Prima di iniziare precisiamo che Sanremo si scrive proprio così, tutto attaccato. E non per un vezzo dei sanremesi. Il motivo è molto più semplice: un Santo che si è chiamato Remo non è mai esistito.
La parola
“angeli” compare sia in Supereroi di
Mr. Rain («Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro / Siamo angeli con un’ala
soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro»), sia
in Se poi domani di LDA («Vorrei
abbracciarti, ma mentre dormi / così da unire tutti i nostri sogni / immaginare
che le notti insonni / siano delle ore regalate a noi / che siamo angeli»). In
entrambi è usata per indicare uno stato superiore, reso possibile dall’unione
di due persone grazie all’amore.
Leo Gassmann
in Terzo cuore, che è quello che
soffre perché non si riesce a dimenticare un amore, riprende il vocabolo con
cui si chiudono le preghiere («Mi illuderò che ci sia un colpevole per ogni
male / Si però è una bugia perché spesso le cose succedono e amen»), mentre
Lazza in Cenere, titolo che è una
metafora della voglia di sparire ma anche di una possibile rinascita, parla dei
suoi momenti bui («Ho visto un paio di inferni alla volta / So che vedermi
così ti impressiona»). Rosa Chemical, che in Made
in Italy affronta con ironia vari stereotipi dell’italianità, dice «Sono
un bravo cristiano
/ ma non sono cristiano», sottolineando probabilmente come si senta vicino
agli insegnamenti di Gesù e allo stesso tempo lontano dalle regole della
Chiesa. Sarà il clericalismo a cui si riferisce anche papa Francesco?
Ma è proprio
Dio a essere maggiormente citato. Olly in Polvere,
brano che parla di fragilità, si riferisce a Lui con tenerezza: «Vuoi sapere
che si vede / qui da sopra a uno scaffale / Io che ho molta fantasia / vedo
mare, mare, mare / Vedo Dio
mentre pittura / che sorride perché sa / che se fa una sbavatura / poi non la
cancellerà». Nella ballata romantica di ambientazione urbana Tango, Tananai si rivolge all’amata lontana
in modo struggente: «Lo so quanto ti manco / ma chissà perché Dio / ci pesta come
un tango / e ci fa dire / Amore tra le palazzine a fuoco / la tua voce
riconosco».
Tra gli
interpreti più maturi, Levante ha portato a Sanremo una canzone sulla libertà
di scegliere come vivere, maturata dopo un’esperienza di depressione post
partum. In Vivo si legge: «Come
stare al mondo? / Mi sorprendo con poco / Credo nel Dio che prego / Padre nostro, Padre
posso andare in cielo?», una dichiarazione accorata della propria fede
personale. Infine, la veterana Anna Oxa con Sali
(Canto dell’anima) invita l’essere umano ad abbandonare le ambiguità
terrene, anche quelle falsamente legate a Dio, e ascendere a una vita
superiore: «Bocche piene di falsità che nutre il mondo / Mani prive di
dignità, votate a Dio
/ Sali, uomo, sali e dimentica / Sali e ritorna alla tua nascita». Cfr
L.Fildrini
Detto questo, riflettiamo sul seguente testo di
don Tonino Bello, una
preghiera, che prende lo spunto da un'antica leggenda che narra di angeli con
un'ala sola e che possono volare soltanto se abbracciati...
DAMMI,
SIGNORE, UN’ALA DI RISERVA!
Voglio ringraziarti Signore,
per il dono della vita;
ho letto da qualche parte
che gli uomini hanno un’ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confidenza,
oso pensare, Signore,
che tu abbia un’ala soltanto,
l’altra la tieni nascosta,
forse per farmi capire
che tu non vuoi volare senza di me;
per questo mi hai dato la vita:
Perché io fossi tuo compagno di volo,
insegnami, allora, a librarmi con Te.
Perché vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla, non è rosicchiarla,
vivere è abbandonarsi come un gabbiano
all’ebbrezza del vento,
vivere è assaporare l’avventura della libertà,
vivere è stendere l’ala, l’unica ala,
con la fiducia di chi sa di avere nel volo
un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore,
tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello
e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò,
per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi,
non farmi più passare indifferente
vicino al fratello che è rimasto con l’ala, l’unica ala,
inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso
di non essere più degno di volare con Te.
Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi,
o Signore,
un’ala di riserva.
Don Tonino Bello
F.A.
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