mercoledì 22 marzo 2023

Giornata mondiale dell' acqua

Il 22 marzo si celebra la giornata mondiale dell’ acqua è stata istituita dall’ Onu nel 1992.

 Nel mondo, oltre 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua, tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 c’è quello di garantire un equo, corretto e partecipato accesso all’acqua attraverso la fornitura di acqua potabile e servizi igienico-sanitari. 

Dopo otto anni dalla Laudato si' e alla luce delle piste di lavoro che l’Enciclica indicava, in tutto il mondo si approfondisce il tema delle risorse naturali, focalizzando l’attenzione sull’acqua come l’elemento trasversale che influisce sul raggiungimento del bene comune. Il documento di papa Francesco assume una particolare rilevanza in questa fase storica in cui il valore igienico-sanitario dell’acqua sta emergendo anche nei paesi che non soffrono di scarsità idrica o di mancato accesso ad acqua di buona qualità. L’acqua è  un bene comune e un diritto umano universale, una importante riflessione riguarda il multiforme valore dell’acqua: religioso, socio-culturale ed estetico, istituzionale e per la pace.

L’ acqua,  elemento base per la vita,  è al centro dell’attenzione nella  Bibbia, cardine di desideri e contese, segno di benedizione divina. La parola ebraica majim, «acqua», risuona oltre 580 volte nell’Antico Testamento, come l’equivalente greco hydor ritorna un’ottantina di volte nel Nuovo. Sono tanti i racconti che ruotano intorno a questo elemento così prezioso, a partire dal pericoloso jam, il «mare», o al fiume Giordano, le sorgenti, i fiumi, i torrenti, i canali, i pozzi, le cisterne, i serbatoi celesti, il diluvio, l’oceano e così via. Un filo d’acqua scorre, quindi, idealmente attraverso le pagine delle Bibbia. Non per nulla la Bibbia si apre con la creazione della luce e dell’acqua (Genesi 1,3-10) e con le piogge e la canalizzazione delle sorgenti (Genesi 2,4-6) e si chiude con «un fiume d’acqua viva limpida come cristallo che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello» (Apocalisse 22,1). E in mezzo c’è sempre l’ansiosa ricerca dell’acqua e la sete.

Il profeta Geremia ci parla della siccità, piaga  del Vicino Oriente: «I nobili mandano i servi in cerca d’acqua; si recano ai pozzi, ma non ne trovano, e tornano con i recipienti vuoti; sono pieni di delusione, di confusione, si coprono il capo. Il terreno è screpolato, perché non cade pioggia nel paese: gli agricoltori delusi si coprono il capo. Anche la cerva nei campi partorisce e abbandona il cerbiatto, perché non c’è erba. Gli asini selvatici, fermi sui colli, aspirano l’aria come sciacalli, i loro occhi sono languidi perché non ci sono pascoli» (14,3-6). È per questo che, quando si affacciano le nubi e cade la pioggia, si è convinti di ricevere una benedizione divina, come si legge nel Deuteronomio: «Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani» (28,12).

Tuttavia il Creatore, che è Padre di tutti, si preoccupa di ogni sua creatura prescindendo dal merito, come dirà Gesù: «Il Padre vostro che è nei cieli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Matteo 5,45). Maliziosamente e liberamente, ma con una certa amara verità, un inglese, Lord Bowen, commentava: «Piove sul giusto e piove sull’ingiusto; ma sul giusto di più, perché l’ingiusto gli ruba l’ombrello». In realtà dovremmo dire perché gli sottrae l’acqua necessaria a vivere???

F.A.

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