Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 2,13-22
Si avvicinava la
Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva
buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di
cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a
terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di
colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre
mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per
la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero:
«Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete
questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei:
«Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo
farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu
risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo,
e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il Vangelo di oggi (Gv 2,13-25) ci presenta l’episodio della
cacciata dei venditori dal tempio, Gesù «fece una frusta di cordicelle e
scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi» (v. 15), il denaro,
tutto. Tale gesto suscitò forte impressione, nella gente e nei discepoli.
Chiaramente apparve come un gesto profetico, tanto che alcuni dei presenti
domandarono a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), chi
sei tu per fare queste cose? Mostraci un segno che tu hai autorità per farle.
Cercavano un segno divino, prodigioso che accreditasse Gesù come inviato da
Dio. […]
In effetti, questo gesto di Gesù e il suo messaggio
profetico si capiscono pienamente alla luce della sua Pasqua. Abbiamo qui,
secondo l’evangelista Giovanni, il primo annuncio della morte e risurrezione di
Cristo: il suo corpo, distrutto sulla croce dalla violenza del peccato,
diventerà nella Risurrezione il luogo dell’appuntamento universale tra Dio e
gli uomini. E Cristo Risorto è proprio il luogo dell’appuntamento universale -
di tutti! - fra Dio e gli uomini. Per questo la sua umanità è il vero tempio,
dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori, i veri
adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del
potere o del sapere religioso, sono coloro che adorano Dio «in spirito e
verità» (Gv 4,23). […]
Ogni Eucaristia che celebriamo con fede ci fa crescere come
tempio vivo del Signore, grazie alla comunione con il suo Corpo crocifisso e
risorto. (Angelus, 8 marzo 2015).
RIFLESSIONE:
Le parole del Santo Padre riflettono sul passo del Vangelo
in cui Gesù scaccia i venditori dal tempio. Questo gesto profetico simboleggia
la Pasqua di Cristo, in cui il suo corpo distrutto diventa il luogo
dell'incontro tra Dio e l'umanità. Il Papa sottolinea che il vero tempio è
l'umanità stessa, in cui gli adoratori veri sono coloro che lo fanno "in
spirito e verità." L'Eucaristia rafforza questa comprensione,
permettendoci di crescere come "tempi vivi del Signore" attraverso la
comunione con il Corpo di Cristo. Il messaggio chiave è che la fede in Cristo è
ciò che conta, andando oltre le strutture materiali e i rituali religiosi.
F.A.
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