Mons. Sergio Melillo
Vescovo di Ariano Irpino - Lacedonia
Essere giovani al tempo della
“pandemia”
«…volgendo lo sguardo qui
o all’aria sottile respirata da esseri
che al pari di noi su questa sfera camminano...» (Walt Withman)
Ariano Irpino, 10 giugno 2020
Cari giovani,
Lockdown (isolamento) è la parola che ha dominato i nostri
pensieri, ha infranto l’incanto del ritmo della vita, tra i banchi di scuola,
tra le strade, in un tempo denso di timori.
Il Lockdown ha interrotto - per indubbie ragioni - rapporti personali,
incontri, amplificato fragilità, creando distanza tra le persone.
Questo anno scolastico o accademico si chiude in un tempo
sospeso. Quale ne è il prezzo? La reclusione tra le pareti
domestiche dietro lo schermo dello smartphone, del computer, come imprigionati in relazioni virtuali
…
Cari giovani guardate al futuro, rompete l’isolamento con intelligenza.
Innanzitutto, siate giovani autentici. Ma cosa significa essere giovane? Essere
giovane è possedere in sé stesso una novità di spirito, coltivare la ricerca di
futuro, perseverare nel prepararsi al domani.
Non ignorate mai la forza irresistibile che muove il cammino, non siate prigionieri di un eterno presente ma,
protagonisti nel costruire il mondo che verrà e che di fatto è già venuto:
«… volgendo lo sguardo qui
o
all’aria sottile respirata da esseri che al pari di noi su questa sfera
camminano...» (Walt Withman).
Certo, la “scuola
è finita!”, ma ci sono ancora gli
esami di maturità o universitari! È
finita, non al suono tradizionale della campanella, né con i salti di gioia che fanno assaporare un tempo diverso di vacanze e di amori!
"Camminando si apre il cammino" e si possono
coltivare i sogni.
É la cosa più bella: sognare e desiderare un mondo
migliore. Non accontentatevi della mediocrità, curate l’interiorità e progettate un mondo più giusto ed ospitale.
La Chiesa è locanda accogliente nelle
comunità che, con i parroci, accompagna le vostre sacrosante aspirazioni di
studio e di lavoro.
Lo indica Gesù che è
venuto a portare “il fuoco” sulla terra: portare “il fuoco” è credere nella vita, senza mai arrendersi alla morte. Perché
la vita possiede sempre un valore,
un senso immenso, anche se misterioso. Ne è prova la relazione
d’amore tra genitori
e figli, capaci di amare, anche tra le onde di un mondo
inquieto.
Per poter cambiare le cose “mettete
mano” al cuore! Puntate alla creatività: solo così
si può sperare di venir fuori dai solitari rifugi
che, come “tane
protettive” hanno amplificato pensieri oscuri e chiusure.
La pandemia è stata anche
stimolo a pensieri positivi, a solidarietà concreta: quante belle esperienze
abbiamo condiviso!
È tempo di “rinascimento”:
alla vita di fede nelle anime, alla cultura, alla società, all’arte, alla musica, alla letteratura, alla scienza, alla pittura, allo sport, …un tempo di chiare
scelte vocazionali per navigare con coraggio nel mare aperto
dell’esistenza.
Vi benedico paternamente.
X Sergio Melillo, vescovo
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