La Chiesa, da sempre ha avvertito il compito di
educare le coscienze, sia in ambito morale, distinguendo ciò che è bene per la
vita spirituale di ogni uomo da ciò che non lo è, sia in ambito sociale,
promuovendo l’impegno ad abbattere le disuguaglianze, aiutare i poveri, gli
orfani e le vedove. Tale impegno è molto presente nella prima comunità
cristiana così come raccontata negli Atti degli Apostoli, dove si legge: «La
moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima
sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa
era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza
della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case
li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano
ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il
bisogno» (At 4, 32-35). L’insegnamento e la divulgazione della Buona Notizia,
cioè del Vangelo, era un’unica realtà insieme a questo stesso Vangelo vissuto,
ovvero l’amore reciproco vissuto concretamente.
Ciascun cristiano, in forza della propria fede è
dunque chiamato ad assumere compiti e impegni in ambito sociale, nell’ambiente
dove vive e lavora quotidianamente.
Infatti, «La carità li muove ad agire secondo una logica di servizio,
con la maggior competenza possibile, con attenzione costante alle persone,
specialmente a quelle che non contano, agli ultimi. Li fa disponibili al
dialogo e alla collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà. La
speranza li rende tenaci nell’azione, pazienti nella sofferenza, modesti nel
successo, aperti a ogni nuova possibilità di bene». Tale impegno, assunto in
modo particolare dai laici, è fondamentale nella costruzione del Regno di Dio,
manifestando che Cristo è presente nella storia attraverso le braccia e le
gambe di tanti che si impegnano in questa “costruzione”.
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