare da
soli per favorire l’incontro con Gesù attraverso la Sua Parola, ed educarli
così alla preghiera personale.
Ad ogni ragazzo viene consegnata la scheda con l’invito a
rispondere per iscritto alle domande.
Prima di iniziare è
bene stabilire alcune piccole regole:
¨ È tempo
da vivere da soli, senza parlare o tanto meno chiacchierare con altri. Non
lasciarsi distrarre!.
¨
Ciascuno cerchi di essere concentrato.
¨ È un’occasione per stare
cuore a cuore con Gesù. Non è un momento di sola lettura o studio, ma di
incontro nella preghiera. Non avere fretta di rispondere alle domande ma
cercare di creare un rapporto vivo con Gesù fatto di sguardo, di silenzio, di
invocazione del cuore, ecc...
UN UOMO CHE INCONTRA PERSONE DIVERSE (LC 10,25-36)
La vita di ogni persona è costellata di relazioni, di
incontri. E gli incontri cambiano la vita. Ma possono essere diversi. Alcuni
portano alla vita, altri invece non fanno altro che, in qualche modo,
toglierla. Il brano per la preghiera che proponiamo è una parabola. Un racconto
che Gesù narra ad un dottore della legge. Il discorso inizia da una domanda
molto semplice: «Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù tra le
altre cose risponde: «...e amerai il prossimo tuo come te stesso». Da qui nasce
la domanda: «E chi è il mio prossimo?», con la successiva risposta di Gesù
attraverso la parabola nota a tutti come “il buon Samaritano”. Alla fine del
racconto il dottore della legge comprenderà che il prossimo è la persona che è
capace di fermarsi e di prendersi cura di un altro... questo prossimo in realtà
è Gesù, l’uomo dell’incontro.
Dal Vangelo secondo Luca (10,25-36) 25Ed ecco, un dottore
della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo
fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto
nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con
tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta
la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto
bene; fa' questo e vivrai». 29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù:
«E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a
Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo
percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un
sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un
Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe
compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e
vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese
cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede
all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo
pagherò al mio ritorno». 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di
colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
PROPOSTA di un metodo
per pregare con questo brano:
*
Prima di tutto fermati in silenzio per un minuto, respira lentamente pensando
che incontrerai il Signore e che lui aspetta di incontrare te.
* Fai
un segno di croce e affida tutto ciò che sei a lui, la tua memoria, la tua
intelligenza, la tua volontà, le tue capacità.
*
Chiedi la grazia di poter aprire il tuo cuore Lui, per poterlo incontrare
intimamente.
*
Leggi il testo lentamente fermandoti nei punti in cui trovi gusto, in cui senti
che la tua vita viene toccata; non avere fretta: non è il molto sapere che
sazia l’anima, ma il sentire e gustare internamente.
E chi è il mio
prossimo? La domanda viene rivolta a Gesù da un dottore della legge non per
cercare di capire, ma per giustificarsi. Prima vuole metterlo alla prova
facendo una domanda che sembra la più intelligente di tutte (cosa devo fare per
avere la vita eterna?) e ora si vuole giustificare con un'altra domanda che
suppone una divisione tra le persone. Come se ci potessero essere persone che
si possano non amare! Gesù racconta la parabola non per dire chi è il prossimo,
ma per insegnare che è necessario farsi prossimi, vicini. Il prossimo sei tu
nella misura in cui sei capace di avvicinarti ad un altro, chiunque egli sia.
Þ Fermati un istante e
prova a riportare alla memoria tutte le persone che incontri quotidianamente,
conosciute e sconosciute.
Un uomo...incappò nei briganti che lo spogliarono, lo
percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Il primo incontro
dell’uomo che scende da Gerusalemme a Gerico è devastante. Gerico, città sotto
il livello del mare, è simbolicamente utilizzata per indicare la direzione del
cammino dell’uomo. Lascia Gerusalemme, città di Dio, e si incammina verso il
basso, luogo pericoloso dove gli incontri con i briganti sono all’ordine del
giorno. In questo cammino viene raggiunto da persone che entrano in relazione
per togliere tutto. Prima di tutto spogliano, tolgono la dignità. Poi
percuotono, colpiscono, fanno male. E poi se ne vanno lasciando che incontrano
mezzo morto. Sono incontri particolari che spesso promettono relazioni leggere,
sembrano gratuite, ma alla fine lasciano in solitudine con la propria amarezza.
Non viene detto che rubano qualcosa. Il loro gusto è solo quello di un
divertimento per lo sfinimento altrui.
Þ Rifletti se per caso ti trovi a vivere
incontri o relazioni di questo tipo: leggere ma in fondo devastanti.
Per caso, un sacerdote...e anche un levita. Dopo i briganti
è il turno di altri due tipi di persone: un sacerdote e un levita. Il custode
della legge e l’addetto al culto. Entrambi sono in realtà due non incontri.
Entrambi rimangono lontani. Il sacerdote e il levita quando lo vedono passano
oltre, dall’altra parte. L’incontro è solamente visivo, ma non c’è incontro di
sguardi. La strada percorsa è la stessa! Entrambi discendono. Ma l’incontro non
c’è. È evitato. Passano oltre. Letteralmente deviarono oltre. La persona
diventa un ostacolo che fa cambiare strada come se fosse un impiccio. Chissà
cosa avevano nel cuore e cosa ha spinto i due a non fermarsi. Forse la paura di
essere contaminati nella loro purità rituale? Forse la paura legittima di
incappare essi stessi nei briganti? O forse più semplicemente per il timore di
perdere tempo prezioso, oppure per timore di non essere accolti. Possono essere
tanti i motivi che spingono a non incontrare. Di fatto la nostra vita vede
molti di questi incontri. Quante figure ci passano accanto senza vedere. E da
quante persone siamo incontrati ed è sempre un andare oltre. Un deviare con il
timore di essere conosciuti in profondità, di essere svelati.
Þ Rifletti se per caso ti
trovi a vivere incontri o relazioni di questo tipo: formali e in fondo senza
alcun interesse. Cosa ti ostacola nel fermarti per incontrare profondamente.?
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli
accanto lo vide e n'ebbe compassione. L’ultimo incontro dell’uomo è con un
Samaritano. I samaritani, popolo idolatra, votato agli dei degli Assiri, non
potevano entrare a contatto con i giudei. E proprio il Samaritano, è colui che
si fa vicino. È Gesù, il “sempre in viaggio”, sempre in ricerca di chi è
perduto. Contrariamente agli altri passa accanto senza deviare oltre, lo vede e
ha compassione. Gesù è capace di patire con lui. Il suo cuore si muove come le
viscere di una madre per i propri figli.
Þ
Prova a sentire e gustare il Signore che in questo momento vuole fermarsi,
aprire il suo cuore a te e prendersi cura di te.
Gli si fece vicino,
gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; il modo di prendersi cura di
quest’uomo samaritano è molto concreto. Non solo passa accanto sentendo
compassione, ma si fa ulteriormente vicino. Per lui chi è a terra non è un
ostacolo al proprio percorso ma è lo scopo del suo cammino, del suo viaggio. Il
suo farsi vicino è capace di fasciare le ferite. Mentre il primo incontro
produce ferite, questo le fascia. Se la ferita fa perdere il sangue segno della
vita, la fasciatura permette di rivivere. Ed essa è compiuta con olio e vino.
Segni della Parola e dello Spirito che ridona la gioia. È un prendersi cura che
è totale umanità contro una totale disumanità dei briganti. È la parola che
cura la nostra incapacità di comunicare. È lo spirito che disseta la nostra
aridità. poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si
prese cura di lui. Non si accontenta di un pronto intervento che rimane
confinato a qualche minuto. Il suo prendersi cura è per la vita, per il
presente e per il futuro. poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una
locanda e si prese cura di lui. Non si accontenta di un pronto intervento che
rimane confinato a qualche minuto. Il suo prendersi cura è per la vita, per il
presente e per il futuro. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede
all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui. Infine il suo prendersi cura passa
per un rimetterci di persona e per una consegna libera. È capace di dare del
suo senza legare, ma lasciando che altri possano collaborare alla sua cura. Le
sue attenzioni passano anche per le mani di altri. Gesù gli disse: «Và e anche
tu fà lo stesso». Questo è ciò che dovremmo fare, a imitazione del Samaritano,
di Gesù. Da qui passa la risposta per la vita. Vuoi la vita eterna? Accogli e
gusta la cura di Dio per la tua vita, vivi l’incontro liberante con lui e sii
vicino prendendoti cura dei tuoi fratelli come ha fatto lui con te.
Þ Ripercorri le azioni di
Gesù: le riconosci nella tua vita?
Þ E tu come le vivi nei
confronti degli altri?
Fermati ancora qualche minuto per parlare con il Signore, da
amico ad amico su ciò che colpisce maggiormente la tua vita. Prega con il Padre
Nostro e esci lentamente dalla preghiera. Scrivi un commento di poche righe su
quanto ti ha colpito di più di questo Vangelo e mettilo sul gruppo whastapp a
cui appartieni o invialo alle persone che stanno facendo con te questo ritiro.
Nessun commento:
Posta un commento