Il Sabato Santo 2020 con l’epidemia del coronavirus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero sarà diverso dal modo in cui eravamo abituati a viverlo. La consueta cerimonia con i parroci non ci sarà. La Messa più “importante” dell’anno, dal momento che è quella in cui si proclama la Resurrezione del Signore, deve fare i conti con le misure di sicurezza imposte dalle autorità civili a causa della pandemia. Quindi saremo tanti a seguire la solenne liturgia, in diretta Facebook, l’annuncio della Resurrezione del Signore Gesù, appuntamento fissato questa sera, Sabato Santo 11 aprile 2020 .
Sabato Santo è il giorno del silenzio, del raccoglimento e della meditazione; un giorno “aliturgico”, non ci si accosta all’Eucaristia, ma si aspetta in silenzio, per rivivere lo sgomento degli apostoli dopo la morte di Gesù. Pur iniziando la sera del sabato, infatti, la Veglia Pasquale è considerata parte della liturgia della Pasqua di Resurrezione. È anche il giorno della “crisi” della Parola: i Vangeli stessi non raccontano nulla, possiamo solo immaginare che questo sia il tempo in cui il corpo di Gesù rimane nel sepolcro, mentre gli apostoli, essendo giorno di risposo per gli ebrei, restano senza sapere cosa sarebbe accaduto dopo. A partire dal IV secolo in alcuni luoghi, in questo giorno i candidati al Battesimo (catecumeni), facevano la loro pubblica professione di fede, prima di venire ammessi nella Chiesa, rito che avveniva poi nella Veglia di Pasqua.
Verso il XVI secolo, si cominciò con un’anticipazione della Vigilia alla mattina del Sabato Santo, forse perché non era consigliabile stare di notte fuori casa, ad ogni modo questa anticipazione al mattino del Sabato, è durata fino agli ultimi anni Cinquanta del XX secolo: verso le 10-11 del mattino del sabato si “scioglievano” la campane dai legami messi la sera del Giovedì Santo per l’annuncio della Risurrezione
Poi con la riforma liturgica Conciliare, tutto è ritornato come alle origini e il Sabato ha ripreso il significato del giorno della meditazione e penitenza; l’oscurità nelle chiese è totale, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; è l’unico giorno dell’anno che non si può ricevere la Comunione, tranne nel caso di Viatico per gli ammalati gravi.
Tutto è silenzio nell’ attesa dell’evento della Resurrezione.
Quanto tempo restò sepolto nel sepolcro Gesù?
Furono tre giorni non interi, dalla sera del Venerdì fino all’ alba del giorno dopo la festa del Sabato ebraico, che oggi è la Domenica di Pasqua, ma che per gli Ebrei era il primo giorno della settimana; in tutto durò circa 40 ore.
Bisogna dire che con la liturgia odierna, la “Veglia Pasquale” è prevista in buona parte delle nostre chiese e cattedrali, con inizio verso le 22 del sabato; ma la Veglia pasquale, madre di tutte le Veglie celebrate dalla liturgia cristiana, pur iniziando nell’ ultima ora del sabato, di fatto appartiene alla Liturgia solenne della Pasqua.
Durante la “Veglia” viene benedetto il fuoco, il “cero pasquale”, l’acqua battesimale; cercando di far coincidere il canto del “Gloria”, con il suono delle campane a festa, verso mezzanotte. In altre zone la “Veglia” inizia verso mezzanotte e quindi la liturgia eucaristica prosegue nelle prime ore notturne
Il terzo giorno del Triduo Pasquale commemora la discesa agli inferi
Anche se tutto tace, Cristo agisce. Secondo l’antica tradizione, infatti, in questo giorno, Gesù discende agli Inferi, nelle profondità del Regno della morte per salvare l’uomo e portarlo con sé in cielo, dove ci precede e dove ci attende a braccia aperte. Negli Inferi incontra Adamo, il primo uomo che qui simboleggia l’intera umanità, lo scuote, lo sveglia e gli dà l’annuncio della salvezza da cui nessuno è escluso, ponendo, di fatto, un ponte tra la tomba e il Regno di Dio. Gesù porta l’arma infallibile della Croce, perché “con la morte vince la morte”.
L’Ora della Madre
Da una trentina d’anni il Sabato Santo è anche il giorno in cui, come vuole la tradizione bizantina, si celebra l’Ora della Madre. Ci si concentra cioè sulla figura di Maria in cui in questo giorno si sommano il dolore per la morte del figlio e la speranza per la sua Resurrezione. Maria è indicata come Mater Dolorosa già da Sant’ Ignazio di Loyola; l’abbiamo lasciata ai piedi della Croce, abbandonata dal Figlio che è morto e che prima di spirare l’ha affidata a Giovanni, perché Maria, chiamata alla missione di Madre, non può rimanere senza figli. Ma il dolore e la fede di Maria qui sono il dolore e la fede da cui nasce l’intera Chiesa che sta lì, con lei, ai piedi della Croce, a farsi illuminare dalla speranza.
Dall’ Anno Mariano del 1987, questa celebrazione a Roma si svolgeva nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in tempo di coronavirus le chiese sono vuote.
Dall’ Anno Mariano del 1987, questa celebrazione a Roma si svolgeva nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in tempo di coronavirus le chiese sono vuote.
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