venerdì 22 agosto 2025

Digiuno e preghiera per un mondo ferito

 

Questo 22 agosto, lasciamoci guidare da Maria: digiuniamo, preghiamo, riconciliamoci. La pace inizia dal cuore di ciascuno e, se vissuta insieme, può trasformarsi in fiume che attraversa la storia. 
"Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio." (Mt 5,9)

La Chiesa è invitata a un gesto antico e sempre attuale: digiunare e pregare per la pace. Papa Leone XIV ci ricorda che senza perdono non può esistere una vera convivenza tra i popoli. Viviamo tempi drammatici, nei quali le guerre continuano a seminare  morte. Di fronte a questo scenario, la tentazione più grande è l la rassegnazione. Ma la fede ci chiede altro: ci chiede di credere che la pace è  possibile, fatta di gesti quotidiani, di riconciliazione e di coraggio Maria, invocata come Regina della Pace, ci accompagna in questo cammino. Non è una devozione astratta: la sua intercessione diventa forza viva per tutti coloro che, nel silenzio e nella semplicità, scelgono di non arrendersi alla logica della violenza. Il digiuno e la preghiera non sono solo atti personali: sono un segno profetico. In un mondo che grida vendetta e potere, i cristiani rispondono con un grido diverso: “Signore, concedici la pace, asciuga le lacrime di chi soffre, apri vie nuove tra i popoli”.

 F.A.

mercoledì 13 agosto 2025

In attesa del Ferragosto



Il 15 agosto in Italia è una giornata che unisce due ricorrenze di origini molto diverse: il Ferragosto e la festa dell’Assunzione di Maria Vergine, “ anima e corpo”.

Il termine Ferragosto viene dal latino Feriae Augusti, cioè “il riposo di Augusto”, introdotto dall’imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. Era un periodo di feste e sospensione dei lavori, collocato a metà agosto, quando si concludevano i raccolti e ci si preparava alle semine autunnali.
Queste celebrazioni erano un’occasione per ringraziare le divinità per i frutti della terra e concedere riposo agli animali da tiro, ornati con ghirlande di fiori. Con il passare dei secoli, le feste di metà agosto si intrecciarono ad altre ricorrenze pagane legate a varie divinità.

Con l’avvento del cristianesimo, il 15 agosto assunse un nuovo significato: quello dell’Assunzione di Maria in cielo. Secondo la tradizione cattolica, al termine della sua vita terrena, Maria fu accolta in corpo e anima nella gloria celeste. Pur non essendo raccontato nei Vangeli, questo mistero è radicato nella fede e nella liturgia fin dai primi secoli.
La data venne fissata come festa mariana sia in Occidente che in Oriente: nella Chiesa Cattolica è conosciuta come Assunzione di Maria, mentre nella Chiesa Ortodossa si parla di Dormizione della Madre di Dio. Secondo la tradizione ortodossa, Maria morì realmente (la “dormizione” indica una morte serena), e il suo corpo fu glorificato e portato in cielo, ma senza la definizione dogmatica proclamata dai cattolici.
Nel 1950 papa Pio XII proclamò ufficialmente il dogma dell’Assunzione con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus.

La coincidenza del 15 agosto nasce dalla sovrapposizione di calendari: per i Romani era già un giorno di festa grazie alle Feriae Augusti; la Chiesa scelse di sovrapporvi la celebrazione mariana, trasformandone il significato e orientandolo alla fede. Così oggi la metà di agosto è, allo stesso tempo, riposo di metà estate e glorificazione di Maria, Madre di Dio.

In Italia, Ferragosto è sinonimo di gite, pranzi all’aperto, fuochi d’artificio e feste patronali. In molte località, soprattutto nel Sud, le processioni in onore dell’Assunta – con statue portate a spalla e accompagnate da bande musicali – restano una tradizione viva. È uno dei pochi giorni in cui il Paese si ferma quasi del tutto, unendo in una sola data storia antica, fede e vita comunitaria.

F.A.

 

venerdì 8 agosto 2025

OGGI, A FLUMERI, L’ALZATA DEL GIGLIO DI GRANO

 


8 agosto 2025, ha  inizio  l’atteso ciclo di festeggiamenti in onore del santo patrono San Rocco e della tradizione del giglio di grano. Ad aprire il programma, l’emozionante Alzata del giglio, segno del profondo legame tra la comunità flumerese e le proprie radici culturali.

Sin dalle prime ore del pomeriggio, i fedeli si ritroveranno presso il Campo del Giglio, dove verrà sollevato l’imponente obelisco alto circa 31 metri, realizzato in legno e rivestito di paglia e grano, a omaggio del Santo. L’Alzata segna l’inizio di una serie di eventi ricchi di fede, folklore e partecipazione.

La settimana prosegue con la novena in onore di San Rocco e dell’Assunta, scandita da messe,  e processioni. Particolarmente toccante è la Tirata del Giglio programmata per il 15 agosto: l’obelisco, trainato da un trattore (che ha sostituito i buoi), e trascinato  dai fedeli anche con  funi.

Il significato del legame tra il Giglio e San Rocco

L’abbinamento tra il Giglio di Grano e San Rocco è ricco di valore simbolico: l’obelisco, formato da elementi vitali della terra come paglia e grano, diventa una manifestazione tangibile di gratitudine per un raccolto prosperoso e per la protezione del santo durante le calamità. 

F.A.

lunedì 4 agosto 2025

ORGANIZZARE LA SPERANZA. La Diocesi si ritrova per riflettere e ripartire insieme

 


Dal 28 al 31 agosto 2025, la Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia vivrà un momento di comunione, ascolto e rinnovamento spirituale grazie alla 43ª edizione del Convegno Diocesano, dal titolo Organizzare la Speranza.

In un tempo attraversato da tante incertezze, il Convegno si propone come spazio per tornare a interrogarsi sul senso della speranza cristiana e su come renderla concreta nella vita personale, comunitaria e sociale. Il titolo richiama alla responsabilità: organizzare la speranza significa, infatti, incarnarla in scelte e azioni reali.

Sarà un vero e proprio laboratorio ecclesiale, dove diverse voci — teologiche, culturali, artistiche, educative — offriranno stimoli e strumenti per immaginare una Chiesa sempre più generativa e capace di futuro.

«Il Convegno è il tempo in cui la nostra Diocesi si ferma, ascolta e si orienta — ha detto il Vescovo Mons. Sergio Melillo —. Non per rifugiarsi in parole, ma per ritrovare forza e direzione. In mezzo a crisi e fatiche, la speranza non è un sentimento vago: è una scelta concreta di fiducia nel Vangelo».

La partecipazione è aperta a tutti. L’evento si concluderà domenica 31 agosto con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo nella Cattedrale di Ariano Irpino.

F.A.

domenica 3 agosto 2025

10° ANNIVERSARIO EPISCOPALE DI MONS. SERGIO MELILLO – CELEBRAZIONE SOLENNE AD ARIANO IRPINO

 

Sabato 9 agosto 2025, la nostra Diocesi di si stringerà attorno al suo pastore, Mons. Sergio Melillo, per celebrare il decimo anniversario del suo ministero episcopale. L’appuntamento è alle ore 18:30 nella  Cattedrale di Ariano Irpino, dove si terrà una la concelebrazione eucaristica di ringraziamento presieduta dallo stesso Vescovo.

Nel corso di questi dieci anni, Mons. Melillo ha accompagnato la comunità  di Ariano -Lacedonia con uno stile pastorale dialogico e profondamente evangelico. Figura di riferimento per molte realtà ecclesiali e culturali del territorio, è stato per anni docente di Ecclesiologia, contribuendo alla formazione di numerosi docenti di religione della diocesi, molti dei quali oggi impegnati nella scuola e nella pastorale.

La sua attenzione alla Parola, alla liturgia e alla vita delle persone ha caratterizzato un episcopato segnato dalla prossimità concreta e da un forte senso di corresponsabilità. Non a caso, il suo motto episcopale <<Misericordiae Vultus Patris Iesus>> — Il volto della misericordia del Padre è Gesù — ha ispirato numerose scelte pastorali, sempre orientate a far emergere il volto accogliente e misericordioso della Chiesa.

Quella del 9 agosto sarà una celebrazione non solo solenne, ma anche familiare e comunitaria, in cui la Diocesi renderà grazie per un cammino condiviso e rinnovato nello Spirito, con lo sguardo rivolto al futuro.

F.A.

 

 

Un milione di giovani per il Giubileo


 

Si è chiuso a Tor Vergata il Giubileo dei Giovani, con oltre un milione di partecipanti riuniti per due giorni di preghiera, festa e testimonianza. La celebrazione eucaristica presieduta da Papa Leone XIV ha segnato il momento culminante dell’evento. Nel suo messaggio, il Pontefice ha lanciato un forte appello alla pace, ricordando i giovani colpiti dalla guerra: “Siamo con i ragazzi di Gaza e dell’Ucraina. Un altro mondo è possibile, se scegliamo il dialogo al posto delle armi”.
La notte precedente si era trasformata in una veglia gioiosa: musica, balli e incontri tra culture hanno animato la spianata, evocando lo spirito della GMG del 2000. Tra i partecipanti anche ragazzi provenienti dagli istituti penali minorili, protagonisti di un progetto artistico collettivo che ha lasciato un’opera permanente nella stazione di Torre Angela.

La macchina organizzativa ha retto bene l’impatto, con metropolitane potenziate e sicurezza gestita senza incidenti. Il deflusso, iniziato subito dopo l’Angelus, è stato lento ma ordinato. Le autorità cittadine hanno parlato di un successo anche sul piano logistico, nonostante le tonnellate di rifiuti da smaltire a fine evento.

Con l’annuncio del prossimo incontro mondiale a Seul nel 2027, Leone XIV ha salutato i giovani con gratitudine, definendo l’evento “una cascata di grazia per il mondo intero”.

F.A.


venerdì 1 agosto 2025

5 Agosto – Il Giorno dei Saharawi

  

Un ricordo che resta, una causa che continua

Il 5 agosto si celebra la Giornata della Cultura Saharawi, istituita negli anni ’80 dal Fronte Polisario per mantenere viva l’attenzione sul diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione.
Una giornata simbolica, che invita alla riflessione, alla solidarietà e alla memoria.

Un esempio concreto di questo spirito si è vissuto proprio lo scorso anno, il 5 agosto 2024, a Flumeri, dove si è tenuta la "nostra" prima, toccante edizione della Giornata della Cultura Saharawi. L’iniziativa ha saputo creare un ponte autentico tra popoli, culture e generazioni.
La solidarietà non si misura in numeri, ma in gesti e presenze sincere.

Le degustazioni di piatti tradizionali saharawicouscous, harira, dolci ai datteri – hanno raccontato, attraverso i sapori, ciò che le parole spesso non riescono a esprimere: identità, radici, resistenza.
Le decorazioni con henné, i racconti all’interno della tenda saharawi, le immagini della vita nei campi profughi hanno toccato le coscienze e acceso interrogativi profondi.

Quell’evento,  è stato un atto di memoria attiva, un modo per dare visibilità a un popolo troppo spesso dimenticato, costretto da decenni all’esilio e alla precarietà nei campi di Tindouf, in Algeria.

Il 5 agosto resta una data per ricordare, ma anche per non restare indifferenti. La causa saharawi è ancora aperta. Il loro diritto all’autodeterminazione, pur riconosciuto da molte risoluzioni internazionali, è ancora negato.

Che questo giorno sia, ogni anno, un invito a scegliere da che parte stare.
Con chi resiste. Con chi spera. Con chi non ha mai smesso di lottare per un futuro di pace.

F.A.

Intervista ai piccoli ambasciatori saharawi

Per rendere ancora più viva la memoria della Giornata della Cultura Saharawi svoltasi a Flumeri nel 2024, condivido alcune risposte raccolte durante un momento di ascolto e dialogo con i veri protagonisti di quella giornata: i bambini saharawi.
Attraverso le loro parole, semplici e sincere, emerge uno sguardo meravigliato sul mondo.

Questa intervista, è una testimonianza viva di quanto la solidarietà lasci un segno profondo.

Intervistatore:

Chi di voi mi risponde?
Alzate la mano per rispondere...

Domande e risposte:

1. Come vi siete sentiti quando siete arrivati in Italia?
Mi sento felice e un po' emozionato! Tutto è nuovo e diverso.

2. Cosa hai provato quando hai visto per la prima volta il nostro Paese?
Ero molto curioso e stupito. Le case sono molto grandi e diverse e ci sono tanti colori ovunque!

3. Che cosa ti ha raccontato la tua famiglia riguardo a questa visita?
Mi hanno detto che sarebbe stata un'esperienza speciale, che avrei incontrato persone nuove e fatto tante cose interessanti.

4. Cosa ti hanno detto i tuoi tutor sull'Italia e sulla nostra ospitalità?
Mi hanno detto che gli italiani sono molto accoglienti e che avremmo imparato molto sulla loro cultura.

5. Hai sentito parlare della visita dei tuoi familiari in Italia 20 anni fa?
Sì, la nostra tutor Lehbelia mi ha raccontato che, da piccola, è stata in Italia, ha ricevuto assistenza medica e ha avuto tanti amici.

6. Quali sono le cose che ti piacciono di più dell'Italia finora?
Mi piacciono i gelati e i parchi giochi. È tutto molto bello!

7. Ci sono cose che ti sorprendono molto rispetto al tuo paese d'origine?
Sì, qui ci sono tanti alberi e fiori ovunque, e le case sono molto grandi rispetto alle nostre tende.

8. Cosa pensi dei luoghi che hai visitato finora?
Sono tutti bellissimi! Mi è piaciuta molto la villa con tanti giochi, e il centro della città con tutte le luci.

9. C'è qualcosa che ti ha preoccupato? Hai avuto paura?
Sì, ho avuto paura quando ho visto il dinosauro alla Biogem. Poi ho capito che non era vero. Dopo mi sono sentito al sicuro e felice qui. Tutti sono molto gentili e premurosi.

10. Hai incontrato persone che parlano la tua lingua?
No, non ho incontrato nessuno.

11. Quali sono le tue aspettative per questo soggiorno in Italia?
Spero di avere tanti amici, imparare nuove cose e divertirmi tanto.

12. Che tipo di attività ti piacerebbe fare?
Andare al mare, giocare nei parchi e imparare a fare la pizza! Ci hanno promesso che la prepareremo a Flumeri e faremo anche i cicatielli. Torneremo tra qualche giorno.

13. Qual è la cosa più interessante che hai imparato finora?
Che gli italiani amano molto il cibo e che ci sono tante feste divertenti.

14. Come ti senti quando pensi alla tua famiglia?
Mi manca, ma so che sono felici per me e che stanno bene.

15. Cosa ti piace fare con i tuoi amici qui?
Giocare a calcio! Abbiamo già fatto una partita a Carpignano, è stato divertentissimo. Mi piacerebbe anche andare in bicicletta.

16. Hai visto qualcosa che ti ricorda casa tua?
Non proprio, tutto qui è molto diverso.

17. Cosa ti manca di più?
La mia famiglia e i miei amici del campo profughi.

18. Riesci a sentirli mentre sei qui?
Sì, parliamo spesso al telefono e raccontiamo tutto quello che facciamo.

19. C’è qualcosa che hai visto qui che non avevi mai visto prima?
Sì, il mare! È enorme e bellissimo. Mi piacerebbe anche vedere la neve.

20. Qual è stato il tuo primo pensiero atterrando in Italia?
"Wow, questo posto è enorme! Non vedo l'ora di esplorarlo!"

21. Hai provato qualche cibo italiano? Quale ti è piaciuto di più?
Pizza e spaghetti! Mi piacciono tantissimo. Ma le patatine fritte mi fanno impazzire!

22. Cosa pensano i tuoi amici italiani di te?
Sono molto curiosi e vogliono sapere tutto su di me e sulla mia vita nel deserto.

23. Cosa vorresti dire alla tua famiglia?
Che mi sto divertendo tanto e ho fatto molti amici. Non vedo l’ora di raccontargli tutto!

24. Come pensi che questa esperienza cambierà la tua vita?
Mi ha già insegnato tanto. Ora so quanto il mondo è grande e diverso.

25. Hai visto animali che non conoscevi?
Sì, ho visto una lumaca! È stato incredibile.

26. Hai visto film o cartoni italiani?
Sì, ho visto Dumbo. Mi è piaciuto moltissimo.

27. Cosa ti piace della casa dove stai?
Il letto grande e comodo! A casa dormo sui tappeti, in tenda. Non abbiamo materassi.

28. Hai trovato un oggetto o un souvenir che ti piace?
Sì, i giocattoli! Vorrei prenderli per i miei fratellini. E portare anche le caramelle.

29. Hai provato dolci italiani? Quale ti è piaciuto di più?
Sì, ho provato il gelato. È delizioso!

30. Qual è il tuo cibo preferito a casa? Hai trovato qualcosa di simile qui?
Il couscous! Oggi Margherita lo sta preparando e sento il profumo… non vedo l’ora di mangiarlo. Ho tanta fame!




mercoledì 30 luglio 2025

Dalla sabbia del deserto al cuore di VITA- benvenuti bambini saharawi

 


Dal 30 luglio, l’associazione VITA accoglierà un gruppo di 10 bambini saharawi nell’ambito del progetto internazionale "Piccoli Ambasciatori di Pace", promosso dalla Rete Saharawi. Questi bambini, provenienti dai campi profughi di Tindouf, in Algeria, saranno ospitati in Italia per circa un mese, vivendo un’esperienza di svago, cura e scambio culturale. La finalità del progetto è offrire ai piccoli ospiti un periodo di riposo lontano dalle dure condizioni del deserto, facilitando al tempo stesso il confronto con una realtà diversa, nel pieno rispetto della loro cultura, lingua e religione. Il soggiorno non mira a sradicare i bambini dal loro contesto di origine, bensì a rafforzare in loro l’identità e il senso di appartenenza. Durante la permanenza, i bambini parteciperanno ad attività ludiche, culturali, sportive e ricreative, e verranno sottoposti a controlli sanitari, spesso impossibili nei campi. L’associazione VITA, come ogni anno, insieme ai volontari , si è preparata per offrire un’accoglienza calorosa, consapevole del valore umano che ogni incontro porta con sé. Questi piccoli ambasciatori di pace, con la loro presenza, ricordano alla comunità locale l’importanza della solidarietà internazionale e della giustizia per il popolo saharawi, ancora in attesa di una soluzione definitiva al conflitto che lo priva della propria terra.
F.A.

giovedì 8 maggio 2025

Roma – Piazza San Pietro, 8 maggio 2025.



Ecco il fumo bianco che si leva dal comignolo della Cappella Sistina: l’emozione attraversa la folla radunata. Campane a festa, bandiere sventolanti e preghiere sussurrate accompagnano l’attesa del nuovo Pontefice.

Dopo giorni di Conclave, il Collegio dei Cardinali ha scelto colui che guiderà la Chiesa cattolica in un’epoca di grandi sfide. L’annuncio Habemus Papam ha fatto esplodere la piazza in un applauso lungo e intenso. Ma insieme all’entusiasmo si percepisce un filo di speranza consapevole: che il nuovo Papa prosegua sul solco del suo predecessore nella lotta al clericalismo.

Tra i fedeli presenti si coglie una richiesta chiara e corale. «Vogliamo una Chiesa che cammini con noi, non sopra di noi» dice Maria, catechista arrivata da Bari. «Il clericalismo allontana, mentre il Vangelo avvicina» aggiunge Juan, pellegrino argentino. È un sentimento condiviso da molti: il desiderio di pastori che si facciano compagni di viaggio, non figure distanti e irraggiungibili.

Robert, il nuovo Pontefice, eredita una missione delicata: riportare il cuore del messaggio evangelico al centro della vita ecclesiale, riducendo le distanze tra chi guida e chi segue. L’esperienza del predecessore ha dimostrato che uno stile pastorale aperto, semplice e vicino alla gente può rinnovare il volto della Chiesa, pur tra inevitabili resistenze interne.

Mentre le luci illuminano la facciata di San Pietro e il Papa si affaccia per la sua prima benedizione Urbi et Orbi, la folla trattiene il respiro. L’attesa è colma di fiducia: che la sua voce si levi non solo per confermare la fede, ma per difendere una Chiesa povera di potere e ricca di misericordia, capace di servire il mondo e non di dominarlo.

Oggi, a Roma, non è soltanto iniziato un pontificato: è stato rinnovato un sogno. Che la Chiesa continui a spogliarsi di ogni clericalismo per essere davvero casa aperta per tutti.

( U.N.)

mercoledì 5 marzo 2025

Tra illusione e autenticità

 



L’amicizia è uno dei legami più preziosi che possiamo coltivare nella nostra vita. Insieme all’amore, è una relazione che alimenta la nostra crescita interiore e dà un senso di pienezza all’esistenza. Tuttavia, non sempre l’amicizia viene ricambiata con la stessa sincerità con cui viene offerta. È nei momenti di difficoltà, dopo numerosi tentativi di ottenere sostegno morale senza ricevere nulla in cambio, che ci si rende conto di quanto gli sforzi possano essere ignorati. Pazienza. 
Quando tendiamo le mani con fiducia e riceviamo solo rifiuti, indifferenza o diniego, il dolore che ne deriva è profondo. La delusione si fa strada nel cuore, lasciandoci un senso di abbandono e di vuoto. È difficile accettare che chi credevamo vicino, chi avrebbe dovuto dare l’esempio di sincerità e lealtà, ci abbia invece ignorati. La fiducia è il fondamento dell’amicizia, e quando viene tradita, tutto crolla. Nulla ferisce più della consapevolezza che le parole di un amico erano solo illusioni, che le “belle parole” si rivelano essere solo retorica destinata a svanire. A quel punto, sorge spontanea la domanda: è possibile perdonare? Il perdono, la giustificazione o la comprensione sono scelte personali, ma non sempre rappresentano la soluzione giusta. A volte, la risposta più saggia è lasciar perdere e allontanarsi. Non per rancore, ma per proteggere se stessi, per non continuare a vivere nell’illusione che le cose possano cambiare quando ormai la realtà è evidente. Continuare a rincorrere chi non ha mai avuto intenzione di esserci davvero, non solo come segno di amicizia, ma anche come dovere legato al ruolo che ricopre, significa solo prolungare la propria sofferenza. Meglio perdere queste persone, perché non arricchiscono la nostra vita, ma la svuotano di significato. D’altronde, spesso è proprio chi ha condiviso con noi momenti importanti che poi viene meno. L’amicizia vera non ha bisogno di bugie, né di giustificazioni come “non sapevo”. Essa si nutre di fiducia, lealtà e rispetto reciproco. Se questi valori vengono calpestati, è giusto prendere le distanze, accettando che non tutti sono capaci di offrire un’amicizia sincera. Alla fine, il miglior modo per superare la delusione è voltare pagina e aprirsi a nuove possibilità. Non lasciare che il dolore dell’indifferenza cambi il tuo modo di essere. Continuare a credere nella bellezza dell’amicizia, perché esistono ancora persone che sapranno apprezzarla davvero.  Per fortuna, sono tanti gli amici autentici e disinteressati, quelli che nei momenti più bui sanno offrire il loro sostegno sincero. Il loro affetto e la loro solidarietà illuminano la strada. Gli amici veri non chiedono nulla in cambio, sanno ascoltare senza giudicare e tendono una mano quando il cammino si fa difficile. È meraviglioso riconoscere e custodire queste preziose amicizie, doni autentici della vita.

( F.A.)

domenica 2 febbraio 2025


La Candelora è una festa che intreccia elementi religiosi, tradizioni popolari e credenze meteorologiche, mantenendo viva una celebrazione che affonda le sue radici nei tempi antichi. Ancora oggi, questa giornata rappresenta un momento di riflessione e speranza, illuminando il cammino di chi la celebra.

Storia, Tradizione

La Candelora, celebrata il 2 febbraio, è una festività cristiana che commemora la Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione della Vergine Maria, secondo la tradizione ebraica. La festa cade esattamente 40 giorni dopo il Natale e rappresenta un ponte tra le festività invernali e l'imminente primavera. La celebrazione affonda le sue radici nella tradizione ebraica, secondo la quale ogni primogenito maschio doveva essere presentato al Tempio dopo 40 giorni dalla nascita. Nel Vangelo di Luca, si narra che Maria e Giuseppe portarono Gesù a Gerusalemme per adempiere a questo rito, dove incontrarono il vecchio Simeone, che riconobbe nel bambino la "luce per illuminare le genti". Questa simbologia della luce è centrale nella festa, tanto che in molte chiese si benedicono e distribuiscono le candele, simbolo della luce di Cristo che illumina il cammino dei fedeli.

Oltre all'aspetto religioso, la Candelora ha assunto nei secoli anche un forte carattere popolare. In Italia, molte regioni conservano usanze legate a questa festività:

Riti di purificazione: In alcune zone, le case vengono benedette con candele accese per allontanare le negatività e favorire la buona sorte.

Proverbi e previsioni meteorologiche: Esiste un detto popolare che recita: "Se per la Candelora il tempo è bello, l'inverno sarà ancora lungo; se piove o nevica, l'inverno è già finito". Questo collegamento con la meteorologia ha reso la Candelora una sorta di "giorno della marmotta" italiano.

Feste e processioni: In molte città si svolgono processioni con candele accese e celebrazioni liturgiche solenni.

mercoledì 28 agosto 2024

Attese e sfide al 42esimo Convegno della Diocesi di Ariano Lacedonia: fede, identità dell’uomo e intelligenza artificiale


Sta per iniziare il 42esimo Convegno ecclesiale della Diocesi di Ariano Lacedonia, un appuntamento molto atteso che si terrà dal 29 agosto al primo settembre. In questo contesto, i fedeli si preparano a vivere giorni di intensa riflessione e preghiera, con l’obiettivo di affrontare insieme alcune delle grandi questioni del nostro tempo. Il Vescovo Sergio Melillo ha descritto il Convegno come “segno di una Chiesa viva”, capace di interrogarsi e di camminare con le persone, soprattutto in questi territori segnati dalle difficoltà socio-economiche, mancanza di lavoro e spopolamento.


L’inizio del Convegno è carico di aspettative. Per molti, questo evento rappresenta non solo una tappa nel cammino di fede, ma anche un momento di confronto aperto sui temi che toccano la vita quotidiana. Le problematiche locali come la mancanza di lavoro e lo spopolamento rendono l’incontro ancora più significativo: la comunità cerca risposte concrete che possano infondere speranza e fornire strumenti per affrontare le sfide.

La partecipazione dei fedeli e il coinvolgimento delle realtà sociali e pastorali della diocesi sono elementi centrali del Convegno, che vuole essere un’occasione di crescita e di rinnovamento spirituale. Come sottolineato da sua Eccellenza Melillo, il Convegno si inserisce nel percorso di preparazione al Giubileo, un tempo di grazia e di riscoperta del significato più alto della speranza cristiana. Uno dei temi cardine del Convegno sarà la riflessione sull’identità dell’uomo, con la domanda fondamentale: “Chi è l’uomo?”. Questo interrogativo non è solo filosofico, ma tocca profondamente la vita di ciascuno, l’importanza di riscoprire l’uomo come “partner di Dio”, una visione che invita i fedeli a riconoscere il valore della propria esistenza e a vivere la fede come un’esperienza di collaborazione con il divino.

Il secondo tema del Convegno, dedicato alla sfida tra l’uomo e l’intelligenza artificiale, suscita particolare interesse. La rapida evoluzione della tecnologia e l’emergere di nuove forme di intelligenza non umana pongono interrogativi profondi sul futuro dell’umanità. La Chiesa si pone come guida in questa riflessione, cercando di capire cosa significhi essere umani in un mondo sempre più dominato dalle macchine.

Questo Convegno offrirà spunti per affrontare queste domande con uno sguardo cristiano, che sappia riconoscere le potenzialità della tecnologia ma anche i rischi di una visione riduttiva dell’uomo. Cosa distingue l’uomo dalle macchine? Qual è il suo ruolo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sembra voler replicare, se non superare, le capacità umane? Le risposte a queste domande sono attese con grande interesse, poiché possono influenzare il modo in cui la comunità vive la propria fede e affronta le sfide etiche del futuro.

Prepariamoci dunque a vivere un Convegno che, nelle intenzioni, non sarà solo un evento di discussione, ma un momento di rinnovamento spirituale e comunitario. Il desiderio è quello di uscire da questi giorni con una rinnovata consapevolezza del proprio ruolo di cristiani nel mondo, pronti a portare avanti un cammino di fede che sappia rispondere alle esigenze del presente con speranza e coraggio.

Inoltre questi giorni si inseriscono in un percorso di preparazione al Giubileo, un periodo che invita a riflettere sul significato della speranza cristiana e a cercare nuove vie per testimoniare il Vangelo nella società.

F.A.

 

giovedì 22 agosto 2024

Ringraziamento accoglienza dei piccoli ambasciatori di pace saharawi 2024

 


REPUBBLICA SAHARAWI FRONTE POLISARIO

RAPPRESENTANZA PER L’ITALIA

 

Roma 21 agosto 2024

 

A nome del Fonte Polisario, del Governo e delle famiglie saharawi ringrazio La Rete Saharawi (Solidarietà Italiana con il Popolo Saharawi), le istituzioni Algerine e Italiane e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione per il 42° anno consecutivo del progetto "Piccoli ambasciatori di pace saharawi 2024".

 

Il Movimento italiano di solidarietà con il popolo saharawi ha accolto quest'anno 126 bambini e 25 accompagnatori, sono stati ricevuti da ben 89 rappresentanti istituzionali, i bambini saharawi sono stati custoditi bene dal punto di vista sanitario, accolti con rispetto e senso di ospitalità fraterna da tutte le comunità in cui sono stati ospitati e per tutto questo noi sentiamo profonda gratitudine.

 

“TIENIMI PER MANO”

di HERMANN HESSE

Tienimi per mano al tramonto Quando la luce del giorno si spegne

e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle... Tienila stretta

...quando non riesco a viverlo questo momento imperfetto... tienimi per mano e portami dove il tempo non esiste...

Tienila stretta nel difficile vivere

Tienimi per mano nei giorni in cui mi sento disorientato Cantami la canzone delle stelle

Dolce cantilena di voci respirate...

Tienimi la mano e stringila forte prima che l’insano fato mi porti via da te Tienimi per mano e non lasciarmi andare...

Mai...

 

Grazie!

 

Fatima Mahfud

Rappresentante del Fronte Polisario per l’Italia
















































































LA LITURGIA DEL GIORNO domenica 31 luglio 2022

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde Antifona d'ingresso O Dio,...