Attraverso il dono del Battesimo e della Cresima siamo chiamati alla santità. La fedeltà a questi Sacramenti ci rende capaci di compiere il bene.
La santità è la meta alla quale
aspira il cammino di ogni cristiano. Dio chiama tutti noi ad essere santi
seguendo con affidamento e fede la via che Egli traccia. Sappiamo che le porte
della santità si schiudono per noi al primo sacramento dell’iniziazione
cristiana: il battesimo. Mediante esso siamo purificati, liberati dal peccato e
rigenerati come figli di Dio entrando a far parte di questa grande famiglia.
Come cristiani, siamo chiamati a vivere il battesimo ogni giorno della nostra
vita, in qualsiasi attività che svolgiamo, nel nostro quotidiano ciò ci innesta
nella relazione con la Trinità e ci rende portatori di una speranza nuova,
quella speranza che ci rende santi. Al
Battesimo si affianca un altro sacramento fondamentale: la Cresima (o
Confermazione). Per mezzo di essa veniamo “unti” conformandoci a colui che
è l’unico vero unto, Gesù Cristo, accrescendo la grazia battesimale che già
dimora in noi, unendoci più saldamente a Cristo, ricevendo una speciale forza
dello Spirito Santo per diffondere e difendere la fede. E se al Battesimo siamo
portati dai nostri genitori, con la Cresima noi finalmente adulti
consapevolmente scegliamo di conformarci a Cristo. Entrambi i sacramenti
costituiscono una grazia ma al tempo stesso implicano una responsabilità: quella
di essere tenaci, pieni di speranza anche quando il nostro sogno potrebbe
diventare difficile o doloroso da realizzare. È in questi momenti che dobbiamo
ricordare che Dio si prende cura di noi, ci plasma e ci rende capaci di cose
grandi. “Tutto posso in Colui che mi dà forza”! (Fil. 4,13). Essere fedeli ai
sacramenti che abbiamo ricevuti, essere perseveranti nel percorrere la giusta
via, anche questa è santità!
RIFLESSIONE DI PAPA
FRANCESCO, ANGELUS 12 AGOSTO 2018
Nella seconda Lettura di oggi, San Paolo ci rivolge un pressante invito: «Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione» (Ef 4,30). Ma io mi domando: come si rattrista lo Spirito Santo? Tutti lo abbiamo ricevuto nel Battesimo e nella Cresima, quindi, per non rattristare lo Spirito Santo, è necessario vivere in maniera coerente con le promesse del Battesimo, rinnovate nella Cresima. In maniera coerente, non con ipocrisia: non dimenticatevi di questo. Il cristiano non può essere ipocrita: deve vivere in maniera coerente. Le promesse del Battesimo hanno due aspetti: rinuncia al male e adesione al bene. Rinunciare al male significa dire «no» alle tentazioni, al peccato, a satana. Più in concreto significa dire “no” a una cultura della morte, che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro. A tutto questo, “no”. La vita nuova che ci è stata data nel Battesimo, e che ha lo Spirito come sorgente, respinge una condotta dominata da sentimenti di divisione e di discordia. Per questo l’Apostolo Paolo esorta a togliere dal proprio cuore «ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza con ogni sorta di malignità» (v. 31). Così dice Paolo. Questi sei elementi o vizi, che turbano la gioia dello Spirito Santo, avvelenano il cuore e conducono ad imprecazioni contro Dio e contro il prossimo. Ma non basta non fare il male per essere un buon cristiano; è necessario aderire al bene e fare il bene. Ecco allora che San Paolo continua: «Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (v. 32). Tante volte capita di sentire alcuni che dicono: “Io non faccio del male a nessuno”. E si crede di essere un santo. D’accordo, ma il bene lo fai? Quante persone non fanno il male, ma nemmeno il bene, e la loro vita scorre nell’indifferenza, nell’apatia, nella tiepidezza. Questo atteggiamento è contrario al Vangelo, ed è contrario anche all’indole di voi giovani, che per natura siete dinamici, appassionati e coraggiosi. Ricordate questo – se lo ricordate, possiamo ripeterlo insieme: “È buono non fare il male, ma è male non fare il bene”. Questo lo diceva Sant’Alberto Hurtado. Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Protagonisti nel bene. Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è; non basta non parlare male degli altri, bisogna interrompere quando sentiamo parlar male di qualcuno: fermare il chiacchiericcio: questo è fare il bene. Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene, “camminando nella carità” (cfr 5,2), secondo il monito di San Paolo. Cari giovani, in questi giorni avete camminato molto! Perciò siete allenati e posso dirvi: camminate nella carità, camminate nell’amore! E camminiamo insieme verso il prossimo Sinodo dei Vescovi. La Vergine Maria ci sostenga con la sua materna intercessione, perché ciascuno di noi, ogni giorno, con i fatti, possa dire “no” al male e “sì” al bene.
Ef 4, 30-5,2
Fratelli, non vogliate
rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno
della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e
maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli
altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in
Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate
nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per
noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
V.
RIFLESSIONE DI PAPA FRANCESCO
The Sun “Ma non basta non fare il male per essere un buon cristiano; è necessario aderire al bene e fare il bene ...Vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto.” A questo incipit ripreso dall'Angelus di Papa Francesco hanno aderito i “The Sun”. La band al completo non ha avuto timore di cambiare vita ed iniziare un cammino fatto di attenzione all'altro e riscoperta della propria Vera Vocazione: “Ho scelto il mio destino... Da giovane volevo una vita speciale, qualcosa che mi desse la spinta a continuare. Di certo non pensavo a questa missione, ma tutto ora ha un senso: mi dono per Amore!”. Come loro, ciascuno di noi può scegliere sempre di fare il bene!
ARTICOLO TRATTO DAL
LINK DI FAMIGLIA CRISTIANA:
http://www.famigliacristiana.it/blogpost/the-sun-in-terra-santa-con-il-rock-n-roll.aspx
“The Sun”: il nostro Vangelo è
rock «Lì non ci sono vie di fuga: l’Anima si trova di fronte all’evidenza della
necessità di scegliere la via dell’amore». Sembrano parole tratte dal diario di
un mistico cristiano e invece si tratta della frase pubblicata da un cantante
rock nel suo blog. Francesco Lorenzi, voce solista del gruppo “The sun” si
riferisce all’esperienza del secondo viaggio della band in Terra Santa con
tappe a Taybeh, Betlemme, Nablus e Nazareth. I “The sun”, che hanno all’attivo
due album con la Sony music, hanno accolto l’invito di don Mario Cornioli, il
pastore della parrocchia di Betjala (Betlemme), a suonare sia sul palco che
all’interno di scuole, strutture di ospitalità per anziani come la Società
antoniana e del centro “Hogar niño Dios” tra i bambini disabili. La musica del
loro ultimo disco può risultare graffiante e delicata nel contempo, ardita
nell’accarezzare i tempi più intimi della fede cristiana come la Risurrezione e
l’amore per Dio. Da”Onda perfetta”, il brano di apertura che socchiude lo
sguardo sul segreto della felicità quotidiana a “La leggenda” che rappresenta
un omaggio a chi fa dono agli altri della propria vita, le 13 canzoni tracciano
un percorso di “Luce” (così si intitola l’album) che intreccia il percorso
personale della band con gli incontri significativi che hanno lasciato traccia nel
loro profondo. Con il brano “Betlemme” si apre e chiude un percorso umano e
artistico nato proprio da un precedente viaggio in Terra Santa, un modo per
restituire a questa terra e ai suoi abitanti il dono che ha animato in
filigrana la nascita di questo disco.
ADOLESCENTI
I buoni Cristiani sono chiamati a compiere del
bene anche se c’è male intorno. Chiediamo ad ogni ragazzo di compiere un’azione
buona anche se l’altro, destinatario dell’azione, gli sta facendo del male. Non
deve essere un’attività che si conclude con la fine dell’incontro ma deve
durare il necessario, protraendosi nei giorni successivi fin quando tutti i
ragazzi non l’avranno compiuta. Una volta compiuto l’azione, i ragazzi dovranno
scrivere i sentimenti provati prima, durante e dopo l’azione compiuta su un
mattoncino che andrà a comporre un cartellone a forma di chiesa. L’obbiettivo è
quello di far capire ai ragazzi che la chiesa siamo noi vivendo ogni giorno con
responsabilità i sacramenti ricevuti.
GIOVANI
* Dai un valore ai
sacramenti del Battesimo e della Cresima o sono solo dei sacramenti di
precetto?
* Quali responsabilità
cristiane senti di aver ricevuto con il sacramento della Cresima? Riesci in
qualche modo a collegarle con il Battesimo?
*
Essere un buon cristiano, secondo te, è diverso dall’essere un buon cittadino?
* Ti
senti responsabile di questi due doni ricevuti? Come li custodisci/alimenti?
* Quando qualcosa non va,
accentui il problema cercando a tutti i costi un colpevole da “processare”
oppure provi a risolvere praticando il bene?
*
Pensi di essere un buon cristiano?
* Per essere un buon
cristiano credi che basti seguire i comandamenti ed avere i sacramenti o
bisogna fare altro?
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