Noi cattolici celebriamo l'ingresso di Gesù al Tempio di Gerusalemme. Secondo la legge di Mosè, infatti, i primogeniti del popolo ebraico erano considerati offerti al Signore, di conseguenza era necessario che i genitori lo "riscattassero" presentandoli al Tempio ed offrendoli in sacrificio; la madre, dopo il parto era considerata impura, la purificazione sarebbe avvenuta solo dopo 40 giorni per i figli maschi e 66 per le figlie femmine. Da qui la festa che cade 40 giorni dopo il 25 dicembre.
Il Concilio Vaticano II, però, ha manifestato la centralità della figura di Cristo nella celebrazione. Lo stesso nome "Cristo", che significa "luce che illumina le genti", è legato a questo evento: Gesù venne chiamato così da Simeone quando fu presentato al Tempio. Non a caso nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, da qui anche il nome.
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