domenica 5 febbraio 2023

Come si prega la Via Crucis?

 Approfondimento => la sindone        


 Da recitare prima di ogni stazione:

V – Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
R – Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.


Da recitare dopo ogni stazione:

PADRE NOSTRO

AVE MARIA

GLORIA AL PADRE

– Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

VIA CRUCIS BREVE: QUALI SONO LE 14 STAZIONI

Le 14 Stazioni per pregare la Via Crucis Breve:

  • 1° Gesù è condannato a morte.
  • 2° Gesù è caricato della croce.
  • 3° Gesù cade per la prima volta sotto il peso della croce.
  • 4° Gesù incontra sua madre.
  • 5° Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce.
  • 6° La Veronica asciuga il volto di Gesù.
  • 7° Gesù cade per la seconda volta.
  • 8° Gesù incontra le donne di Gerusalemme.
  • 9° Gesù cade per la terza volta.
  • 10° Gesù è spogliato delle sue vesti.
  • 11° Gesù è inchiodato sulla croce.
  • 12° Gesù muore in croce.
  • 13° Gesù è deposto dalla croce.
  • 14° Gesù è deposto nel sepolcro.

Per una preghiera accompagnata dalle Sacre Scritture leggere d le Stazioni della Via Crucis con commenti e meditazioni.

LE STAZIONI DELLA VIA CRUCIS COMMENTATE

Recitiamo assieme la Via Crucis meditando sul percorso di Gesù, ispirandoci ai testi delle Sacre scritture.

I SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ È CONDANNATO A MORTE


Dal Vangelo di S. Matteo (26, 62-66):
«Il Sommo Sacerdote si alzò e disse a Gesù: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano queste persone contro di te?”. Ma Gesù taceva. E il Sommo Sacerdote
gli disse: “Ti scongiuro, per il Dio vivo, di dirci se tu sei il Messia, il Figlio di Dio”. Gesù gli rispose: “Sì, tu l’hai detto. Anzi, io vi dico: ormai vedrete il Figlio dell’uomo sedere a destra della Maestà divina e venire sulle nubi del cielo”. Allora il Sommo Sacerdote si lacerò le vesti dicendo: “Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo
ancora di testimoni? Ecco, l’avete udita la bestemmia. Che ve ne pare?”. Risposero: “È reo di morte”».

Dal Vangelo di S. Marco (14,60-64)
«Allora il Sommo Sacerdote si levò davanti all’assemblea e interrogò Gesù:
“Non rispondi nulla? Cosa attestano costoro contro di te?”.
Egli, però, taceva e non rispose nulla. Il Sommo Sacerdote lo interrogò di nuovo: “Sei tu il Messia, il Figlio di Dio benedetto?”.
Gesù rispose: “Sì, io lo sono. E voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”.
Il Sommo Sacerdote allora stracciandosi le tuniche, disse:
“Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Voi avete sentito la bestemmia. Che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono la condanna a morte»

Dal Vangelo di S. Luca (22, 66-71)
«Quando si fece giorno, il Consiglio degli anziani del popolo si riunì insieme ai grandi sacerdoti e agli scribi. Fecero venire Gesù dinanzi al loro tribunale e gli chiesero: “Se tu sei il Cristo, diccelo”.
Gesù rispose: “Se ve lo dico, voi non mi credete; e se io vi interrogo, voi non mi rispondete. D’ora in poi il Figlio dell’uomo avrà il suo seggio alla destra della Potenza di Dio”.
Tutti allora gli chiesero: “Sei dunque tu il Figlio di Dio?”. Gesù dichiarò: “Voi lo dite esattamente; io lo sono”.
“Che bisogno abbiamo ancora di testimonianze? – ripresero. – Noi stessi l’abbiamo udito dalla sua bocca”».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE

Salmo 26
(versetto 12):
«Non espormi alla brama dei miei avversari;
contro di me sono insorti falsi testimoni
che spirano violenza”.

Il salmista subisce l’assalto di nemici implacabili che per distruggerlo definitivamente, suscitano contro testimoni che lo calunniano. Supplica perciò Dio di aiutarlo con le sue ispirazioni e con la sua assistenza. Bisogna leggere questo Salmo 26 con il Cristo durante la sua passione. Matteo e soprattutto Marco parlando
di Gesù davanti al Sinedrio, e anche la Lettera agli Ebrei (5, 7-8) evocando le grida e le lacrime del tempo e della passione di Gesù, utilizzano un vocabolario ed espressioni che fanno pensare subito al Salmo 26.

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

Da un frammento del Quarto Canto del Servo Sofferente (Isaia 53,8):
« Sotto pressione e con ingiusta sentenza
fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi.
A causa dell’iniquità del suo popolo
fu percosso a morte».

Il Servo Sofferente sopporta le sevizie e le brutalità della passione e morte con l’atteggiamento mansueto di un agnello condotto al mattatoio. In forza di una condanna e di un giudizio oppressivo il Servo vien fatto sparire; i suoi contemporanei non capiscono che egli è stato eliminato dalla terra dei vivi a causa dei peccati del suo popolo.
Si può anche tradurre cosi: «eliminato perché ha preso su di sé la lebbra dei peccati del suo popolo

LETTURA DELLA SINDONE

La crocifissione di Gesù nella Sindone di Torino è cosi fedele e precisa che è stato possibile ricostruire nelle sue cinque fasi (flagellazione, coronazione di spine, andata
al Calvario, crocifissione, sepoltura) la passione e la morte di Gesù.
La sepoltura fu eseguita cosi in fretta per mancanza di tempo che Gesù, unico fra tanti, rimase senza vesti e dovette essere provvisoriamente avviluppato dal lenzuolo della Sindone.
È possibile quindi fotografare tutta la figura facciale e dorsale del corpo di Gesù, con le contusioni e ferite. Gesù era fisicamente un uomo dalle proporzioni straordinariamente perfette.

Piccola pausa di riflessione e di silenzio.

II SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ RICEVE SULLE SPALLE LA CROCE


 

Dal Vangelo di S. Matteo (27,31)
«Dopo di averlo schernito, gli tolsero la clàmide e gli rimisero le vesti; e lo trascinarono alla crocifissione».

Dal Vangelo di S. Marco (15,20)
«E quando se ne furono beffati, lo spogliarono della porpora, lo rivestirono delle sue vesti e lo menarono fuori per crocifiggerlo».

Dal Vangelo di S. Luca (23, 23,25)
«Ma essi insistevano con grandi grida domandando che fosse crocifisso e i loro clamori crescevano di violenza.
Pilato allora sentenziò che si desse ascolto alle loro richieste. Lasciò libero Barabba che era stato messo in prigione per rivolta e per omicidio, e che essi reclamavano; e consegnò Gesù a loro piacimento».

Dal Vangelo di S. Giovanni (19, 14-17)
«Era la Preparazione della Pasqua, verso l’ora sesta (mezzogiorno). Pilato disse ai Giudei: “Ecco il Vostro re”. Gli gridarono: “A morte, a morte. Crocifiggilo”
Disse loro Pilato: “II vostro re ve lo dovrò io crocifiggere?”, Risposero i grandi sacerdoti: “Non abbiamo altro re che Cesare”.
Allora glielo consegno perché fosse crocifisso.
Presero dunque Gesù che, portando la propria croce, uscì dalla città per andare verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del Salmo 37 – versetto 7, e del Salmo 26 – versetti 7 e 8).

«Sono curvo e accasciato triste mi aggiro tutto il giorno».
«Sono stremato dai lunghi lamenti, 
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
irroro di lacrime il mio letto.
I miei occhi si consumano nel dolore,
invecchio fra tanti miei oppressori».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato». (Isaia 53,4)

LETTURA DELLA SINDONE

Caricano sulle spalle di Gesù il grosso palo orizzontale della croce (chiamato anche patibolo); pesa una cinquantina di chili Il palo verticale è già piantato sul Calvario.
Nella zona scapolare sinistra e soprascapolare destra della Sindone si possono vedere due larghe contusioni. La direzione di quelle lacerazioni di sangue fa pensare a una trave fissata in modo stabile e perciò legata alle braccia. L’estremità più bassa era legata alla caviglia e l’altra estremità era legata al palo di uno degli altri due criminali.

Qualche attimo di riflessione e silenzio.

III SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA


 

 

Dal Vangelo di S. Matteo (26,67-68)
«Allora gli sputarono in viso e lo schiaffeggiarono; altri
lo picchiarono dicendo: “Fa’ il profeta, Messia. Indovina chi ti ha percosso”».

Dal Vangelo di S. Marco (14,65)
«Poi alcuni si misero a sputargli addosso, a coprirgli il
volto di un velo, a schiaffeggiarlo e a dirgli: “Fa’ il profeta”. E i servi lo tempestarono di schiaffi»

Dal Vangelo di S. Luca (22,63-65)
«Intanto gli uomini che facevano la guardia a Gesù lo
schernivano e lo maltrattavano; gli mettevano un velo
sugli occhi e gli domandavano: “Fa’ il profeta: chi è co-
lui che ti ha picchiato?”, E proferivano contro di lui
molti altri insulti».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE

«Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
perché possa annunziare le tue lodi».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Ero come agnello mansueto
che viene portato al macello;
non sapevo che essi tramavano
contro di me, dicendo:
“Abbattiamo l’albero nel suo rigòglio,
strappiamolo dalla terra dei viventi;
il suo nome non sia più ricordato”». (Geremia 11,19)

LETTURA DELLA SINDONE

Gesù cammina a piedi scalzi per le strade dal fondo irregolare cosparso di ciottoli. I soldati lo tirano con le corde.
Il percorso, fortunatamente, non è molto lungo, circa 600 metri.
Gesù a fatica mette un piede dopo l’altro; spesso cade sulle ginocchia.
E sempre quella trave sulla spalla. Ma la spalla di Gesù è coperta di piaghe.
Quando cade a terra la trave gli sfugge e gli scortica il dorso. La flagellazione, per tutti i condannati alla morte di croce, veniva inflitta di regola lungo la strada, sul torso denudato. Così fecero per i due criminali, risparmiando Gesù che l’aveva già patita e aveva di nuovo rivestito la sua veste, quando s’incamminò lungo la via dolorosa.

Qualche attimo di riflessione e di silenzio.

IV SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ INCONTRA SUA MADRE


 

Dal Vangelo di S. Giovanni (19,25-27)
«Presso la croce di Gesù stava sua madre; la sorella di sua madre; Maria moglie di Cleofa; e Maria di Magdala.
Vedendo la madre e, accanto a lei, il discepolo che egli amava, Gesù disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”. Da quell’ora il discepolo l’accolse come sua».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE

«Mi dilaniano senza posa,
mi mettono alla prova, scherno su scherno,
contro di me digrignano i denti.
Fino a quando, Signore, starai a guardare?
Libera la mia vita dalla loro violenza,
dalle zanne dei leoni l’unico mio bene».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

Con che cosa ti metterò a confronto?
A che cosa ti paragonerò,
figlia di Gerusalemme?
Che cosa eguaglierò a te per consolarti,
vergine figlia di Sion?
Perché è grande come il mare la tua rovina.
Chi potrà guarirti?». (Lamentazioni 2,13)

LETTURA DELLA SINDONE

A ogni colpo di flagello e di scudiscio i due criminali che accompagnavano Gesù si dimenavano, si agitavano e scrollavano, facendolo cadere, Gesù. La trave, a quegli strattoni, obbligava il piede, a cui era assicurata, a piegarsi, costringendolo a urtare con violenza contro le pietre della strada. Il ginocchio sinistro di Gesù, nella Sindone, mostra un’ampia ferita lacero-contusa. Gesù cadeva a terra: sul volto di Gesù nella Sindone si leggono alcune spaventose enfiagioni e traumi.
Il setto nasale è rotto; nelle zone sopraciliari si notano due grosse enfiagioni. Il volto è sfigurato. Forse in una di queste cadute, Gesù alzando gli occhi e il volto deturpato incontrò gli occhi e il volto dolorante della Mamma sua.
Per Maria fu la trafittura della spada del dolore di cui le aveva parlato il vecchio Simeone quando Gesù bambino è stato presentato al Tempio.

Qualche attimo di silenzio e riflessione.

V SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
SIMONE DI CIRENE PORTA LA CROCE DI GESÙ


 

Dal Vangelo di S. Matteo (27,32)
«Nell’uscire, incrociarono un uomo di Cirene, di nome Simone, e lo requisirono per fargli portare la croce di Gesù».

Dal Vangelo di S. Marco (15,21)
«Un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo, venne requisito per portare la croce di Gesù».

Dal Vangelo di S. Luca (23,26)
«Mentre lo conducevano alla crocifissione fermarono un certo Simone di Cirene che ritornava dai campi e lo caricarono della croce perché la portasse dietro a Gesù».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE

«Come le folle rabbrividiscono a suo riguardo
– tanto era sfigurato;
non era più di uomo il suo aspetto
e non era più la sua figura
quella dei figli di Adamo –
così si meraviglieranno di lui
le folle di nazioni». (Isaia 52, 14-15)

LETTURA DELLA SINDONE

Gesù camminando aveva le braccia legate al palo trasversale della croce (o patibolo). Quando cadeva a terra non poteva perciò attenuare la violenza dell’impatto del viso contro le pietre: ecco perché il suo volto nella Sindone risulta sfigurato. Gli aguzzini, che conducevano tra gli scherni e le bestemmie della folla il triste corteo di morte, decisero di alleggerire le spalle di Gesù. Obbligarono un certo Simone di Cirene a portare il legno della croce fino al luogo dell’esecuzione; diversamente Gesù, battendo con la testa contro le pietre e i lastroni della strada, sarebbe morto per commozione cerebrale prima di venir crocifisso.

Qualche attimo di silenzio e di riflessione.

VI SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ


 

Dal Vangelo di S. Giovanni (12,23-28)
«Gesù risponde loro:
“E venuta l’ora in cui il Figlio dell’uomo dev’essere glorificato.
In verità, in verità vi dico: se il chicco di frumento non cade per terra e non muore, resta solo; se invece muore, porta molto frutto. Chi ama la propria vita la perde; e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Chi mi vuol servire, mi segua e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se qualcuno mi serve il Padre mio lo onorerà.
Adesso l’anima mia è turbata. E che devo dire?
Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono venuto a quest’ora. Padre, glorifica il tuo nome”».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del Salmo 37, versetti 9 e 11)

Afflitto e sfinito all’estremo,
ruggisco per il fremito del mio cuore.
Signore, davanti a te ogni mio desiderio
e il mio gemito a te non è nascosto.
Palpita il mio cuore,
la forza mi abbandona,
si spegne la luce dei miei occhi»

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Non aveva aspetto né bellezza
per attirare i nostri sguardi
e neanche fascino che ce lo facesse cercare.
Disprezzato, emarginato dagli uomini,
uomo dei dolori, che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale
ci si vela la faccia: era disprezzato
e noi non ne avevamo alcuna stima». (Isaia 53,2-3)

LETTURA DELLA SINDONE

Il volto di Gesù è tutto sangue; è spaventosamente enfiato. Si avvicina una donna, Veronica, e gli ripulisce il viso. Il sangue a Gesù aveva cominciato a scorrergli sul volto già nell’agonia del Getzèmani, nell’orto degli Ulivi. «Gesù, entrato in agonia nell’orto del Getzèmani – scrive S. Luca – pregava più intensamente. E diede in un sudore come di gocce di sangue che cadevano fino a terra». Il solo evangelista che riporta il fatto è un medico, Luca. E lo fa con la precisione di un clinico. Il sudar sangue, o ematoidròsi, è un fenomeno rarissimo.
Si produce in condizioni eccezionali; a provocarlo ci vuole una spossatezza fisica, accompagnata da una scossa morale violenta, causata da una profonda emozione, da una grande paura.
Il terrore, lo spavento, l’angoscia terribile di sentirsi carico di tutti i peccati degli uomini devono aver schiacciato Gesù.

Qualche attimo di riflessione e di silenzio.

VII SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA



Dal Vangelo di S. Giovanni (19, 1-7)

«Allora Pilato ordinò di prendere Gesù e di flagellarlo. Poi i soldati intrecciarono una corona di spine e gliela conficcarono sul capo, lo rivestirono di un mantello purpureo e avanzandosi verso di lui dicevano: “Salve, re dei Giudei!”, e gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse: “Ecco, ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui alcun motivo di condanna”. Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello scarlatto. Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. Nel vederlo i grandi sacerdoti e le guardie gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”. Pilato ribatté: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui alcun motivo di condanna”. I Giudei gli risposero: “Noi abbiamo una Legge e secondo questa Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”.

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE
(Salmo 34, versetti 14 e 15)

«Come in lutto per la madre
Mi prostravo nel dolore.
Ma essi godono della mia caduta, si radunano,
si radunano contro di me
per colpirmi all’improvviso».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Maltrattato, egli si umilia
e non apre bocca;
è come un agnello condotto al macello;
come pecora muta
di fronte ai suoi tosatori
e non apre bocca» (Isaia 53,7).

LETTURA DELLA SINDONE

Conosciamo la farsa di processo imbastito dal Sinedrio, l’invio di Gesù al governatore romano Ponzio Pilato e il ballottaggio della vittima fra Pilato e Erode. La Sindone conferma che Gesù non fu flagellato durante la strada al Calvario, ma prima. Pilato decise la flagellazione di Gesù non come una misura di tortura che avrebbe preceduto la morte in croce, ma come una misura penale che gli avrebbe poi permesso di liberare Gesù. Lo dicono i 98 colpi di flagello documentati dalla Sindone. È una flagellazione di tipo romano; i giudei non sarebbero andati oltre i 39 colpi prescritti dalla legge di Mosè. I flagellatori colpirono tutto il corpo di Gesù. Guida Tutti Guida Guida Tutti Guida 38 I soldati lo spogliarono e lo legarono per i polsi a una colonna dell’atrio. La flagellazione si effettuava con delle strisce di cuoio multiplo su cui erano fissate due palle di piombo o degli ossicini. La Sindone rivela che i flagellatori di Gesù furono due, posti rispettivamente a destra e a sinistra. Colpirono a staffilate la pelle di Gesù, già alterata da milioni di microscopiche emorragie del sudore di sangue. La pelle si lacerava e si spaccava e ne sgorgava il sangue. A ogni colpo il corpo di Gesù trasaliva in un soprassalto di dolore. Le forze gli venivano meno; il sudore freddo gli imperlava la fronte, la testa gli girava in una vertigine di nausea; brividi gli correvano lungo la schiena. Se non fosse stato legato molto in alto per i polsi, sarebbe crollato in una pozza di sangue. Le sferzate colpirono tutto il corpo, dai piedi alle spalle; fu risparmiata soltanto la zona antistante il pericardio. Se gli aguzzini avessero colpito con violenza anche quella parte, Gesù sarebbe morto, dopo qualche tempo, per effetto di una pericardite sierosa da trauma.

Qualche attimo di riflessione e silenzio.

VIII SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
LE DONNE DI GERUSALEMME PIANGONO SU GESÙ


Dal Vangelo di S. Luca (23, 27-32)

«Il popolo in gran folla seguiva Gesù e lo seguivano anche delle donne che si picchiavano il petto e facevano lamento su di lui. Volgendosi verso di loro Gesù disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me; piangete piuttosto su voi stesse e sui vostri figli. Perché ecco, verranno dei giorni in cui si dirà: “Fortunate le sterili, fortunati i seni che non hanno avuto bimbi, e fortunati i petti che non hanno allattato”. Allora si metteranno a dire alle montagne: “Cadete su di noi” e alle colline: “Copriteci”. Perché se trattano così il legno verde, che sarà del legno secco?”. Conducevano con lui anche due altri malfattori che dovevano essere giustiziati».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del Salmo 30, versetto 12)

«Sono l’obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini,
l’orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la propria strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti» (Isaia 53,6)

LETTURA DELLA SINDONE

È poco prima di mezzogiorno. Gesù è disfatto dalle torture. Gesù ha sete: non ha bevuto nulla né mangiato dalla sera precedente. Incontra un gruppo di donne compassionevoli di Gerusalemme e parla loro chiamandole «figlie di Gerusalemme». I lineamenti son tirati, il volto è una maschera di sangue.

IX SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA


Dal Vangelo di S. Matteo (27, 33-36)

«Giunti sul luogo detto Golgota, cioè luogo del Cranio, gli diedero da bere del vino mischiato con fiele; Gesù lo assaggiò ma non ne volle bere. Quando l’ebbero crocifisso, si divisero le sue vesti tirandole a sorte. Poi, sedutisi, rimasero lì a piantonarlo».

Dal Vangelo di S. Marco (15, 16-20)

«I soldati condussero Gesù nell’interno del palazzo che è il Pretorio, e convocarono la coorte. Lo rivestirono di porpora e, intrecciata una corona di spine, gliela cinsero in testa. Poi cominciarono a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli picchiavano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, in ginocchio, gli rendevano omaggio. E quando se ne furono beffati lo spogliarono della porpora, lo rivestirono delle sue vesti e lo menarono fuori per crocifiggerlo».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del salmo 37, dal versetto 5 al versetto 8)

«Le mie iniquità hanno superato il mio capo,
come carico pesante mi hanno oppresso.
Putride e fetide sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza.
Sono curvo e accasciato,
triste mi aggiro tutto il giorno. I miei fianchi sono torturati,
in me non c’è nulla di sano».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Il Signore fece ricadere su di lui
L’iniquità di noi tutti.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
E io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro» (Isaia 53, 6; 50,5).

LETTURA DELLA SINDONE

Gesù cade col capo per la terza volta a terra.
Dalla Sindone si rileva che tutta la calotta cranica di Gesù è tempestata di tracce sanguigne provocate da un casco di spine.
Con lunghe spine, più dure di quelle dell’acacia, gli aguzzini avevano intrecciato una specie di casco e glielo avevano applicato sul capo.
Le spine penetrano nel cuoio capelluto e lo fanno sanguinare (i chirurghi santo quanto sanguina il cuoio capelluto).

X SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI


Dal Vangelo di S. Matteo (27, 33-36)

«Giunti sul luogo detto Golgota, cioè luogo del Cranio, gli diedero da bere del vino mischiato con fiele; Gesù lo assaggiò ma non ne volle bere. Quando l’ebbero crocifisso, si divisero le sue vesti tirandole a sorte. Poi, sedutisi, rimasero lì a piantonarlo»

Dal Vangelo di S. Marco (15, 22-24)

«E condussero Gesù al luogo del Golgota, che tradotto significa “luogo del cranio”. E gli davano vino mischiato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte la parte di ciascuno».

Dal Vangelo di S. Luca (23, 33-35)

«Arrivati al luogo detto Cranio crocifissero Gesù insieme a due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdonali: non sanno ciò che fanno». Poi dividendosi le sue vesti, le tirarono a sorte».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del salmo 21, dal versetto 6 all’8)

«Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
“Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico”».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Dopo di aver pagato di persona
vedrà una discendenza
e si sazierà di giorni;
il giusto mio Servo
giustificherà le folle
poiché si è addossato le loro iniquità» (Isaia 53, 11)

LETTURA DELLA SINDONE

I carnefici spogliano Gesù; ma la sua tunica è incollata alle piaghe e il toglierla è semplicemente atroce. Non avete mai staccato la garza di medicazione da una larga piaga contusa? Non avete sofferto voi stessi questo supplizio che richiede talvolta l’anestesia generale? Potete allora rendervi conto di che si tratta. Ogni filo di stoffa aderisce al tessuto della carne viva; a levare la tunica, si lacerano le terminazioni nervose messe allo scoperto nelle piaghe. I carnefici danno uno strappo violento. Come mai quel dolore atroce non provoca una sincope? Il sangue riprende a scorrere; Gesù viene steso sul dorso. Le sue piaghe s’incrostano di polvere e di ghiaia.

XI SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE


Dal Vangelo di S. Giovanni (19, 17-24)

«Presero dunque Gesù che, portando la propria croce, uscì dalla città per andare verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui due altri, uno per lato; in mezzo Gesù. Pilato detto anche un cartello e la fece mettere sulla croce. C’era scritto: “Gesù Nazareno, re dei Giudei”. Molti Giudei lessero quel cartello, perché il luogo dov’era crocifisso Gesù era vicino alla città e il cartello era scritto in ebraico, in latino e in greco. I grandi sacerdoti dicevano a Pilato: “Non bisogna scrivere: “Re dei Giudei”, ma “Quest’uomo ha detto: Io sono re dei Giudei”. Pilato rispose: “Ciò che ho scritto, ho scritto”. I soldati, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti: a ciascun soldato la sua parte. La tunica era senza cuciture, tutta d’un pezzo, tessuta da cima a fondo. Dissero perciò: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. In tal modo si adempie la Scrittura: “Si son divisi tra loro i miei abiti e hanno tirato a sorte la mia veste”.

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del salmo 21, dal versetto 16 al 19)

«È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai disposto.
Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte»

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Egli è stato trafitto per i nostri peccati,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci salva si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti». (Isaia 53, 5)

LETTURA DELLA SINDONE

Distendono Gesù sul braccio orizzontale della croce.
Gli aguzzini prendono le misure: un giro di succhiello nel legno per facilitare la penetrazione dei chiodi.
Il carnefice prende un chiodo (un lungo chiodo appuntito e quadrato), lo appoggia sul polso di Gesù; i romani sapevano bene che se avessero inflitto il chiodo nel palmo della mano, come si usa raffigurare in tutti i crocifissi, dopo pochi minuti la mano si sarebbe sfilata dal chiodo.
Il carnefice con un colpo netto di martello pianta il chiodo nel carpo e lo ribatte saldamente sul legno.
Nel carpo c’è il cosiddetto spazio di Destot e otto ossicini.
È qui che il chiodo viene a incontrare il nervo mediano che è sensorio (cioè, se viene leso provoca un dolore lancinante da mandare in delirio) ed è anche motorio (muove il pollice, tramite i fasci muscolari del tenar):
i chirurghi hanno notato che non appena un chiodo viene conficcato nel carpo, il pollice si ritrae nell’interno del palmo della mano.
L’impronta della mano sinistra di Gesù nella Sindone mostra solo quattro dita, e non si vede il pollice.
Gesù deve aver provato un dolore lancinante acutissimo, che si è diffuso come una lingua di fuoco nella spalla e gli ha folgorato il cervello:
un supplizio che durerà tre ore. Un unico chiodo fu piantato nei piedi.
La Sindone rivela che tre (e non quattro) furono i chiodi che crocifissero Gesù.

XII SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ MUORE IN CROCE


Dal Vangelo di S. Matteo (27, 45-50)

«Dalla sesta ora sino all’ora nona, il buio si stese su tutta la terra. Verso l’ora nona, Gesù diede un forte grido: «Eli, Eli, lemmà sabactanì?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Alcuni li presenti che lo sentirono, dissero: «Lui chiama Elia!». Subito uno di loro corse a prendere una spugna, l’inzuppò d’aceto e, infilatala in una canna, gli dava da bere. Gli altri dissero: «Lascia stare. Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù, dopo aver dato di nuovo un forte grido, spirò».

Dal Vangelo di S. Marco (15, 33-37)

«Quando fu l’ora sesta, si fece buio su tutta la regione fino all’ora nona. All’ora nona, Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lamà sabactani?”, cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. A quelle parole alcuni dei circostanti dicevano: “Ecco che chiama Elia”. E uno corse a inzuppare la spugna di aceto e, postala in cima a una canna, gli dava da bere dicendo: “Vediamo un po’ se viene Elia a tirarlo giù!”. Ma Gesù gettò un forte grido e spirò».

Dal Vangelo di S. Luca (23, 44-46)

«Era circa l’ora sesta quando il sole si ecclissò e l’oscurità si stese su tutta la regione sino all’ora nona. Il velo del Tempio si lacerò nel mezzo. E Gesù disse con un forte grido: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito». Detto questo, spirò».

Dal Vangelo di S. Giovanni (19, 28-30)

«Dopo di ciò, sapendo che tutto era compiuto, perché si adempisse la Scrittura, Gesù disse: “Ho sete”. C’era la un vaso pieno d’aceto. Essi allora, inzuppatavi una spugna imbevuta di aceto la fissarono ad un ramo d’issopo e gliel’accostarono alla bocca. Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, rese lo spirito».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del salmo 21 e del salmo 27)

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza:
sono le parole del mio lamento». (Salmo 21,1)
«A te grido, Signore;
non restare in silenzio,
mio Dio, perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa». (Salmo 27,1)

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Riverserò sopra la casa di Davide
e sopra gli abitanti di Gerusalemme
uno Spirito di grazia e di consolazione:
guarderanno a Colui che hanno trafitto.
Ne faranno lutto come si fa lutto per un figlio unico;
lo piangeranno come si piange il primogenito.
In quel giorno,
grande sarà il lamento di Gerusalemme». (Zaccaria 12, 10-11)

LETTURA DELLA SINDONE

La durata di tre ore dell’agonia di Gesù ci fa intuire che si dovette trattare di una crocifissione eseguita in modo da consentire al moribondo di sollevarsi a respirare, puntando sul chiodo dei piedi; si evita così la quasi immediata asfissia. Ciò gli consente di parlare, di gridare e di respirare, anche se con fatica. Sono state tramandate sette frasi di Gesù, dette in croce: ogni volta che vuol parlare, Gesù dovrà sollevarsi tenendosi ritto sul chiodo dei piedi. Tutti i suoi dolori, la sete, i crampi, l’asfissia, le vibrazioni dei nervi mediani, non gli hanno strappato un lamento. Ma il Padre Celeste (ed è l’ultima prova) sembra averlo abbandonato: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Ai piedi della croce stava la Madre di Gesù. Potete immaginare lo strazio di quella Mamma addolorata?

XIII SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE


Dal Vangelo di S. Matteo (27, 51-56)

«Ed ecco che la cortina del Tempio si squarciò da capo a fondo, in due parti; la terra tremò, le rocce si spaccarono, i sepolcri si spalancarono e i corpi di molti santi già morti risuscitarono e, usciti dalle tombe dopo la risurrezione di lui, entrarono nella Città Santa e apparvero a molti. Al vedere il terremoto, il centurione e quelli che con lui piantonavano Gesù ebbero gran paura e dissero: «Davvero era Figlio di Dio!» C’erano lì molte donne che osservavano da lontano; erano le stesse donne che dalla Galilea avevano seguito Gesù per servirlo. Tra quelle c’era Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo».

Dal Vangelo di S. Marco (15, 38-41)

«Il velo del Tempio si squarciò in due parti, da cima a fondo. Il centurione, che stava di fronte a lui, vedendolo spirare in quel modo, disse: «Davvero che quest’uomo era figlio di Dio!». C’erano lì alcune donne che osservavano a distanza, tra le altre Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, e Salome, che lo seguivano a lo servivano, e molte altre venute con lui a Gerusalemme».

Dal Vangelo di S. Luca (23, 47-49)

«Alla vista di ciò che era successo, il centurione glorificava Dio dicendo: “Certo, quest’uomo era innocente”. E tutta la folla che era accorsa per assistere a quello spettacolo, vedendo ciò che era successo, se ne tornava via picchiandosi il petto. Gli amici tutti di Gesù se ne stavano a distanza, come pure le donne che lo avevano accompagnato dalla Galilea e che osservavano ciò».

Dal Vangelo di S. Giovanni (19, 31-37)

«I Giudei, dato che era il giorno della Preparazione, perché i corpi non rimanessero sulla croce di sabato – era un giorno di grande solennità quel sabato – chiesero a Pilato che venissero spezzate le gambe ai crocifissi e fossero portati via i cadaveri. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo, poi all’altro che era stato crocifisso insieme a Gesù. Giunti a Gesù, vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. E chi ha veduto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera, ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti, avvenne perché si adempisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso»; e ancora un’altra Scrittura che dice: «Volgeranno gli occhi a colui che hanno trafitto».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del salmo 33)

«Molte sono le sventure del giusto,
ma li libera da tutte il Signore.
Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Gli fu data sepoltura con gli empi
con i ricchi fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse frode nella sua bocca;
ma il Signore ha voluto
stritolarlo con la sofferenza.
Ha fatto della sua persona
un sacrificio di espiazione.
Perciò vedrà una discendenza
e vivrà a lungo, si sazierà di giorni.
Si compirà per mezzo suo
la volontà di Dio». (Isaia 53, 9-10)

LETTURA DELLA SINDONE

Gesù quasi certamente è morto per emopericardio, dovuto a rottura di cuore. Ciò spiega il forte grido (forse l’invocazione acutissima: Immà, Mamma) prima di morire e, dopo uno o due minuti, il decesso. Clinicamente si ha poi, al colpo di lancia, l’uscita distinta del sangue e dell’acqua, di cui parla San Giovanni. L’agonia dell’orto degli Ulivi fu l’inizio del fatto stressante; la rottura della zona del cuore, colpita dalla necrosi, fu la conclusione finale o il fatto infartuale.

XIV SOSTA DELLA VIA CRUCIS:
GESÙ VIENE SEPOLTO


Dal Vangelo di S. Matteo (27, 57-61)

«Fattasi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, che era diventato anche lui discepolo di Gesù. Si recò da Pilato e gli domandò il corpo di Gesù. Pilato ordinò che gli venisse dato. Giuseppe prese il corpo, l’avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel proprio sepolcro nuovo, che aveva fatto tagliare nella roccia; poi rotolò una grande pietra all’imboccatura del sepolcro e se ne andò. Maria di Magdala e l’altra Maria stavano sedute, di fronte al sepolcro».

Dal Vangelo di S. Marco (15, 42-47)

«S’era già fatta sera e, dato che era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro ragguardevole del Consiglio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato e gli domandò il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto; chiamò il centurione e gli domandò se davvero Gesù fosse già morto. Udito il rapporto del centurione, concesse il cadavere a Giuseppe. Questi comprò un lenzuolo, schiodò Gesù dalla croce, l’avvolse nel lenzuolo e lo depose in un sepolcro scavato nella roccia; poi rotolò una pietra dinanzi all’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Giuseppe stavano a osservare dove veniva deposto».

Dal Vangelo di S. Luca (23, 50-56)

«Sopravvenne allora un membro del consiglio di nome Giuseppe, uomo retto e giusto. Egli non si era associato né al complotto né agli atti degli altri. Era di Arimatea, città della Giudea, e aspettava il Regno di Dio. Andò a trovare Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Poi lo fece staccare dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo collocò in una tomba scavata nella roccia dove nessuno ancora era stato deposto. Era il giorno della Preparazione e già cominciava la luminaria del sabato. Intanto le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea, avevano seguito Giuseppe; notarono la tomba e videro come il cadavere di Gesù veniva collocato. Poi se ne tornarono via e prepararono gli aromi e profumi. Nel giorno di sabato osservarono il riposo prescritto».

Dal Vangelo di S. Giovanni (19, 38-42)

« Dopo di ciò, Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, ma occulto per timore dei Giudei, domandò a Pilato di portare via il corpo di Gesù. Pilato diede il permesso. Vennero dunque a portar via il corpo di Gesù. Venne anche Nicodemo, quello che in precedenza era andato da Gesù di notte, e portando una miscela di mirra e di aloe: di circa cento libbre. Essi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con fasce insieme ali aromi, come usavano fare i Giudei per la sepoltura. Nel luogo dove Gesù era stato crocifisso, c’era un giardino e nel giardino c’era un sepolcro nuovo in cui nessuno era stato sepolto. Lì dunque, a causa della Preparazione dei Giudei, dato che il sepolcro era vicino, deposero Gesù».

LETTURA DI UN SALMO DEL GIUSTO SOFFERENTE
(Frammento del salmo 30, versetti 5 e 6)

«Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele».

LETTURA DI UNA PROFEZIA DEL SERVO SOFFERENTE

«Io gli darò in premio le moltitudini;
egli farà bottino di folle incalcolabili,
perché si è annientato fino alla morte
e si è lasciato annoverare fra gli empi;
ha portato i peccati degli uomini
e si è fatto intercessore per i peccatori». (Isaia 53, 12)

LETTURA DELLA SINDONE

Era il tramonto quando Giuseppe di Arimatea si presentò a Pilato per chiedere il corpo di Gesù. La legge romana, a differenza di quella ebraica, consentiva ai parenti e agli amici dei condannati a morte di seppellire con onore il cadavere. La Sindone, con il linguaggio del sangue, rivela due grossi particolari dell’andata al sepolcro: nella zona dei reni il corpo di Gesù è segnato da rivoli di sangue in direzione trasversale; è un segno chiaro che un lenzuolo o un mantello venne passato sotto il cadavere e tirato ai lati per sostenere il peso.
Il secondo particolare è al piede sinistro di Gesù: si tratta di impronte digitali di uno dei barellieri funebri del corpo di Gesù. Per seppellire Gesù era a disposizione poco tempo: dal tramonto del sole al brillare delle prime tre stelle; a Gerusalemme in quel giorno (14 del mese di Nisan, anno 785 di Roma) il sole tramontò alle 18.08; la comparsa della terza stella, che determinava il riposo assoluto festivo, avvenne alle 19.08. una mezz’ora almeno fu impiegata per andare da Pilato e tornare al calvario, dopo l’acquisto della Sindone in un negozio di Gerusalemme.
Tolsero il chiodo dai piedi di Gesù, smontarono il patibolo (o palo trasversale della croce), calarono il corpo di Gesù, tolsero i due chiodi alle mani, trasportarono il cadavere al vicino sepolcro; lo adagiarono sulla Sindone, imbevuta di oli resinosi; poi lo avvolsero provvisoriamente con fasce tra gli aromi; e la grande pietra fu rotolata all’imboccatura del sepolcro. Luca dice che in quel momento brillarono le tre stelle, insieme alle lampade della luminaria nelle case di Gerusalemme. Bisognava affrettarsi a rincasare.
La Madonna aveva versato tutte le sue lacrime e non aveva potuto dare una completa sepoltura a Gesù. La legge consentiva, nel caso di morte al venerdì sera, di rimandare le cerimonie della sepoltura a dopo la festa del sabato.
Ecco perché le donne, passato il sabato, comperarono gli aromi (dopo le ore 18) e all’alba della domenica si mossero per ungere il corpo di Gesù: lo avrebbero prima lavato con 7 lavature, gli avrebbero tagliato i capelli e la barba; poi, untolo, avrebbero avvolto la Sindone sul corpo rivestito di nuova veste. Gesù, non lavato, con i capelli ben ravvicinati dalle mani carezzevoli di Maria, risorse prima della fase finale della sepoltura. (cfr C.De Ambrogis)

F.A.

Approfondimento => la sindone 


F.A 

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