I Congressi Eucaristici continuano a presentare al mondo «la santissima Eucaristia in cui è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua e pane vivo, che mediante la sua carne, vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini», segno di speranza innalzato tra i popoli. Questa sera, nella cattedrale di Ariano
Irpino, ha avuto inizio il Congresso Eucaristico
Seguiranno una
serie di incontri che avranno apice e conclusione con gli appuntamenti settembrini, per una Chiesa
eucaristica e sinodale che trae dall’Eucaristia il proprio paradigma sinodale.
Nella nostra
cultura, prevalentemente contadina, il pane è sacro: se cade a terra si
raccoglie, si pulisce, si bacia e si mangia; non va messo sulla tavola a testa
in giù, rappresenta il volto di Gesù; non si butta nemmeno una briciola, col
pane indurito si preparano piatti speciali ancora oggi.
Sua eccellenza Sergio Melillo è partito dalla semina, ricordando il duro lavoro che
si concretizza nel profumo del pane, rimandando ai simboli del logo proposto per questo
nostro cammino diocesano, dal chicco
alla casa accogliente.
Durante l’omelia,
il nostro vescovo a ricordato il
camminare insieme e dall’altra il radunarsi insieme, questo vale in modo
paradigmatico, per l’Eucaristia domenicale.
Il pane che ogni giorno è sulla tavola delle case è
frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Dio ha scelto lo stesso «luogo» per
manifestarsi. Celebrando e adorando l’Eucaristia l’uomo si riconcilia con Dio,
con i fratelli, con tutto il creato, con tutte le dimensioni della vita umana e
della vita sociale.
I mesi che seguiranno saranno scanditi da momenti di adorazione,
celebrazione, meditazione, vita fraterna. I sacerdoti delle 43 parrocchie
della diocesi sono stati incaricati di portare nelle parrocchie il kit contenente la locandina del logo,
il testo per l’ adorazione eucaristica affinché si proceda all’unisono, non per
omologare e massificare, per ribadire
la comunione fraterna un gesto concreto del Congresso per illuminare il lavoro
della Campagna di Fraternità in preparazione
al prossimo settembre con tante altre iniziative. Il seminatore il duro lavoro nei campi, ma nello
stesso tempo esalta la figura umana come dispensatrice di speranza e di vita. Dio è da sempre all’opera nell’esistenza di
ciascuno di noi. Dio non ha disertato il mondo e continua a pronunciare una
parola di bene anche su questo mondo, per gli uomini e le donne di questo
nostro tempo. Dio continua a camminare verso il cuore di ognuno. Su questa
fiducia possiamo ancorare il nostro slancio ed il nostro impegno nell’annuncio
del Vangelo. L’oggi che viviamo ci domanda, come Chiesa, di fare nostro lo
stile di Dio, di fare risuonare nei nostri gesti e nelle nostre parole, la
grazia, la delicatezza e la bellezza della sua gestualità: larga, generosa e gratuita. Sua eccellenza Melillo ci ha ricordato che quest’immagine profuma di Vangelo, rimanda a quel seminatore – Dio – che esce a
seminare senza fare scelta preventiva del terreno, come un contadino che sfida
l’impermeabilità, la stretta soffocante delle spine, la durezza
delle pietre, non ha la certezza del raccolto, sono tante le intemperie, la zizzania e così via , ma è fiducioso e paziente nell’attendere che il seme
cresca, il rischio dello spreco che egli assume. Quel contadino non misura la
sua semina sulle possibilità di raccolto. È generoso. L’azione dell’uomo è
sostanzialmente quella di ascoltare, questa è la responsabilità che ciascuno di
noi si assume davanti alla Parola di Dio, e i diversi terreni rivelano gli
ostacoli e le lotte che la Parola incontra in noi.
F.A.
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