LINEE
PROGRAMMATICHE GRUPPI D’ACCOGLIENZA 2023
1 - PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA
1.1
- Introduzione
Il rinnovo di
tale Programma umanitario è tanto più significativo quanto più lontane si sono
fatte le percezioni di una
catastrofe avvenuta nel 1975 ma le cui conseguenze, per tantissime persone vulnerabili, durano purtroppo tuttora.
Il Programma
si rivolge a volontari locali, alle associazioni e agli enti locali in grado di
mettere a disposizione, anche sotto forma di risorse
finanziarie, strutture di accoglienza e di ricreazione, mezzi di trasporto, attività di animazione, iniziative ludiche, culturali e sportive, occasioni di incontro tra i bambini
ospitati e la società civile
e le istituzioni italiane.
Questo
Programma è frutto di un’esperienza ultratrentennale, chiediamo a tutti i
partecipanti di contribuire a migliorarlo segnalandoci problemi, inconvenienti, suggerimenti, nuove idee. Al termine
del soggiorno e in vista del programma per il prossimo anno si terrà un
incontro di valutazione in cui tutti
i nostri partner saranno invitati a discutere delle principali problematiche emerse durante l’esperienza ed a proporre
e concordare nuove soluzioni per migliorare negli anni successivi.
Il presente
Manuale vuole sintetizzare i diversi aspetti
dell'accoglienza ed è diretto a tutti coloro
che, associazioni, enti locali, volontari
e famiglie promuovono e sono coinvolti
nel Programma.
2
- FINALITÀ E METODOLOGIE DEL PROGRAMMA
2.1 - Gli scopi del Programma
Gli obiettivi prioritari del Programma sono:
●
offrire ai bambini
saharawi la possibilità di riposo e svago dopo la fine dell’anno scolastico, quando ai campi
il caldo diventa
torrido;
●
consentire ai bambini
un’apertura sul mondo
esterno e su realtà nuove e diverse,
senza per questo provocare un’alienazione dalla propria cultura
e dalla propria appartenenza nazionale;
●
offrire attività ricreative, culturali, sportive e artistiche tali da permettere
la maturazione della personalità dei bambini;
● offrire la possibilità del monitoraggio sanitario in un clima di affetto dell’intera comunità solidale che contribuisce alla iniziativa;
●
favorire la conoscenza della realtà dell’infanzia saharawi, profondamente segnata
da una esperienza difficile come quella di essere costretti in un campo
profughi nel deserto, da parte dell’opinione pubblica, del mondo dell’informazione, della società civile
e delle istituzioni italiane;
●
assumere responsabilità concrete nei confronti
di un fenomeno che non deve essere delimitato
disinformazione come quelli
attuali.
Il Progetto
“Piccoli Ambasciatori di Pace” non è rivolto a dare risposte a casi sanitari,
né per adulti né per bambini, per questi casi ci sono dei progetti
specifici che prevedono
l’accompagno genitoriale e risorse economiche e logistiche adeguate
a copertura dell’intero percorso sanitario (anche se di lungo degenza),
nessun partner può utilizzare il progetto per dare soluzione
a casi sanitari conclamati,
per la gestione di questi casi c’è l’accordo della cooperazione internazionale
necessaria da attivare per lo scopo.
2.2 - Le modalità del Programma
Rete Saharawi,
in collaborazione con la Rappresentanza in
Italia del Fronte Polisario, sulla base delle richieste
e degli impegni
dei gruppi e degli enti locali predispone l’arrivo dei bambini
e dei loro accompagnatori
in Italia per il periodo di luglio-agosto secondo le date che verranno
concordate in funzione dei tempi necessari
per le domande di visto, il deposito impronte
per i passaporti individuali (necessari oltre i 12 anni), le condizioni
logistiche riguardanti il trasferimento dai campi profughi in Italia
e il relativo ritorno.
Rete Saharawi
è il referente di tali richieste presso le istituzioni saharawi. Non sono previste partecipazioni al di fuori dei criteri
di assegnazione che mirano a garantire il diritto dei bambini in base a precise priorità (sanitarie,
sociali ecc.), saranno accolte solo richieste individuali o di gruppi che corrispondano ai criteri di integrità
del processo di selezione previsto dal presente Programma, che prevede anche l’opportuna priorità
all'accoglienza di gruppi
di bambini diversamente abili o con particolari patologie.
Il programma
di accoglienza agisce nel pieno rispetto della normativa italiana e
internazionale in materia di tutela dei diritti e dell’infanzia, ed in tal senso intende
porre anche un’attenzione particolare alla selezione
degli accompagnatori dei minori, che sono parte integrante del Programma e responsabili verso il Fronte Polisario
per i minori a loro affidati, Gli accompagnatori devono poter svolgere il proprio ruolo di
facilitatori e tutori laddove ve ne siano le condizioni, potrà essere utile coinvolgere volontari di madrelingua araba
presenti a diverso titolo in Italia, non già in sostituzione degli accompagnatori, ma per rendere più
fruibile lo scambio delle informazioni nelle attività programmate.
I gruppi
e le Associazioni, supportando gli Enti locali,
devono programmare il soggiorno dei bambini in loco, in modo tale da prevedere tutti gli aspetti logistici, in particolare tutte le spese per il soggiorno ed i necessari esami sanitari dei bambini e degli accompagnatori, il piano delle attività ricreative e di sensibilizzazione, l'organizzazione del personale per l'accoglienza.
2.3 - I principi ispiratori del Programma
Il Programma mira, tra le altre cose, a garantire una esperienza di conoscenza culturale mutua preservando la personalità, il legame familiare, la cultura, la lingua, la religione dei minori saharawi. I modi di accoglienza, i programmi di attività dovranno dunque essere attenti e pronti a cogliere le esigenze particolari che derivano dalla diversa appartenenza dei bambini saharawi e dei loro accompagnatori rispetto alla società italiana che li accoglie, in questo modo il contatto con la nostra realtà non comporterà traumi culturali per la personalità dei bambini ma garantirà una esperienza ricca di arricchimento.
Trattandosi di bambini in età e condizioni particolari, le preoccupazioni maggiori
nella realizzazione del programma devono
tenere conto della cultura del popolo di origine del bambino.
I bambini saharawi
hanno una cultura
L’ occupazione
del territorio del Sahara Occidentale da parte del Marocco, lo stato di guerra
con il Marocco, le condizioni di vita in campi profughi
che si trovano in pieno
deserto in territorio algerino, le
conseguenti implicazioni sul piano delle attività economiche hanno reso
difficile e precaria non solo l’esistenza materiale ma anche quella sociale
e culturale del popolo saharawi.
Malgrado ciò
il popolo saharawi ha compiuto enormi sforzi per conservare ed arricchire la
cultura tradizionale aprendola alla
conoscenza delle molteplici esperienze formative. Anche per questo il Fronte Polisario chiede alle Associazioni
nazionali nei diversi paesi di promuovere i soggiorni estivi e nello stesso tempo di poter consentire a tutti i bambini di riprendere le normali attività
scolastiche ed educative
nella propria patria.
L’accoglienza
deve essere attenta a rispettare la cultura nei suoi diversi aspetti, avendo
attenzione e rispetto per le
abitudini alimentari, comportamentali o comunque di consumo che difficilmente i bambini
potranno riprodurre al ritorno ai campi.
Più in
generale una cura particolare dovrà essere data al rischio di insorgere di
bisogni indotti che possano
rendere più difficile il reinserimento del bambino nella realtà dei campi dove anche i bisogni più elementari, a volte, sono soddisfatti in condizioni di grande precarietà.
I bambini saharawi
hanno una patria
In qualunque
situazione vivano, i bambini saharawi
si riconoscono in una sola patria.
In nessun caso
i soggiorni estivi, anche ripetuti, dovranno essere parti di un progetto di
stabile di inserimento di minori saharawi
nella società italiana.
Il soggiorno
estivo può essere occasione per rappresentare ai volontari delle associazioni
la realtà che vivono i bambini
saharawi, la problematica del proprio popolo,
il messaggio di pace che portano con sé.
3 - PARTNER DEL PROGRAMMA
3.1 – Enti gestori
del programma
1) MINISTERO DELLA
GIOVENTU’ E DELLO
SPORT DELLA RASD.
2) RAPPRESENTANZA IN ITALIA DEL FRONTE POLISARIO
3) ASSOCIAZIONI ITALIANE
CAPOFILA DI PROGETTO
E I LORO PARTNER LOCALI
4) MINISTERO DEL LAVORO ITALIANO ATTRAVERSO LA DIREZIONE GENERALE PER L’ IMMIGRAZIONE E LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
5) AMBASCIATA ITALIANA
IN ALGERIA E AMBASCIATA ALGERINA
IN ITALIA
6) RETE SAHARAWI
3.2 - I compiti dei gestori del programma
1) MINISTERO
DELLA GIOVENTU’ E DELLO SPORT DELLA RASD
Il Ministero della Gioventù della
RASD che è il promotore del progetto
internazionale, si occupa in primis della selezione dei bambini e
degli accompagnatori e del rapporto con le famiglie; della richiesta e
dell’elaborazione di tutti i documenti di viaggio (visti, passaporti,
registrazione impronte digitali
accompagnatori e minori), della presa in carico dei bambini dalle famiglie e
del trasporto degli stessi all’
aeroporto nonché dell’assistenza aeroportuale sia alla partenza che al rientro
ad Algeri e a Tindouf. Oltre alla gestione degli eventuali imprevisti come ad esempio interventi sanitari
urgenti o ritardo
del volo dall’Italia e perdita della coincidenza per Tindouf.
2) RAPPRESENTANZA IN ITALIA DEL FRONTE POLISARIO
la
Rappresentanza del Fronte Polisario in Italia si occupa in primis della
reperibilità di realtà disponibili ad
accogliere i bambini, della mediazione tra le istituzioni saharawi e le
associazioni italiane e della
mediazione tra le istituzioni italiane e le associazioni che ospitano. È suo
compito l’accettazione e la validazione
delle domande presentate dalle associazioni e garantisce il rispetto degli accordi tra le istituzioni saharawi e le associazioni italiane.
La
rappresentanza del Fronte Polisario in Italia può visitare i bambini ospiti
delle varie realtà anche senza
preavviso e garantisce la propria presenza in occasione degli incontri
istituzionali durante la permanenza
dei bambini. Infine interviene per la soluzione di eventuali difficoltà e/o
imprevisti durante il soggiorno dei
bambini in Italia e può revocare la possibilità di accogliere i bambini ad associazioni non adempienti.
3) ASSOCIAZIONI ITALIANE
CAPOFILA DI PROGETTO
E I LORO PARTNER LOCALI
È compito delle associazioni capofila
e dei partner locali di progetto a loro collegati:
- l’ospitalità
(da soli o in collaborazione con i partner locali) per l’intero periodo di
luglio-agosto, di gruppi composti
da 10 bambini e da due accompagnatori adulti saharawi;
- la
copertura finanziaria per il pagamento delle quote individuali (per ciascun
bambino ed accompagnatore) determinati centralmente dal sistema
di accoglienza
- il
reperimento di strutture di accoglienza e di ricreazione e di mezzi di
trasporto adeguati (in proprio o mediante convenzione);
- organizzare
attività di animazione, culturali e sportive, occasioni di incontro tra i
bambini saharawi e la società
civile e le istituzioni italiane;
- organizzare i controlli medici:
vedere allegato 1 alla fine del vademecum
- assicurare
il rispetto delle norme imposte dalla legislazione sui minori stranieri e di
quelle relative all’ingresso e al soggiorno dei cittadini stranieri in Italia.
4) MINISTERO
DEL LAVORO ITALIANO ATTRAVERSO LA DIREZIONE GENERALE PER L’ IMMIGRAZIONE E LE POLITICHE
DI INTEGRAZIONE
E’ compito
della Direzione Generale
accreditare presso il Sistema Informativo Minori Accolti tutte le associazioni capofila di progetto.
Una volta che sia stata accreditata l’associazione capofila, la Direzione Generale rilascia il Nulla Osta al progetto dopo aver ricevuto e validato tutti i vari passaggi necessari all’approvazione del progetto. Una volta rilasciato il nulla osta, durante il periodo dell’ospitalità, è compito della Direzione Generale vigilare sulla effettiva regolarità dello svolgimento dell’ospitalità sia dal punto di vista amministrativo che pratico, per cui sono possibili visite ispettive da parte dei funzionari ministeriali presso le associazioni ospitanti.
5) AMBASCIATA ITALIANA
IN ALGERIA
Concede i visti necessari ai minori e agli accompagnatori saharawi per l’ingresso in Italia attraverso i progetti di accoglienza autorizzati dal Ministero del Lavoro Italiano
4 - Gestione
pratica del progetto
4 - ACCREDITAMENT
Il primo passo
consiste nell’inviare alla Rappresentanza del Fronte Polisario in Italia la
domanda di accreditamento presso il
Ministero della Gioventù della RASD con copia dello Statuto e indicazione del legale rappresentante dell’associazione, con copia di un suo documento. Tale documentazione va inviata solo la prima volta mentre la richiesta
di accoglienza va rinnovata ogni anno.
Il Ministero
della RASD autorizza l’accoglienza del numero
di bambini richiesto e invia l’accordo
con l’associazione che ha
durata di un anno. Va ricordato che sono le Autorità algerine che consentono ai bambini e agli accompagnatori la possibilità di viaggiare tramite
il rilascio dei passaporti.
Il secondo
passo, solo per l’associazione capofila
del progetto, è l’accreditamento presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in Italia.
Tale
accreditamento avviene con il deposito di una domanda e copia dello Statuto
dell’associazione, dell’indicazione
del legale rappresentante con copia di un suo documento di identità e,
dell’accordo con il Ministero della
Gioventù della RASD.
Ogni anno andranno
eventualmente confermate e/o modificate le informazioni sull’associazione.
5
- LA RICHIESTA
DI AUTORIZZAZIONE DEL PROGETTO
Una volta
accreditata l’associazione capofila presso il Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, il progetto
accoglienza andrà depositato entro 70 giorni dall’arrivo previsto dei bambini
al SIMA (Sistema Informativo Minori Accolti) e andranno seguite
le istruzioni della piattaforma per l’ottenimento
del nulla osta, essenziale per il rilascio del visto da parte dell’Ambasciata
Italiana ad Algeri sia per i bambini che per gli accompagnatori.
L’associazione capofila dovrà produrre:
- la certificazione di idoneità di tutte le strutture che ospiteranno i bambini,
- la
certificazione dell’iscrizione dei bambini al SSN e/o la stipula di
un’assicurazione sia sanitaria che per la responsabilità civile.
- il nulla osta, rilasciato dalle questure competenti per il territorio, per le famiglie accoglienti e per i volontari che accudiscono i bambini.
In questa fase è necessaria la massima disponibilità da parte delle
associazioni che partecipano al progetto
a fornire all'associazione capofila tutta la documentazione necessaria nei
tempi indicati da quest’ultima.
La richiesta viene esaminata dal
Ministero passo dopo passo, attraverso l’approvazione dei vari documenti da inviare nelle varie fasi del processo
di richiesta e dura alcune
settimane.
Al termine viene emesso un nulla
osta all’associazione capofila per l’organizzazione del progetto, inviato
in copia all’ ambasciata italiana
di Algeri che potrà quindi
emettere i visti necessari.
6
- LA FORMAZIONE E L’ INFORMAZIONE PER CHI ACCOGLIE
I responsabili
del settore accoglienza delle varie associazioni, dopo aver raccolto le
richieste di ospitalità,
provvederanno a stilare le liste opportune secondo le direttive di legge.
Questa fase organizzativa vede i vari soggetti coinvolti, impegnati su due fronti di carattere burocratico amministrativo, quello italiano
e quello algerino,
ma prevede anche l’inizio di una fase di informazione e di formazione verso chi ha deciso di ospitare i bimbi.
Questa fase è essenziale per garantire il miglior soggiorno
possibile ai bambini.
Diventa quindi necessario che i gruppi accoglienti svolgano
un ruolo attivo e di proposta, partecipando agli incontri organizzati territorialmente.
Riflettete
sulla complessità e sulla vastità di questo progetto, sul gran numero di
implicazioni necessarie e correlate.
Vi renderete conto che, nonostante le apparenze che a volte inducono a pensare al contrario, è essenziale
un’attenta analisi preliminare, una fase di riflessione operativa, una fase di attenta gestione
pratica.
Tutto ciò
significa un lavoro organico di gruppo, una distribuzione di compiti,
l’individuazione di obiettivi attraverso i necessari strumenti, una capacità di verifica costante
e continua.
Poiché il
nostro progetto è rivolto a bambini comprenderete con facilità quali esigenze
di serietà dobbiamo porre alla base dei nostri
atteggiamenti.
L’ ingresso di
nuovi componenti in un sistema di relazioni personali, per quanto limitato nel
tempo, altera sensibilmente le
regole del normale equilibrio conosciuto. Tutto il complesso delle relazioni interne ed esterne ne risentirà, al punto
che sarà necessario rimodellare con elasticità e capacità di adattamento il modello di relazione.
Sarà
necessario tenere presente che ospiteremo minori di cultura, lingua, tradizioni
ed abitudini totalmente diverse dalle
nostre, che i nostri ospiti hanno comunque un proprio habitat nel quale faranno
ritorno al termine
dell’esperienza e che questi legami
non vanno intaccati.
Non dovrete
stupirvi se vi accorgerete che i bimbi hanno ricevuto una scarsa preparazione
per affrontare questa situazione, per cui alcuni atteggiamenti, soprattutto nei primi giorni,
vanno compresi perché dovuti essenzialmente al brusco allontanamento dal loro normale
contesto quotidiano.
Questa fase,
propedeutica alla reale accoglienza, è fondamentale per costruire in modo
chiaro gli scopi che motivano
l’adesione al progetto.
Sarà quindi
necessario partecipare ad una serie di incontri e di discussioni che verranno
organizzati allo scopo di puntualizzare gli aspetti organizzativi e gestionali del progetto durante
la sua preparazione, ma soprattutto mirati alla preparazione dei soggetti che potranno affrontare evenienze e
situazioni prevedibili, qualora siano legate alle esperienze fatte, oppure meno
preventivabili se strettamente connesse
alle contingenze.
Questo percorso
viene affrontato soprattutto attraverso le tappe seguenti:
-
Primi contatti con i partecipanti al progetto.
-
Periodo previsto FEBBRAIO
/ MARZO
-
Informazioni di massima
sulla fase del progetto
-
Dibattito e discussione libera
-
Ulteriori contatti con i partecipanti al progetto.
-
Periodo previsto APRILE /MAGGIO
-
Informazioni puntuali sulla fase del progetto
-
Dibattito e discussione libera
- Incontri specifici
organizzati con l’assistenza diretta dei responsabili dell’associazione e di altre realtà che già hanno dato vita a progetti analoghi
(se giudicati necessari)
-
Periodo previsto GIUGNO
-
Discussione comune sulle esigenze che emergono
7
- L’ ARRIVO
E LA PARTENZA
Sarà interamente curato dai
gruppi accoglienti il trasporto dei bimbi da e per l’aeroporto di arrivo e la sede di svolgimento del progetto, dove sarà materialmente organizzato l’affido.
Il gruppo dei volontari
riceverà i bimbi all’arrivo in aeroporto, assicurando l’espletamento delle necessarie pratiche burocratiche.
La partenza
costituisce un momento delicato dovuto al clima di commozione che normalmente
si accompagna alla situazione.
Nondimeno è necessario essere consapevoli che i bimbi tornano alla loro vita e quindi bisogna
vivere questo momento
con calma e serenità. Anche in questo
caso saranno i volontari dei gruppi a portare i bimbi all’aeroporto assicurando il disbrigo delle formalità necessarie e l’imbarco sull’aereo.
Raccomandiamo che siano RIGOROSAMENTE rispettate le indicazioni sul bagaglio dei bimbi. In ogni caso il bagaglio
da stivare non potrà eccedere
i 25 Kg, quello a mano 7 Kg.
E’ anche importante considerare che il sentimento di generosità per essere efficace
deve corrispondere ai bisogni dei bambini.
Quando confezionate i bagagli ricordate che il suo contenuto deve essere commisurato alla situazione del paese di provenienza del bimbo facendovi
guidare da criteri
di utilità e praticità.
A titolo di esempio
ricordate che le calzature, i capi di abbigliamento ed il materiale
scolastico ai campi non va mai sprecato.
8
- GLI ACCOMPAGNATORI
Tutti i gruppi
di bambini, in un rapporto di 2 a 10, sono accompagnati da due adulti per i
quali i gruppi accoglienti devono garantire
la possibilità di esercitare la propria funzione.
Per le particolarità proprie
dell’accoglienza in gruppo,
è essenziale che l’accompagnatore viva inserito nel gruppo di minori, sia perché, essendo
della stessa provenienza ne ha una buona conoscenza, sia perché in qualsiasi
momento i minori devono avere a disposizione una persona in cui riconoscersi e della quale riconoscono l’autorità.
Infatti gli
accompagnatori sono i referenti ufficiali del gruppo e il loro trattamento non
deve essere difforme da quello dei minori per vitto, alloggio, vestiti, problemi sanitari
anche solo di routine.
Devono poter comunicare in ogni momento con i bambini assegnati al loro progetto e con le loro famiglie per cui ogni accompagnatore ha diritto ad una scheda telefonica italiana con ricariche e cio al fine sia di contattare le famiglie dei bambini nei campi sia di essere sempre reperibile da parte delle associazioni e dalla Rappresentanza del Fronte Polisario in Italia. Hanno diritto al rispetto dei rituali della loro cultura e della loro religione e quindi va loro fornito un fornellino per il the, un tappeto per la preghiera e vanno rispettate le festività religiose se capitano durante il periodo di accoglienza. Il loro coinvolgimento deve metterli in condizione di poter seguire costantemente l’evoluzione della situazione del gruppo.
Essi sono gli
interpreti del gruppo, e questa funzione non deve essere intesa come
traduttori, ma soprattutto come interpreti dei sentimenti, delle sensazioni, degli stati d’animo
e del rapporto che si viene a creare tra i volontari e il bambino.
Eventuali traduttori linguistici che possono essere
attivati nella situazione pratica dovranno comunque
tenere sempre in debito conto il ruolo
di responsabilità dell’accompagnatore ufficiale.
Essi sono infatti i responsabili ufficiali
del gruppo a loro affidato,
ne custodiscono il documento di riconoscimento
valido e rispondono del gruppo affidato nei confronti delle Autorità del loro
paese. Ad essi VIENE GARANTITO
un piccolo contributo
di sostegno che garantisca una dignitosa autonomia basato su un equo trattamento a livello nazionale.
Tale contributo va corrisposto in forma univoca all’inizio del soggiorno in modo da poter conferire
ad essi una minima capacità
di spesa durante
il soggiorno.
La determinazione e l’entità di tale compenso
viene fissata anno per anno in accordo
con la Rappresentanza tenendo in considerazione le risorse che il
movimento ha per affrontare questo contributo.
Al rientro
nei campi è dovere degli accompagnatori segnalare
e documentare alle famiglie le condizioni
e gli eventuali trattamenti sanitari da continuare a seguire ed in ultimo
relazionare al Ministero della Gioventù le eventuali difficoltà incontrate. Gli accompagnatori ricevono una adeguata e continua formazione da parte
della Rappresentanza del Fronte Polisario in Italia e del Gruppo
di Lavoro “Telefono-Casa” che garantisce l’opportuna conoscenza della iniziativa e di quanto occorra per svolgere il proprio compito
sia in termini culturali che legali/disciplinari. .
9
- IL PROGRAMMA
SANITARIO
I bambini
che verranno a trascorrere il soggiorno presso di noi, tranne gruppi o singoli
appositamente identificati, non risultano affetti da alcuna malattia al
momento della partenza. Possiamo
prevedere per esperienza trascorsa e diretta che potremmo trovarci di fronte a
problemi di carattere odontoiatrico o comunque a problemi legati
a pregresse condizioni igienico-sanitarie.
Non sono accompagnati da una scheda sanitaria di carattere personale. E’ opportuno che chi accoglie
i bambini si attivi per permettere alcuni esami di carattere sanitario
necessari per la continuità del progetto
e per cogliere l’occasione di poter effettuare un check up impossibile nei
campi da cui provengono.
Qualora si
riscontrassero anomalie particolari si prenderanno gli opportuni accordi con le
autorità sanitarie saharawi
e le famiglie di riferimento per decidere le strategie e le modalità
di intervento.
Si invitano
quindi tutti i gruppi a svolgere una visita pediatrica completa nei primi giorni di permanenza
del bambino, allo scopo di verificarne lo stato generale e di prescrivere
eventuali visite necessarie nel tempo a disposizione.
I gruppi accoglienti dovranno
mobilitarsi per garantire
una serie di visite e di screening, preferibilmente nei primi periodi dell’accoglienza, atti a verificarne le condizioni fisiche
essenziali, a raccoglierne i risultati in modo ordinato
per ogni minore e accompagnatore e a consegnare tale documentazione all’accompagnatore, in modo che possa tradurla in
lingua araba e consegnarne copia alla famiglia di origine al ritorno ai campi.
La lista degli esami essenziali è disponibile come allegato in calce a questo documento.
Se si
renderanno necessari approfondimenti o cure, i gruppi accoglienti se ne faranno
carico, inserendo le informazioni nel fascicolo sanitario
di ogni minore o accompagnatore.
10
- INCIDENTI, INFORTUNI, MALATTIE
In caso di
malattie è necessario fare ricorso alla struttura sanitaria che provvederà alle
cure e agli accertamenti necessari. Ricordate infatti che il bimbo o è titolare di tesserino sanitario e gode quindi delle
prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è in grado di offrire o è
coperto da apposita assicurazione
sanitaria. Nondimeno è necessario che in caso di malattia siano immediatamente informati sia il referente associativo sia
l'accompagnatore saharawi di riferimento del minore. Per quanto riguarda incidenti ed infortuni è chiaro che la prevenzione migliore nasce dalla cura costante
dei bambini e dall’attenzione ad evitare situazioni di pericolo. In
particolare vi invitiamo a prestare molta attenzione a tutte le problematiche legate al traffico automobilistico in considerazione del fatto che questi bimbi provengono quasi sempre da aree a intensità di traffico praticamente nulla.
In caso di
incidente o infortunio fate sempre riferimento alla struttura ospedaliera che
provvederà alle terapie
necessarie.
Una volta prestato il primo soccorso
è necessario avvisare
il referente dell’associazione e l’accompagnatore
allo scopo di poter assicurare nel più breve tempo possibile tranquillità al
minore e la possibilità di una maggiore
comprensione e di dialogo.
Qualora
necessario sarà compito del gruppo aprire la pratica assicurativa, comunicare
la situazione eventualmente
all’associazione capofila e alla Rappresentanza. Ricordate sempre che, salvo
casi di estrema urgenza, sono
solamente i genitori dei minori ad esercitare la potestà e le autorizzazioni necessarie a qualsiasi intervento. Se vengono sostenute spese in relazione
all’incidente esse dovranno
essere documentate al fine di poterne ottenere
il rimborso da parte delle assicurazioni.
11 - INFORMAZIONI SULL’ALIMENTAZIONE
I bambini
hanno abitudini alimentari diverse dalle nostre per cui tenete conto che può
essere necessario un periodo di
adattamento per vincere alcune riserve sulla nostra dieta. In ogni caso tenete presente che nei paesi a religione
islamica è proibito
il consumo di carne di maiale.
La bevanda diffusa
al pasto è il thè oppure i succhi di frutta, e l’acqua.
Ricordate che
i bambini hanno l’abitudine di consumare un piatto unico per cui fate
attenzione che non si esageri col primo piatto,
oppure presentate in tavola tutte le pietanze
disponibili e preferibilmente semplici.
L’esperienza
di questi anni conferma una certa golosità verso la frutta in genere, per cui
in alcuni casi è necessario stare
attenti ad alcuni
eccessi.
Ricordate
comunque che ogni bimbo è diverso ed ha gusti diversi per cui cercate di
rispettare i suoi gusti personali e
non preoccupatevi se nei primi giorni dimostra una certa inappetenza che è probabilmente dovuta alla diffidenza verso
una cucina molto elaborata e complessa come la nostra. In generale durante
il soggiorno l’alimentazione dovrà essere varia,
genuina, ricca di cibi freschi
e di proteine vegetali e animali evitando il più possibile i cibi conservati, in scatola e comunque additivati. Una dieta corretta ed equilibrata è una componente essenziale
del progetto di accoglienza, i bimbi provengono da una situazione alimentare costituita da cibi conservati e scarsi nella maggioranza dei casi.
12
- ULTERIORI INDICAZIONI PRATICHE
Ricordate che il popolo
Saharawi è di religione islamica,
per cui vi chiediamo di non esercitare alcuna forzatura di carattere religioso che potrebbe mettere
a disagio il bambino.
Ricordate
sempre che i bambini non possono lasciare il territorio Italiano per nessun
motivo e che sono titolari di un
permesso di soggiorno registrato presso la questura della Provincia di
residenza del gruppo ospitante.
Eventuali spostamenti devono quindi essere preventivamente condivisi con il referente del progetto che deve garantire
sempre la reperibilità del minore sia verso la questura che verso
il Comitato Minori
del Ministero del Welfare.
I gruppi dovranno essere disponibili ad accettare e comprendere eventuali
contrattempi o disagi
che possano insorgere a
livello organizzativo. Le difficoltà e la mancanza di certezze su alcuni
passaggi che possono essere messi in
discussione o modificati senza alcun preavviso è tipica dei rapporti al momento
esistenti a causa di un quadro geopolitico in costante evoluzione.
Si ricorda alle Associazioni, ai suoi volontari così come agli accompagnatori che è necessario mantenere estrema attenzione nella eventuale pubblicazione on-line di foto e video riguardanti i minori accolti. È giusto che le associazioni possano documentare il progetto di accoglienza anche come riscontro ai volontari e donatori che durante l’anno lavorano per raccogliere i fondi necessari alla buona riuscita del progetto, ma non occorre mai dimenticare le comuni regole della privacy, ponendo una particolare attenzione al rispetto del decoro, alla reputazione ed al rispetto dei minori
5 - LA COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI ACCOGLIENZA
Si attribuisce grande importanza al lavoro e alle funzioni svolte da
gruppi di accoglienza aderenti al programma “PICCOLI
AMBASCIATORI DI PACE SAHARAWI”.
Attraverso di
essi si svolge tutta l’accoglienza a favore dei piccoli ospiti in un clima di
grande affetto e partecipazione.
Per favorire la formazione e la diffusione di questa esperienza vi invitiamo ad adottare questi criteri:
-
Contatto e coinvolgimento dell’Istituzione Amministrativa locale
-
Rispetto e adeguamento alle condizioni territoriali
- Verifica delle condizioni minime
essenziali relativamente ai volontari impiegati e ai locali
destinati all’ accoglienza
5.1
- CONTATTO E COINVOLGIMENTO DELL’ ISTITUZIONE AMMINISTRATIVA LOCALE
Obiettivo del
nostro progetto è quello che i nostri piccoli ospiti diventino protagonisti
locali di un’operazione di solidarietà diretta
che ha molte implicazioni ma un messaggio
immediato e percepibile: la verifica tangibile e non
mediata di una azione di solidarietà che produce subito i risultati
promessi, una mutua conoscenza senza barriere e filtri.
Questo valore,
immediatamente percepito, arriva a coinvolgere in forma progressiva l’intera comunità per
cui l’Ente Locale DEVE esserne partecipe, nella forma e nel modo che sceglierà,
a testimonianza dell’alto valore morale della scelta della comunità di partecipare al progetto.
La misura del coinvolgimento economico e organizzativo non rispetta parametri o richieste prefissate, essa deve essere valutata sul campo sulla base delle condizioni esistenti, per cui presenta variabilità enormi caso per caso, ma quand’anche essa fosse limitata al solo patrocinio e le condizioni di fattibilità fossero assicurate solamente dai volontari coinvolti, essa avrebbe un valore morale e istituzionale fondamentale.
5.2
- RISPETTO E ADEGUAMENTO ALLE CONDIZIONI TERRITORIALI
Il programma
delle associazioni locali si basa sulle condizioni locali proprie e tipiche del
territorio. Per questo, nell’ambito
degli obiettivi elencati in questo progetto, esso viene offerto in condizioni
di massima elasticità; non poniamo
pregiudiziali particolari o di appartenenza o di orientamento.
L’associazione
considererà quindi proposte di disponibilità di qualsiasi tipo, siano esse
provenienti da singoli cittadini, da
singole organizzazioni, da situazioni miste di cittadini e organizzazioni, oppure da più organizzazioni, ecc.….
Qualsiasi
proposta sorga dal territorio, indotta o spontanea, capace di rispondere da un
punto di vista organizzativo alle
condizioni minime di sussistenza e ispirata ai principi e agli obiettivi di solidarietà attiva presenti in questo
manuale verrà valutata e, una volta giudicata rispondente a quanto sopra, accettata positivamente.
5.3
– VERIFICA DELLE CONDIZIONI MINIME ESSENZIALI RELATIVAMENTE AI VOLONTARI IMPIEGATI
E AI LOCALI DESTINATI ALL’ACCOGLIENZA
Una volta
esauriti i presupposti di cui sopra esistono comunque situazioni logistiche
minime di cui tenere conto:
-
sede fisica del progetto
-
numero di volontari
sufficiente
-
identificazione
di un responsabile
-
programma di gestione
dei pasti
-
programma di gestione
lavanderia
-
capacità di trasporto
-
budget economico e piano dei ricavi
5.3.1
SEDE FISICA DEL PROGETTO
Il soggiorno
dei nostri ospiti dovrà ruotare attorno
ad una sede capace di rispondere a questi requisiti:
-
attestazione
di idoneità rilasciata da responsabile comunale
o privato
-
spazi dormitorio per i minori e per gli accompagnatori preferibilmente separati
-
spazi per la gestione della colazione del mattino
-
spazi per la gestione dei pasti (se previsti in sede)
-
spazi coperti per la gestione
del tempo libero
-
spazi aperti ma recintati per la gestione
di attività all’ aperto
- servizi igienici adeguati al gruppo
-
dotazione di strumenti per la gestione
del tempo libero
Per questo scopo vengono quindi utilizzate le scuole, normalmente chiuse
durante il periodo estivo, oppure
le palestre opportunamente attrezzate allo scopo, oppure qualsiasi altra
soluzione capace di rientrare nei requisiti esposti.
5.3.2 NUMERO DI VOLONTARI SUFFICIENTE
Appare ovvia
la necessità che il Gruppo possa appoggiarsi ad un numero di volontari
sufficiente a garantire i servizi necessari. Tale numero non è quantificabile in modo preciso
perché le dimensioni stesse del gruppo,
del numero dei minori ospitati
e quali servizi siano da erogare o quanti siano
stati reperiti all’esterno
rappresentano situazioni capaci di modificare in modo sensibile la valutazione numerica
dei volontari.
Appare comunque
necessario indicare una soglia minima di almeno 8 volontari
che possano garantire standard di presenza e di
disponibilità sufficiente sia attraverso turni di presenza, sia attraverso una pianificazione e ad una distribuzione dei compiti.
I nominativi dei volontari attivi saranno comunicati alla questura per
l’ottenimento del nulla osta specificatamente richiesto per legge.
5.3.3 IDENTIFICAZIONE DI UN RESPONSABILE
Chiamiamolo presidente del Gruppo, referente, oppure responsabile, sarà indispensabile identificare una persona che sia
l’interfaccia tra gruppo e associazione che accoglie e riferimento dell’intero gruppo sia per quanto riguarda
l’organizzazione interna, sia per quanto riguarda le decisioni che sarà necessario prendere
di volta in volta durante
la vita operativa.
Tale persona deve essere definita
all’interno del gruppo stesso senza interferenze esterne.
5.3.4
PROGRAMMA DI GESTIONE
DEI PASTI
La gestione
dei pasti può essere svolta in modi svariati e diversi tra loro a seconda delle
condizioni tipiche locali.
Qualora ne esistano le possibilità, sia economiche che organizzative, essa può essere
completamente o parzialmente terziarizzata.
È importante
prevedere, a cura dei volontari presenti, che il momento della colazione
mattutina sia consumato sul posto
dove i minori vengono ospitati perché un’altra soluzione comporterebbe fin dall’inizio un forte dispendio di energie sul piano logistico.
Qualora si intenda preparare
i pasti con personale volontario direttamente nella struttura
di ospitalità e’ necessario
che esistano spazi adeguati sia per la consumazione che per la preparazione, tenendo sempre presente che lo spazio
cucina in questo caso deve possedere la certificazione delle autorità
sanitarie e quindi
rispettare la normativa esistente.
Naturalmente sono possibili forme di gestione mista o parziale e sempre
ben accetti possono essere gli inviti che nel periodo festivo
possono giungere da associazioni di volontariato o enti che promuovono spesso
feste sul territorio.
E’ comunque indispensabile, fin dall’inizio, organizzare un piano gestionale delle attività dei pasti.
5.3.5
PROGRAMMA DI GESTIONE
LAVANDERIA
Analogamente ai pasti è necessario prevedere fin dall’ inizio un sistema di gestione di lavanderia e ripristino dell’abbigliamento intimo e no e della biancheria necessaria.
Anche in questo caso le soluzioni possibili sono molte e variano dalla totale o parziale terziarizzazione alla completa gestione attraverso i volontari del gruppo in uno
spettro di ipotesi molto vasto e soprattutto adatto
alla situazione organizzativa locale.
È comunque
indispensabile, fin dall’ inizio, rendersi conto del problema e quindi
organizzarne l’attività.
5.3.6 CAPACITA’ DI TRASPORTO
Anche per questa attività
valgono molte delle considerazioni precedenti, ma con una certa distinzione. Questa attività infatti non è
quotidiana o comunque continua come le precedenti, tuttavia non va trascurata. Sono infatti molteplici le occasioni
nelle quali il gruppo intero si deve muovere e in questi
casi la soluzione del problema non è semplice.
Molto spesso
gli Enti locali costituiscono un aiuto indispensabile per questo problema,
oppure è necessario fare affidamento su strutture organizzative di volontariato che di per sé hanno disponibilità di mezzi di trasporto collettivo.
Una funzione
comunque non trascurabile sarà svolta dai mezzi di trasporto propri dei
volontari sia come integrazione sia
come risposta alla necessità di movimento di poche o singole unità. In ogni caso anche di questa necessità
è necessario fare conto nella prima fase organizzativa.
5.3.7
BUDGET ECONOMICO E PIANO DEI RICAVI
L’ Attività di
accoglienza del Comitato deve essere supportata da una capacità di spesa
abbastanza rilevante. E’ quindi
necessario identificare fin da subito i principali centri di costo e le forme
di finanziamento ottenibili allo
scopo di portare a termine un’esperienza senza troppe sorprese. Molte attività e centri di spesa potranno
essere azzerati o comunque ridotti a piccole entità grazie alle offerte
in denaro o in prodotti
che il gruppo saprà ispirare.
Il centro di costo con il quale è necessario confrontarsi fin dall’ inizio è rappresentato dalla quota da
versare a RETE SAHARAWI a saldo delle spese di viaggio. Nel corso del 2022 tale quota è risultata pari a circa 800.00 euro pro capite,
ma tale importo andrà comunque
ricalcolato in base alla situazione economica che si determinerà al momento del trasporto. Esso comprende il viaggio aereo,
le spese di trasporto a mezzo bus aeroporto
– sede - aeroporto, le spese di trasporto
sostenute in territorio algerino, le spese per pratiche amministrative e consolari sia italiane che algerine e l’assicurazione.
Nelle previsioni di spesa, oltre al vitto
e alla lavanderia sopra menzionata, è indispensabile prevedere una quota per abbigliamento/scarpe e un fondo di riserva per
coprire qualche piccola emergenza sanitaria.
ALLEGATO 1
PROGRAMMA DI CONTROLLI CLINICI E DI
LABORATORIO PER I BAMBINI SAHARAWI
ESTATE 202
Visita Pediatrica
Visita Odontoiatrica, Visita
Otorinolaringoiatrica con esame audiometrico al bisogno, Visita Oculistica
(Visita Dermatologica*, Visita Ortopedica *, Visita Neurologica *)
Emocromo completo Esame delle urine Glicemia,
Creatinina, Na, K SGOT, SGPT,
Bilirubina Protidemia totale
Fe, Ferritina
* Gli esami
contrassegnati sono su indicazione del Pediatra, dopo una prima
visita.
** Nella
popolazione Saharawi è stata riscontrata una notevole incidenza di casi di
bambini allergici al glutine
(celiachia) e numerosi sono stati i
casi riscontrati nei bambini ospitati in Italia durante le vacanze estive, negli anni passati .E'
stato avviato un progetto di ricerca ed intervento in loco sulla malattia, promosso da Associazioni di
volontariato della Provincia di Livorno, con la collaborazione dell’Università di Ancona ed il sostegno
dell’ Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi e del Governo Saharawi .La
ragione di inserire esami così specifici nel
protocollo di intervento sanitario ai
bambini Saharawi è che facendo già qui questo
controllo iniziale ,se si dovessero
riscontrare casi di bimbi celiaci sarà cura del responsabile dell'Associazione
che accoglie il minore attivare la segnalazione alle Autorità Saharawi
in Italia e al Referente
del progetto Celiachia . nostra cura segnalarli ai Referenti del Progetto Celiachia i
quali provvederanno ad inserirli negli elenchi dei bimbi “sotto
controllo”.
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